1- MARONI È PRONTO SÌ O NO A BUTTARE A MARE BOSSI E SOSTITUIRLO COME LEADER? 2- A CORTINA RIMBOMBA MINACCIOSO TRA BATTISTA E PARAGONE UN “C’è VITA DOPO BOSSI? - 3- PARAGONE, IL PAPPAGONE DI MARONI: “È SEMPRE STATO UN UOMO D’AZIONE, MA NON DENTRO IL PARTITO. LA CORRENTE MARONIANA È NATA SUI GIORNALI. DETTO QUESTO, TRA CALDEROLI E IL TROTA, MARONI È L’UNICO CHE HA DIMOSTRATO DI ESSERE SERIO E CONCRETO” - 4- SUMMIT SULLA TERZA REPUBBLICA TRA BERTINOTTI, BATTISTA, CAPOTOSTI E CISNETTO. BERTY, TANTO PER DISTINGUERSI, OPINAVA: MEGLIO ARRIVARE DIRETTAMENTE ALLA QUARTA - 5- L’EVENTO: PER UNA VOLTA, LA VILLA ARZILLISSIMA DEL CADORE PERDUTO È SCESA SOTTO L’ETÀ MEDIA DEI 50 ANNI, MERITO DI AMEDEO “TROTTOLINO AMOROSO” MINGHI, CHE NON È CONGIUNTIVO ESORTATIVO DEL VERBO MINGERE PRONUNCIATO DA FANTOZZI

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  • Ampezzanus Maleficus per Dagospia
    Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

    Stefano ZecchiStefano Zecchi Riccardo VillariRiccardo Villari

    Caro Dago,
    ti dirò: non mi meriti. Io mi travesto a begonia e dormo in un pagliaio per mandarti la prima spremitura delle cronache inside di Cisnettopoli, e tu non mi curi. Poi ti arriva una fottuta fotuccia del tuo adorato Pizzi che ritrae lo Smontezemolato in Vespa a Cortina, e ci monti un caso. Ebbene sì, sono geloso come una scimmia: lo so che preferisci quel laidone di Pizzi a me. Ma io non desisto, anzi insisto. Adesso ti becchi un reportage che neanche Carlito Rossella ai bei tempi.

    "Cornuto": il reportage comincia così, ma non detto a te, per quanto tu possa meritartelo. Detto da Bossi a Pigi Battista, il columnist corrierista più amato da Paolone Mieli, al punto da averne mutuato toni, interiezioni e gestualità.

    Zecchi e BarattaZecchi e Baratta Fiamma NirensteinFiamma Nirenstein Cisnetto e BattistaCisnetto e Battista

    Battista ha avuto il merito di pizzicare il declino del Senatur spernacchiante con un corsivo sul suo giornale e Fra' Cisnetto, detto fatto, ha combinato un faccia-a-faccia tra lui e il telegiornalista più amato dal Carroccio, cioè Gianluigi Paragone, conduttore de "L'ultima parola", già direttore della Padania, nato a Varese da padre campano e madre siciliana, ovvero l'unico altro terrone (oltre la consorte) tollerato dall'ex celodurista fondatore della Lega. Titolo del faccia-a-faccia: "C'era una volta la Lega". Chiaro, no?

    Essersi beccato del "cornuto" da Bossi, sia pure per interposto collega che ha fatto da tramite, era il minimo per Battista, visto quel che scrive e dice del Senatur: "un caso umano e politico". "E' incredibile che un ministro della Repubblica comunichi al mondo con pernacchie, rumori, vaffanculo, avete rotto i coglioni, nano di merda, con tutti quei suoni gutturali, parole incomprensibili, movimenti patetici, un braccio malfermo che s'appoggia sulla mano destra per mimare quell'antico celodurismo che evocava l'antico vigore. Chi vuole bene alla Lega dica a Bossi di fermarsi prima che questa deriva porti a un esito catastrofico".

