ender lilies quietus of the knights

DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - “ENDER LILIES QUIETUS OF THE KNIGHTS” È UN GIGANTESCO, CUPO AFFRESCO DI UN PICCOLO TEAM GIAPPONESE, UN’AVVENTURA D’AZIONE BIDIMENSIONALE CHE CI TRAE PER LUOGHI DALLA BELLEZZA INFRANTA NELLE BIANCHE VESTI DI UNA BAMBINA, NEL DISPERATO TENTATIVO DI DETERGERE UN PIOVOSO MONDO MALATO E AGONIZZANTE DAI MALI CHE LO AFFLIGGONO – UN’OPERA DISPERATA DA UN MONDO DISPERATO, CHE NON CONSOLA MA CI AVVINCE ALLA SUA ARTE - VIDEO

Federico Ercole per Dagospia

 

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Ender Lilies Quietus of The Knights è un gigantesco, cupo affresco di un piccolo team giapponese, un’avventura d’azione bidimensionale che ci trae per luoghi dalla bellezza infranta nelle bianche vesti di una bambina, nel disperato tentativo di detergere un piovoso mondo malato e agonizzante dai mali che lo affliggono.

 

Piove sempre sulle Terre della Fine, una pioggia fitta e mortale che scioglie l’intelletto tramutando umani e animali in mostruosità cancerose, dannate e aggressive che deambulano dissennate per i ruderi di villaggi annientati, per caverne annacquate da rosei liquidi tossici, per solenni manieri diroccati e austere cattedrali sconsacrate; ma sull’altare rotto di una chiesa devastata si risveglia una bambina inerme, silente e bianco vestita, unica superstite di un ordine mistico, la sola che può ambire a detergere l’impurità di questo mondo terminale, guarendolo dai suoi tumori e dai suoi orrori.

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Comincia così Ender Lilies Quietus of the Knights pubblicato da Binary Haze Interactive, per Nintendo Switch, PlayStation, XBox e PC, un’impresa disperante in due dimensioni dagli scenari disegnati a mano che combina il modello di esplorazione labirintica di Metroid e di Castlevania Simphony of the Night con le difficoltà psicofisiche, le narrazioni ermetiche, la disperazione ambientale di Dark Souls o Bloodborne.

 

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Una fusione naturale di toni e modi di giocare già tentata con successo con Salt & Sanctuary e soprattutto con l’eccezionale epopea entomologica di Hollow Knight, la cui tetra, spaventosa grandezza lirica ed estetica Ender Lilies quasi eguaglia per la bellezza angosciosa e infranta dei suoi spazi disegnati, per i i panorami sonori dipinti dalla ritmica costante e deprimente della pioggia, per la musica incantevole e inquietante che contrappunta il gioco e la visione favorendo un melodioso racconto parallelo suggeritore di emozioni, alimentando il racconto tragico dei luoghi morti attraverso i quali trascorriamo, donando pietosa un linguaggio senza parole a ciò che non è più affinché ci rammenti ciò che era stato.

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Se avete quindi  vagato con passione e terrore per le terre di insetti folli di Hollow Knight, Ender Lilies è il vostro piovoso gioco estivo irrinunciabile.

 

 

UNA LUCE NELLE TENEBRE

Il chiarore della protagonista ci attrae con una magnetica potenza rassicurante per questo viaggio contorto, costruendo una dialettica che parrebbe impossibile tra innocenza e corruzione. Ella è incapace di lottare e in sua vece, materializzandosi al suo fianco, combattono ombre purificate che divengono alleate, cavalieri armati di spada, corvi che sputano fiamme, cani zannuti, amazzoni, maghi, streghe, bestie velenose.

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Ci sono innumerevoli abilità, tutte da sperimentare nella loro funzionalità strategica difensiva e offensiva, che si possono “equipaggiare” in coppia di tre per volta, combinandole a seconda della propria preferenza e utilità e sono per lo più limitate da un numero di utilizzo, che ci induce a sfruttarle in maniera oculata, sebbene siano ricaricabili ai punti di salvataggio.

 

La quantità di abilità, tutte potenziabili, favorisce un combattimento vario e mai tedioso, adattabile alla difficoltà progressiva del gioco che è solo raramente davvero punitivo e non risulta mai frustrante.

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È possibile che lo scontro con qualcuno dei “boss” principali possa atterrire durante il primo o il secondo tentativo, ma gli attacchi di questi nemici risultano facili da decodificare così da evitarli e contrattaccare fino alla vittoria.

 

La difficoltà di Ender Lilies risiede soprattutto nell’affrontare la gravità sconfortante delle sue ambientazioni sfinite, nella scoperta di segni o scritti che narrano un altro dramma, nel trovare il cadavere scomposto di una vestale come noi, il suo candore sconfitto dal fallimento definitivo.

 

ESPLORAZIONE DOLENTE

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L’esplorazione risulta disordinata, all’inizio, più che in altri esemplari appartenenti a questo genere avventuroso e d’azione. Ma non si tratta di un difetto, anzi, perché la confusione  muove un tormento interiore e un senso di sgomento.

 

Ci si aprono opzioni diverse di navigazione quindi ci interroghiamo davanti a biforcazioni che conducono a vaste aree peculiari domandandoci quale via percorrere per prima, temendo di smarrirci o perdendoci davvero andando incontro alla morte malgrado la mappa dall’immediata consultazione.

 

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È inevitabile che ci siano, come da tradizione, delle zone raggiungibili solo dopo avere ottenuto una determinata abilità: il doppio salto, una maschera che protegge dal veleno o un rampino, ma il loro utilizzo ai fini di viaggiare per queste vastissime e intricate terre in due dimensioni non è meccanico o scontato ma più misterioso, interpretabile, e solo verso la fase conclusiva del gioco si rivela la profondità con cui questi artifici sono stati pensati in funzione dell’esplorazione e della scoperta dei tanti tesori e segreti.

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Cupo e gigantesco affresco di un piccolo team giapponese, Ender Lilies Quietus of the Knights è la nuova variazione di un modo di giocare storicizzato e talvolta abusato, ma che qui ancora una volta riesce a coniugare in maniera eccellente l’epica del viaggio salvifico nell’ignoto con il racconto dello spazio e del tempo, il gioco con il pensiero, il sentimento con l’estetica. Un’altra opera disperata da un mondo disperato, che non consola ma ci avvince alla sua arte, ad un immaginario favoloso che è il più affine al presente della realtà che lo sogna.

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