blood & truth

DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - NON È ANCORA GIUNTO IL TEMPO IN CUI LA REALTÀ VIRTUALE DIVENTERÀ IL NOSTRO UNICO MODO DI VIDEOGIOCARE MA INTANTO GODIAMOCI “BLOOD &TRUTH”, SVILUPPATO DA LONDON STUDIO, PER IL VISORE DI PLAYSTATION 4 - E’ UN THRILLER-NOIR CHE, ATTRAVERSO LA TRIDIMENSIONALITÀ SPAZIALE DELLA VR, SI TRASFORMA IN UNA FONTE INESTINGUIBILE DI ADRENALINA E DI STUPORE - COS’E’ E COME FUNZIONA PLAYATATION VR - VIDEO

 

Federico Ercole per Dagospia

 

Non è ancora giunto il tempo in cui la realtà virtuale diventerà il nostro unico modo di videogiocare (o di vivere), come predetto da tanta fantascienza; forse non lo diventerà mai e si limiterà ad affiancare il “gaming” tradizionale, se questo non perirà nelle molteplici correnti avverse di uno streaming selvaggio quanto effimero di ogni possibile esperienza ludica.

 

Può essere anzi che altre tecnologie come quella della “realtà aumentata” abbiano in futuro applicazioni addirittura più coinvolgenti, con la loro dialettica inclusiva del vero, di quelle offerte dai visori VR, che escludendo quello cartaceo di Nintendo Switch tendono a distanziarci in maniera fin troppo perentoria da ciò che ci circonda. Inoltre la realtà virtuale ha delle potenzialità che sono assai più affascinanti e possibilmente utili di quelle offerte dal puro intrattenimento.

 

Tuttavia quando finalmente giochiamo un videogame di raro valore ludico pensato esclusivamente per la realtà virtuale realizziamo quanto possa essere potente e incomparabile l’esperienza vissuta indossando il visore e trasmigrando proprio dentro quell’altrove che al contrario ci è solo mostrato da uno schermo.

 

Ci piace assai questo elettronico inganno dei sensi, un’illusione che ha del magico e non può che meravigliare mentre ci stordisce benignamente la ragione, facendoci diventare protagonisti con una malia dall’efficacia stupefacente. Una di queste non comuni pietre miliari per la VR è Blood &Truth , sviluppato da London Studio, per il visore di Playstation 4, tanto che dopo averlo esperito sorge il pensiero che ogni videogioco, non solo d’azione, fondato sulla visuale in prima persona dovrebbe ormai avere l’opzione per essere giocato con il caschetto.

 

NEL VORTICE VISIONARIO DELL’AZIONE

Blood & Truth è un thriller-noir che potrebbe essere convenzionale se lo giocassimo davanti alla televisione, addirittura scadente per le sue dinamiche ripetitive e una storia piatta, una cosa comunque infattibile perché esclusivo per il visore di Sony. Attraverso la tridimensionalità spaziale della VR il videogame di London Studio invece si trasforma in una fonte inestinguibile di adrenalina e di stupore, metamorfizzandoci negli (anti)eroi di un film d’azione dei quali siamo i protagonisti, attori in una messa in scena così credibile da dimenticarci della recita per vivere un’utopia teatrale ispirata alle intuizioni sullo straniamento di Bertold Brecht.

 

Dopo un tutorial già spettacolare persino nella sua desertica, medio-orientale e stra-vista dimensione bellica che ci introduce il protagonista, un soldato delle forze speciali, Blood & Truth comincia ad esaltare davvero in un momento informale, un viaggio in macchina per le strade di Londra. Adagiati sul sedile del passeggero osserviamo il panorama metropolitano sfilare, ascoltiamo le chiacchiere dell’autista nostro fratello, facciamo due o tre tiri da una vaporosa sigaretta elettronica. E’ la banalità del quotidiano che diventa qui straordinaria.

 

Dopo il breve viaggio siamo coinvolti immediatamente nell’intreccio noir, una faida sorgente tra famiglie criminali di ricettatori e altre attività illegali. Una di queste famiglie è proprio la nostra, messa in crisi dalla morte improvvisa del padre.

 

Ogni segmento di gioco è in realtà un flashback, rivissuto e raccontato dal protagonista mentre viene interrogato da un calvo, curioso agente. I personaggi con cui interagiamo, sia della nostra famiglia o quelli ostili, acquistano un rilievo che li rende “veri” e naturali, punto fermo e umano tra lo spettacolo pirotecnico e clamoroso di esplosioni, sparatorie incessanti, vertiginose arrampicate e cadute in vuoti abissali. 

 

Blood & Truth mima l’andamento e l’estetica fracassona del film d’azione, riuscendoci molto bene, ma la dimensione esclusiva in cui ci cala la realtà virtuale lo trasforma nel contempo in un’esperienza intima e intimista, soprattutto nel segmento ambientato in un museo di arte contemporanea, uno dei più affascinanti e teorici di tutto il videogame di London Studio.

 

IMPUGNANDO CONTROLLER LUCENTI

Per giocare a Blood & Truth dobbiamo brandire due controller “playstation-move” la cui forma involontaria ma evidente di falli high-tech coronante in una sfera lucente li trasforma in una specie di opera d’arte sessuale fanta-pop-art. I due controller diventano quindi le nostre mani, utili per impugnare le armi, per appenderci e sollevarci, per trascinarci.

 

Una volta fatta l’abitudine, e ci vuole davvero poco tempo, i due controller funzionano con una precisione notevole, trasformandosi davvero in due appendici che rendono possibili e divertenti tutti i tipi di interazione offerti dal gioco. Se si osserva il giocatore, inconsapevole di come appare, smarrito in un altro mondo possibile, con il casco e le lucine, i cavi che gli scorrono sul corpo, e i due controller, egli sembra una strana opera d’arte cyber-punk o una mutazione ideata da Tsukamoto.

 

Imperdibile per chi possiede un visore per Playstation 4, Blood & Truth conferma la volontà di Sony di continuare a promuovere la sua realtà virtuale, producendo opere di qualità indiscussa, siano queste luna-park elettronici per un puro, scervellato divertimento o esperienze solo contemplative, straordinarie come quelle che ci fanno partecipare ad un concerto di musica da camera o esplorare i mari del cretaceo. 

 

2 - COS’E’ PLAYATATION VR

Il visore per la realtà virtuale di Playstation 4 è venduto separatamente dalla console ed è oggi acquistabile spendendo circa trecento euro, anche meno se si trova l’offerta vantaggiosa. Si tratta di un caschetto munito di un paio di auricolari con audio in tre dimensioni (percepiamo la distanza e la provenienza del suono). Attraverso le lenti del visore vediamo  un ambiente tridimensionale con proporzioni realistiche e ruotando la testa, alzandola e abbassandola la visuale cambia come nella realtà.

 

E’ necessaria anche una Playstation Camera, altro accessorio che costa sui 60 euro, da connettere alla console, perché è questo che traccia i nostri movimenti e li rende riconoscibili. Si può giocare con un normale controller Playstation ma per alcune esperienze sono necessari i “Move” in coppia, i particolari controller con sensori di movimento.

 

L’illusione di essere davvero dentro il gioco è potente, ma attenti al “motion sickness” quellla vertigine e nausea che potrebbe verificarsi dopo sessioni prolungate di gioco, causate dall’inganno subito dal nostro corpo, che sebbene sia fermo nella realtà nel gioco si muove. Non tutti soffrono di questo malessere ma si superare con sessioni brevi e con una serie di opzioni che regolano lo spostamento di visuale, rendendolo meno rapido e fluido.

 

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO