1- BOMBASTICO ATTACCO DELLA MARCEGAGLIA ALLA FIAT E A QUEL MARPIONNE CHE NON PIÙ TARDI DI IERI HA LASCIATO INTENDERE LA SUA VOLONTÀ DI USCIRE DALLA CONFINDUSTRIA - 2- \"NON ESISTONO SOCI DI SERIE A E SOCI DI SERIE B”, E ALZANDO IL TONO DELLA VOCE LA SIGNORA DI MANTOVA HA AGGIUNTO: “NOI NON AGIAMO SOTTO PRESSIONE DI NESSUNO…SONO FINITI I TEMPI IN CUI POCHE AZIENDE DECIDEVANO L’AZIENDA DI CONFINDUSTRIA” - 3- UN MISSILE TERRA-ARIA CHE SEGNA LA FINE DI UN’EPOCA ED ESPRIME LA VOLONTÀ DI TAGLIARE IL CORDONE OMBELICALE CHE DALLA PRESIDENZA DI GIANNI AGNELLI IN POI HA SEMPRE INTRECCIATO I RAPPORTI DEL LINGOTTO CON LA CONFINDUSTRIA E LE ISTITUZIONI - 4- MAI CITATI BERLUSCONI Nè TREMONTI. LUNGHISSIMI APPLAUSI PER DRAGHI E NAPOLITANO -

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  • foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

    ValeriaValeria Licastro e Giustina Destro

    Una platea meno affollata, un\'atmosfera sobria e un clima molto patriottico.
    Così si è presentata l\'Assemblea di Confindustria all\'Auditorium di Roma dove 2.000 imprenditori sono arrivati questa mattina per ascoltare l\'ultimo discorso di Emma Marcegaglia nella veste di presidente dell\'Associazione.

    UgoUgo Brachetti Peretti Lapo Elkann Andrea Tessitore

    Agli ospiti è piaciuta la spilletta tricolore che è stata distribuita insieme alla solita busta di plastica per sostituire gli stemmi del Rotary e dei Cavalieri del Lavoro che molti industriali portano sul petto con orgoglio perfino esagerato. Ed è piaciuta anche la cornice di solennità che ha accolto il Capo dello Stato quando alle 10 in punto è entrato nella sala Santa Cecilia accolto da un lunghissimo applauso.

    SabrinaSabrina Florio

    Sul palco era schierato il vertice di viale dell\'Astronomia, impeccabile nei gessati a righe e con una Diana Bracco che indossava un vestito senza gli svolazzi e i pallini bianconeri che la rendono più maestosa di quanto sia. Prima che la Marcegaglia leggesse sul gobbo elettronico le 38 pagine del suo intervento, le luci si sono abbassate per un video molto bello, realizzato dal produttore Marco Godano, che ha ripercorso i 150 anni dell\'Unità con una sequenza di immagini accompagnate da brani musicali.

    ScaroniScaroni Giuseppe Recchi Patuano e Bernab

    Così, dopo il \"Va pensiero\" di Verdi e le note fuggenti di \"Faccetta nera\", sono risuonati i \"Bella ciao\" di memoria partigiana, \"Volare\" di Modugno fino all\'Inno di Mameli. A questo punto tutta la platea si è alzata in piedi e sugli schermi si è vista l\'immagine di una Marcegaglia commossa che cantava insieme a Giorgio Napolitano, Schifani, Fini, Gianni Letta e a Mario Draghi (quest\'ultimo con le labbra a filo di coltello appena dischiuse, tipo Bancomat).

    MussariMussari

    Poi la signora di Mantova ha snocciolato i suoi ragionamenti ripetendo in modo quasi liturgico l\'analisi sul decennio perduto, e il mancato appuntamento con le liberalizzazioni che sono state messe in disparte in nome di \"una stagione della spesa facile che deve essere considerata chiusa per sempre\".

    NapolitanoNapolitano saluta Montezemolo Fini di spalle

    E qui sono scattati i primi applausi come è accaduto quando la presidente ha preso di petto la politica delle chiacchiere che in un momento così grave per il Paese non rinuncia \"a ridurre drasticamente i suoi privilegi\". C\'è stato spazio anche per il tema delle relazioni industriali sul quale Confidustria ha sbattuto in questi mesi contro il muro della Fiat e della Fiom senza riuscire a creare quel tavolo di convergenze che avrebbe potuto modificare il modello dei rapporti sindacali.

