la capria libro

CAFONALINO - PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI RAFFAELE LA CAPRIA, “IL FALLIMENTO DELLA CONSAPEVOLEZZA”, ALLA “SOCIETA’ DANTE ALIGHIERI” DI ROMA - DA RENZO ARBORE A DOMENICO DE MASI, DA MARISA LAURITO A CHIARA GAMBERALE E SANDRO VERONESI, ECCO CHI C’ERA - UN ESTRATTO DEL LIBRO: "C'E' UNA SPECIE DI ABITUDINE CIECA DEI CRITICI: SISTEMARE INSIEME GLI SCRITTORI NAPOLETANI SOLO PERCHE' SONO NAPOLETANI..."

raffaele la capria (2)

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

 

LA CAPRIA: SCRIVERE PER SFUGGIRE ALLA CONDANNA DELLA NAPOLETANITÀ

Un brano del libro “Il fallimento della consapevolezza” di Raffaele La Capria pubblicato da www.corriere.it

 

raffaele la capria filippo ascione

Si parla sempre di «letteratura napoletana». Sarebbe meglio parlare di letteratura e basta. Siccome Napoli ha una grande risonanza e ha dato di sé stessa al mondo un’immagine molto forte, gli scrittori che sono nati a Napoli in quell’atmosfera e che, anche leggermente, fanno un riferimento alla città, rientrano implacabilmente nell’insieme degli scrittori napoletani.

 

Non si parla mai di «scrittore milanese», di «scrittore torinese» o di «scrittore veneziano» con la stessa evidenza, sottolineando la provenienza come si sottolinea per uno scrittore napoletano. È un po’ colpa, come dicevo, della risonanza che l’immagine di Napoli ha nel mondo. Abbiamo sì, certo, nella nostra immaginazione le radici napoletane che hanno dato una forte connotazione alla nostra scrittura e alla nostra maniera di vedere il mondo.

raffaele la capria firma il libro a geppy gleijeses

 

Devo dire che io mi propongo sempre di scrivere dei libri che vadano bene per qualsiasi lettore, non soltanto per lettori interessati a Napoli o alla terra e alla questione napoletane. C’è una specie di abitudine critica, una consuetudine di molti critici: sistemare tutti insieme gli scrittori napoletani soltanto perché sono napoletani. Per questo ho ideato una parodia, e ho pensato agli scrittori napoletani come ai sette nani di Biancaneve.

 

raffaele la capria autografa il libro a raffaella e luigi chiariello

Ci sono Brontolo, Pisolo, Eolo... e allo stesso modo ci sono La Capria, la Ortese. Ma in realtà La Capria e la Ortese sono diversi, come possono essere diversi due scrittori di qualsiasi altra parte d’Italia. Questa smania di omologazione è piuttosto irritante, soprattutto perché uno scrittore si sforza per tutta la vita di creare una propria identità, a volte anche su una piccola differenza. Quella differenza su cui uno scrittore gioca la sua vita di scrittore. Se viene annullata dall’omologazione della napoletanità, che senso può avere lavorare per una vita?

 

pubblico

L’omologazione c’è, c’è dappertutto. Ma quella che si esercita a Napoli ha caratteristiche particolari. Consiste nell’allineamento di scrittori diversi tra loro come se tutti avessero scritto nello stesso modo, con lo stesso tipo di ispirazione, con la stessa visione di Napoli e del mondo. Anche se non è vero.

 

proiezione video intervista a raffaele la capria

Prendiamo Pomilio, uno scrittore cattolico che si rifà a Bernanos o a scrittori per così dire cattolici, che parlano di questioni spirituali, non di analisi dei luoghi. Ebbene, quando si evocano gli scrittori napoletani, anche Pomilio viene incluso. La Ortese ha un modo tutto suo di vedere il mondo, un’ottica favolosa che appartiene solo a lei. E così Prisco, Rea e tutti gli altri. Ognuno ha una sua particolarità che ne ha formato la sostanza di scrittore. Non vanno omologati, non vanno messi tutti in un sacco.