    Cisnetto e BuonamiciCisnetto e Buonamici

    Mamma mia, che batosta. Epperò: come smentirla? C'ha provato Paragone, ma con molta prudenza: "Bossi ha sempre avuto tinte forti...". Chiamale forti! "E bisogna chiedergli, oggi, se sta ancora usando quel simbolismo forte lanciato vent'anni fa perché pensa gli occorra come ulteriore rottura o solo come atto finale di un percorso politico".

    Adesso, Dago, non è che voglio fartela lunga, però qualche annotazione questo botta e risposta la merita ancora. Battista: "Il problema vero della Lega è ormai il rapporto con Berlusconi. La Lega non corre più da sola neanche a Varese. Perchè non lo fa? Perchè altrimenti logorerebbe proprio il rapporto con Berlusconi. Ma così ha spostato sempre più il suo bacino su Roma".

    Riccardo VillariRiccardo Villari Pierluigi BattistaPierluigi Battista

    Paragone: "Maroni dice cose che la gente vuol sentire, una nuova generazione di leghisti si è avvicinata al Carroccio per sentire parole nuove sulla sicurezza nazionale. Sì alla Padania, ma anche al made in Italy protetto, no all'Islam e all'immigrazione selvaggia. Solo che lo sfondamento verso Sud non c'è stato".

    Ma gira e volta, alla domanda vera posta da Cisnettone la risposta non è arrivata: Maroni è pronto sì o no a buttare a mare Bossi e sostituirlo come leader? "Non so se ne avrà mai voglia", confessa Paragone, "è sempre stato un uomo d'azione, ma non dentro il partito. La corrente maroniana è nata sui giornali, ma non giurerei che sia vera anche dentro il partito. Detto questo, tra Calderoli e il Trota, Maroni è l'unico che ha dimostrato di essere serio e concreto".

    Crudele Battista: "Gianluigi, suggerisci alla Lega di privatizzare la Rai!". Difensivo Paragone: "Sulla Rai non posso esprimermi, sarei in conflitto d'interessi". E poi aggressivo: "O Bossi e Berlusconi si rimettono in sintonia con l'elettorato o saranno abbandonati. Dentro la Lega, come spesso Radio Padania quando può racconta, viene fuori la contestazione. E i contestatori chiedono a Bossi di lasciare Berlusconi!".

    Ecumenica la conclusione di Battista: "Il mio terrore è che in Italia possa instaurarsi il caos più totale, alla fine di questa fase politica. Per cui mi sembra una buona cosa se nella Lega si sta preparando una successione razionale".

    Paolo BarattaPaolo Baratta Minghi e CisnettoMinghi e Cisnetto

    Tanto ecumenismo non ha però evitato al vice-Mieli di essere - verbalmente, ma c'è mancato poco... - aggredito, sulla soglia dell'Audi Palace, da un leghista sfegatato con moglie: "Ero in canotta, sono andato a mettermi la camicia per tornar qui a dirgliene quattro. Mi sono fatto il culo così per una vita per avere duemila euro di pensione e adesso lei vieni a parlar male di tutto, senza conoscere il Veneto? Il federalismo si deve fare, i nostri sacrifici di oggi sono un investimento!". Chi non vorrebbe avere una base elettorale così?

    Per esempio la vorrebbe avere il Pdl, ma non ce l'ha. A dispetto di alcuni gran simpatici che ne popolano le file. Come il sottosegretario Riccardo Villari, gran signore napoletano, medico prestato alla cultura, che ha tenuto banco nel convegno "Con la cultura si mangia". Conduttrice, sora Cesara Bonamici, co-starring: Maurizio Scaparro, regista, Stefano Bellicapelli Zecchi, docente di estetica (un po' come un oste astemio) e Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia.