    MassimoMassimo Calearo

    E qualche parola è stata detta anche nei confronti dei referendum, in particolare quello sull\'acqua dove - secondo Confindustria - arrivano \"messaggi fuorvianti o addirittura falsi che rischiano di mettere uno stop al bassissimo grado di affidamento ai privati nella gestione dei servizi pubblici\". Qualcuno in platea ha percepito l\'immagine soddisfatta di Francesco Gaetano Caltagirone, ma il godimento più forte l\'ha provato Fedele Confalonieri quando la Emma ha citato Max Weber, l\'economista-filosofo tedesco che nei suoi scritti non si è mai dimenticato di ricordare \"l\'impegno morale del cittadino nei momenti particolarmente gravi\".

    MontezemoloMontezemolo sorride

    Forse il patron di Mediaset pensava all\'impegno morale del suo amico e capo di Arcore che negli ultimi tempi si è lasciato bacchettare pubblicamente per la sguaiatezza dal suo compagno di gioventù, ma in realtà la Marcegaglia non ce l\'aveva con il Premier assente. La vera frustata è arrivata poco più avanti quando, spostando gli occhi dal leggio elettronico, la signora di Mantova ha lanciato un missile terra-aria nei confronti di quella Fiat e di quell\'amerikano dal pullover sgualcito che non più tardi di ieri ha lasciato intendere la sua volontà di uscire dalla Confindustria.

    LauraLaura Ravetto

    \"Come imprenditrice e come presidente - ha detto la Emma - sento il dovere di rappresentare tutti i 150mila associati, perché non esistono soci di serie A e soci di serie B\", e alzando il tono della voce ha aggiunto: \"noi non agiamo sotto pressione di nessuno...sono finiti i tempi in cui poche aziende decidevano l\'azienda di Confindustria: proseguiremo a modernizzare le regole sindacali senza strappi improvvisi che fanno male al sistema delle imprese e del Paese\".

    MarioMario Draghi

    Poco è mancato che la galleria della sala Santa Cecilia, costruita da Renzo Piano, non venisse giù per gli applausi, e per un pelo Yaki Elkann e l\'imperdibile Lapo hanno perso l\'abbronzatura che distingue gli uomini della Sacra Famiglia degli Agnelli e della Fiat dalle plebi operose. È stato un attacco frontale, quello della Marcegaglia, che segna la fine di un\'epoca e esprime la volontà di tagliare il cordone ombelicale che dalla presidenza di Gianni Agnelli ha sempre intrecciato i rapporti dell\'azienda torinese con l\'apparato confindustriale e le istituzioni.

    LapoLapo e Andrea Tessitore

    Ma non è finita qui perché con il volto sempre più tirato e gli occhi fissi sulla prima fila delle autorità, la lady di acciaio ha lanciato il suo \"avviso finale\" che si può riassumere così: \"nei momenti difficili e di grande discontinuità, noi imprese italiane, noi Confindustria, siamo pronti non sono a tutelare le imprese ma a batterci con tutte le forze, anche fuori dalle nostre imprese\".

    LapoLapo Elkann

    Parole sorprendenti, quasi rivoluzionarie, e simili a quelle che si sentono dalla bocca dei sindacalisti e degli operai più incazzati davanti ai cancelli delle fabbriche. L\'urlo della \"pasionaria\" di Mantova ha eccitato la platea dei 2mila imprenditori che forse non hanno colto appieno il significato dirompente di un\'affermazione tanto impegnativa che sembra trasferire la Confindustria dalle sponde fiacche alle piazze più rabbiose.

    II brachetti peretti Lapo Elkann e Andrea Tessitore

    A dar credito a questa svolta non sono soltanto gli applausi dei 2mila imprenditori comodamente seduti nelle poltroncine rosse dell\'Auditorium, ma la marcia dei 3mila che domani alle 17 si svolgerà a Treviso per dimostrare che si deve camminare sulle proprie gambe. L\'appuntamento è stato organizzato da Unindustria Treviso, l\'Associazione che rappresenta il popolo dei piccoli e medi industriali della provincia trevigiana.

    GiorgioGiorgio Fossa e Gianni Letta

    A organizzare la marcia è il presidente Alessandro Vardanega, il 47enne industriale dei laterizi che ha chiesto anche alla Marcegaglia di partecipare. Lei ci sarà, con la stanchezza addosso di molte battaglie fallite, ma con l\'orgoglio che alla fine della convention di oggi l\'ha portata a gridare nel microfono: \"viva l\'industria, via il lavoro italiano, viva l\'Italia!\".

     

     

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