 

paola pitagora

Alcuni hanno parlato di dimensione onirica per Ferito a morte. Per me ha invece un’ispirazione soprattutto lirica; per il modo in cui è costruito, più che un romanzo è un poema in prosa. Il romanzo autentico è tutta un’altra cosa. Ferito a morte risponde a uno schema architettonico, come accade al romanzo, ma in modo musicale, come accade a una partitura. Per questo dico che la sua è una struttura lirica.

 

ludina barzina

 

So che la mia è una scrittura molto vocale, nel senso che quando scrivo cerco di far emergere il suono della voce. Una scrittura orale, che viene come fosse voce che esce dal petto. Che dunque contiene oralità e immediatezza. Ma la percezione qualche volta giunge prima del pensiero. Tu senti freddo, poi capisci quel freddo da dove viene. Ti bruci la mano, e poi ti accorgi di aver toccato qualcosa che ustiona. Questa è l’immediatezza, cioè la percezione che si coglie prima del pensiero. Io ho cercato nelle parole una scrittura di percezione, prima che di pensiero. Il tessuto di Ferito a morte è fatto di chiacchiera, di gente che parla, parla, spesso anche a sproposito.

libro presentato

 

Il più delle volte dice soprattutto sciocchezze, però per me era molto importante far capire che questa stupidità della chiacchiera dimostra la pochezza della classe dirigente napoletana, della nostra borghesia. È una critica della borghesia napoletana realizzata dall’interno, mostrando come parla e dunque com’è.

 

Ed è una critica che si accorda, come abbiamo visto, con ciò che ho scritto nell’Armonia perduta, in cui si dice che a un certo momento c’è stata una specie di frattura. E da quella frattura è nata a Napoli una nuova maniera di parlare e di pensare dopo la guerra civile. È questa frattura che ha determinato il silenzio della borghesia, che da allora per l’appunto è stata solo classe «digerente».

ida di benedetto

 

Ma come si può sentire il silenzio? Facendo dire a tutti delle sciocchezze, facendo ascoltare quel parlare a vuoto, quel parlare inutile, ed è come attraversare la stupidità di una classe che dovrebbe essere dirigente e non lo è. Insorge allora un dolore in quell’orecchio costretto a sentire tutte queste chiacchiere, e quel dolore è il vero punto di vista del libro. Si tratta di una denuncia tutta implicita.

 

Non ho mai voluto fare una denuncia ideologica. Le detesto, quelle lasciamole fare ai politici. Gli scrittori devono sollevare denunce esistenziali, devono far esistere la denuncia nel racconto stesso che fanno. (...) La letteratura non si esprime attraverso il discorso ideologico, ma con il discorso letterario. Questo non vuol dire che non si occupi di ideologia.

 

geppy gleijeses con renzo arbore

La questione della lingua è il motivo per cui Ferito a morte è un romanzo non traducibile, come accade ad altri libri italiani importanti. Prendiamo Gadda, non si può tradurre. Si può fare solo con quegli scrittori che usano una lingua normale. Gli altri sono intraducibili. La mia lingua è un italiano costruito sulla struttura sintattica del dialetto napoletano. È come se ci fosse dentro l’anima, lo scheletro e la forma della frase napoletana. Le parole invece sono tutte italiane. Il risultato è una fonia che si sente come un italiano parlato da un napoletano. Un italiano cantato, con l’accento mediterraneo.

raffaele la capria firma il libro a marisa laurito

 

Ma tutto questo cambia anche a seconda dei personaggi. Quello che appartiene a un ceto popolare parla in un modo, chi appartiene al ceto borghese parla in un altro. Come puoi rendere tutto questo in una lingua straniera? In più ci sono i giochi di parole che si fanno sul dialetto. C’è un personaggio, per esempio, che si fa chiamare «conte» perché deve pagare il «conto». Sono elementi che non solo non si percepiscono in una traduzione, ma non sembrano nemmeno interessanti. La sola difficoltà di cui soffre Ferito a morte è questa.

chiara gamberale sandro veronesi elisabetta rasychiara gamberalechiara gamberale sandro veronesi elisabetta rasy massimiliano coccia raffaele la capriaraffaele la capriaandrea cardella ripa di meanasandro veronesirenzo arborerenzo arbore paola pitagora domenico de masi ida di benedettorenzo arbore domenico de masirenzo arbore paola pitagora domenico de masi e ida di benedettochiara gamberale raffaele la capriaelisabetta rasy

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…