nagel doris mediobanca mediolanum

ZUPPA DI NOZZE TRA MEDIOBANCA E MEDIOLANUM? - LA PRIMA HA BISOGNO DI DIFENDERSI PER NON SOCCOMBERE DI FRONTE ALLA SCALATA DI DEL VECCHIO, MENTRE LA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI, ORMAI OTTANTENNI DALLA SALUTE NON PROPRIO DI FERRO, POTREBBE AVERE IN FUTURO PROBLEMI DI ASSETTI - NAGEL HA CAPITO CHE STAVOLTA LA SUA PROVERBIALE RESILIENZA NON BASTERÀ DA SOLA A SALVARGLI LA POLTRONA...

Paolo Madron per www.tag43.it

 

ALBERTO NAGEL

Come dicono in questi casi gli esperti, sulla carta fa senso. Nella fattispecie, visto che stiamo parlando di matrimoni tra aziende, l’unione che fa senso (ma visto che l’espressione ha anche una connotazione negativa, meglio dire che ha un suo perché) è quella tra Mediolanum e Mediobanca.

 

ENNIO E MASSIMO DORIS

Se ne sta parlando in questi giorni nelle segrete stanze, ma che poi si faccia è da vedere. Naturalmente, come di prammatica, i protagonisti smentiscono. Certo è che, tra tanti matrimoni scombiccherati, questo avrebbe le carte in regola per far felici i contraenti.

 

Mediobanca è da tempo sotto attacco di Del Vecchio

Che sono, in ordine rigorosamente alfabetico, Massimo Doris, figlio di Ennio, quello del bastone, del cerchio e della banca intorno a te, ora amministratore delegato di Mediolanum.

 

Leonardo Del Vecchio

E Alberto Nagel, figlio della tradizione di piazzetta Cuccia, dove mise piede un secolo fa, era il 2 aprile del 1991, e lì ha percorso tutta la scala gerarchica fino a diventarne nell’ottobre del 2008 il numero uno.

 

Un vecchio insomma, anche se anagraficamente vecchio non è, poiché il da sempre brizzolato Alberto ha compiuto la scorsa settimana 56 anni. Due più di Doris, che il compleanno l’ha fatto mercoledì 9 giugno. Visto che la congiunzione astrale è la stessa, si direbbe che i due siano nati per stare insieme. Gemelli, se pur diversi.

 

Alberto Nagel

La linea del Piave per difendere le Assicurazioni Generali

Ma cos’è che, zodiaco a parte, li spingerebbe all’unione? Bè, il fatto che ciascuno nel suo ha qualche problema. Quello di Nagel si chiama Leonardo Del Vecchio, arrivato come un treno in corsa a turbare i delicati equilibri che reggono la complessa architettura di Mediobanca, di cui in men che non si dica è diventato primo azionista.

Alberto Nagel

 

Si racconta nel quadrilatero della finanza milanese, che quadrilatero non è più visto che gli sviluppi urbanistici della Milano verticale hanno delocalizzato anche il potere, che il patron di Luxottica si sia piccato per il rifiuto opposto ai suoi piani di conquista dello Ieo, l’istituto oncologico fondato da Umberto Veronesi a cui Enrico Cuccia teneva quasi più che alle Generali.

 

MASSIMO DORIS

Sta di fatto che da allora Del Vecchio ci ha preso gusto: ha investito una montagna di soldi sulla più blasonata delle nostre banche d’affari, ha chiesto e ottenuto dalla Bce di poter salire fino al 20 per cento del suo capitale. Come è noto, la partita è di quelle che da sole cambiano la configurazione di un sistema: Mediobanca è la linea del Piave che difende le Assicurazioni Generali. Se cade la prima cade anche la seconda.

 

Questione di vita o di morte insomma. Del Vecchio, nonostante l’età (ha appena compiuto 86 anni), è mosso da giovanile baldanza. Ma deve fare i conti con Nagel, che è un campione assoluto di resilienza. Poi magari spiegheremo perché.

 

silvio berlusconi ennio doris

Massimo Doris deve pensare ai futuri assetti di Mediolanum

Intanto cambiamo scena, e andiamo a Basiglio, dove nella berlusconiana Milano Tre (non è lontano da Rozzano e dallo Ieo della discordia) storicamente Banca Mediolanum ha la sua sede.

 

Lì quali sono i problemi che angustiano il capoazienda? Doris ne ha uno contingente: il cognato, Oscar di Montigny (ha sposato la sorella Sara con la quale ha prolificamente figliato), è un papabile del centrodestra nella corsa a fare il sindaco di Milano.

 

Ora che Mediolanum finisca giocoforza sui giornali visto che di Montigny è un suo manager, una specie di capo delle relazioni esterne, non piace proprio a Massimo. Ha paura che in sedicesimo possa tornare lo spettro del conflitto di interessi che ha pesato come un macigno sull’impero dell’amico, nonché suo socio, Silvio Berlusconi.

 

ennio doris

La prossima inevitabile uscita di scena di Ennio Doris e Silvio Berlusconi

Ma questo è il meno. Il più viene guardando avanti. Il padre Ennio sta per compiere 81 anni, il Cavaliere suo grande sodale (si incontrarono da giovani a Portofino e lì scoccò la scintilla degli affari) è alla soglia degli 85.

 

Entrambi non hanno proprio una salute di ferro. Massimo, che è uno accorto, ha capito che è il caso di pensare al futuro. Insieme, la sua famiglia e la Fininvest, controllano il 70 per cento della Banca. Ma quel patto di sindacato che fino al 2019 le teneva unite ora non c’è più. Metti che un giorno i figli di Berlusconi decidano di vendere tutto? Metti che all’interno della famiglia Doris i numerosi nipoti non vadano d’accordo?

 

ennio doris e la moglie lina

Di qui l’idea di sedersi con Nagel intorno a un tavolo. Mediolanum, tra l’altro, già possiede una quota del 3 e passa per cento di piazzetta Cuccia. Fininvest invece la sua l’ha appena venduta a Unicredit, che l’ha subito girata a Del Vecchio. Altro segnale che i barbari sono alle porte.

 

Con la fusione Mediolanum diventerebbe il primo azionista di Mediobanca

Le due grandezze, poi, suggeriscono che potrebbe trattarsi di un matrimonio senza eccessivi scompensi. Mediobanca capitalizza in borsa 8,7 miliardi. Mediolanum più di 6.

 

ennio doris virginia raggi

Se si va come è scontato a carta contro carta, gli azionisti della prima verrebbero diluiti di circa la metà, compreso l’arcinemico Del Vecchio che si vedrebbe retrocesso a un 7 per cento. Dall’altra parte, Mediolanum diventerebbe il primo singolo socio di piazzetta Cuccia.

 

Sinergie oltre ai numeri e alle percentuali? Interpellato in proposito, un analista che vuol restare anonimo parla di grandi opportunità, specie per quel che riguarda la rete di vendita nel mondo dell’High Net Worth Individual, che tradotto nel linguaggio del marmista di Velletri (che ha di recente  sostituito la casalinga di Voghera) sono coloro che hanno molti soldi da investire.

 

ennio doris e il cerchio di mediolanum

Si tratterebbe quindi di una fusione insieme difensiva ed espansiva. Nagel ha capito che stavolta la sua proverbiale resilienza (forte dei risultati è sopravvissuto a Geronzi, Bolloré e mille altri cambiamenti) non basterà da sola a salvargli la poltrona.

 

Doris che è meglio essere vescovo di una diocesi più grande che monsignore nella parrocchia di Basiglio. Se sono rose, magari senza troppe spine, fioriranno.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!