    Gideon MeirGideon Meir Luigi CompagnaLuigi Compagna

    Villari ha detto che la cultura è un settore che può e deve fare da volano per la nostra economia, come se avesse sentito lo Sgarbone nazionale dell'altro giorno. E Baratta - una delle poche persone serie in quel genere di ruoli - gli ha dato manforte, ricordando che "il Made in Italy non sono solo i prodotti che vendiamo, ma come siamo fatti noi. La vera risorsa primaria del Paese è come siamo noi, come coltiviamo noi stessi e le future generazioni". Sante parole.

    Sante note, invece, la sera al Miramonti, dove mi sono fiondato dopo aver grufolato avanzi nel mio pagliaio, e sono rimasto sbigottito: per una volta, Villa Arzilla è scesa sotto l'età media dei 50 anni, merito di Amedeo Minghi, che non è congiuntivo esortativo del verbo mingere pronunciato da Fantozzi, come potresti pensare tu, caro Dago, che sei sempre un malpensante, ma è il grande cantautore, che non fa pisciare né cagare, ma applaudire, perchè è bravo e non se la tira.

    Giovanni ValentiniGiovanni Valentini

    Sora Iole l'ha intervistato, e s'era preparata a puntino, lui ha trasmesso dei video e ha cantato "Vattene amore", e insomma: qualche momento veramente bello. E beccati un altro scoopettino: "A ottobre, su Rai Uno, andrà in onda la fiction Anita, della quale ho scritto il soggetto e le musiche", ha rivelato Minghi, "sarà il programma di punta per quanto riguarda le celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia".

    Maurizio ScaparroMaurizio Scaparro

    E sentendo parlare di un'altra eroina, donna Iole era tutta lì che fremeva di brividi corporativi: "Una donna di polso, che gli insegnò a cavalcare al marito Garibaldi", proprio come Cisnetta con Cisnetto, che se non c'era lei lui era ancora nella natia Sampierdarena.

    Ah, scusami: intanto che io mi dislocavo al Miramonti, lasciavo una microspia al Pala per annotare che Gideon Meir, ambasciatore d'Israele in Italia, scorta di massima sicurezza attorno al tendone, esternava il suo garbato scetticismo sulla "primavera araba" nel convegnone sul "Perchè resiste il pregiudizio antisemita".

    Gianluigi ParagoneGianluigi Paragone Cesara BuonamiciCesara Buonamici Amedeo MinghiAmedeo Minghi Pierluigi BattistaPierluigi Battista

    "Speriamo che sia una primavera, e non un autunno o un inverno. Bisogna accertarsi che tutti i paesi vadano verso una democrazia, unico modo per garantire l'assenza di una guerra", ha detto l'affabile ambasciatore, che fra qualche mese lascerà (malvolentieri) l'Italia per tornare in Israele.

    Come? Mi rinfacci di non avere il dono dell'ubiquità? Sei veramente...E poi non è vero, perché al Miramonti mentre con un occhio e un orecchio seguivo Trottolino Amoroso, con gli altri due coglievo un summit politico cui partecipavano fino a tarda ora Bertinotti (in attesa di palcoscenico), Battista (post palcoscenico), Capotosti e Cisnetto. Di cosa si parlava: ma di Terza Repubblica, ovviamente. Anche se Berty, tanto per distinguersi, diceva che era meglio arrivare direttamente alla Quarta.

    Non te l'aspettavi, eh, questa chiusa? Ma io non finirò mai di stupirti, caro Dago. Anche perchè da oggi inizia una quattro-giorni col botto, per concludere in bellezza, e tra poco mi berrò a garganella un faccia a faccia a cinque stelle tra il Sor Fausto Bertynight e Sergino Chiamparino. E ancora - tieniti forte - Lellina Curiel, Lina Sotis, Sora Lella Bertinotti, e ri-Stefano Zecchi che sotto le stelle e sotto l'Audi Palace, condotti per mano da Cesarona Buonamici, parleranno di "Moda e Modi". Wow!
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    Ampezzanus Maleficus

     

     

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