CI VUOLE LA GUERRA IN ISRAELE PER METTERE INSIEME DESTRA, SINISTRA E CENTRO - IL MINISTRO RONCHI E FURIO COLOMBO, VALORI E RANIERI, FRATTINI E OLGA D’ANTONA - FASSINO TROVA ADORNATO, GASPARRI E CHICCO TESTA - TOH, RICICCIA OTTAVIANO DEL TURCO -

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  • Fabio Perugia per Il Tempo
    Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

    AndreaAndrea Ronchi e Fabio Perugia - Copyright Pizzi

    C\'è la Comunità ebraica romana. C\'è chiunque abbia la voglia, e la forza, di sostenere le ragioni di Israele. E allora ecco che le adesioni alla manifestazione, l\'unica pro-Israele in questo sabato travolto dalle bandiere bruciate e le scritte antisemite, non conosce colore.

    C\'è il ministro Andrea Ronchi. Arriva, sorride, saluta. Condanna: «Noi siamo per la libertà e la democrazia di Israele aggredita da Hamas». È indignato per la Stella di David bruciata, il ministro per le Politiche europee. E quando salirà sul palco per dire la sua lo sarà ancora di più.

    Giancarlo Elia Valori intanto se ne sta seduto in prima fila già da un po\', in attesa che inizino i discorsi. Parlotta a più non posso. A destra con Daniele Capezzone, a sinistra con Fabrizio Cicchitto. Il pesidente dei deputati del Pdl ricorda il lavoro fatto dal ministro Frattini: «La tregua va bene, ma solo se Hamas la smette di offendere». Poi si scatena sulle manifestazioni di Milano: «Sono inquietanti quelle fatte dagli immigrati in Italia. Hanno il diritto di protestare, ma se arrivano a bruciare le bandiere e poi si mettono a piazza Duomo a manifestare in maniera religiosa. A piazza Duomo! È inquietante», ripete.
    Arriva anche Umberto Ranieri. La cosa si fa bipartisan per davvero. Il democratico dice a Furio Colombo, lì accanto, di «capire le ragioni dell\'attacco. Però se Israele dà una mano...».

    AndreaAndrea Ronchi e Fabio Perugia - Copyright Pizzi

    Comunque condanna netta su Hamas. La sala è quasi colma. Il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici se ne sta seduto accanto a sua moglie Alessandra, sempre in prima fila quando il marito è chiamato a presenziare occasioni importanti. Pacifici scrive e riscrive su un pezzo di carta i suoi appunti per il discorso. Si alza solo per salutare gli onorevoli che arrivano. Da Fiamma Nirenstein ad Alessandro Ruben, da Gustavo Selva a Ferdinando Adornato per l\'Udc, da Gianni Vernetti a Olga D\'Antona e Maurizio Gasparri. Arriva anche Ottaviano Del Turco e l\'ex presidente della Comunità ebraica romana, Leone Paserman, quasi supplica un fotografo di essere immortalato assieme al parlamentare. L\'ambasciatore di Israele in Italia, Gideon Meir, sbuca all\'improvviso. Nel caos dei flash sembra quasi un\'apparizione.

    AndreaAndrea Ronchi e Giuseppe di Segni - Copyright Pizzi

    Finalmente arriva Piero Fassino. Il democratico è stato chiamato a rapporto da Walter Veltroni tre giorni fa e incaricato portavoce del partito per l\'evento. Tanto per far capire che all\'interno del Pd non è solo Massimo D\'Alema a fare politica estera. E ora è il momento di dimostrarlo. Le mani di Pacifici, Renzo Gattegna, Meir, Ronchi e lo stesso Fassino si chiudono una sopra le altre in segno di unità. L\'immagine è pronta, tocca alle parole.

    «Hamas può essere un interlocutore solo se riconosce lo stato di Israele», spiega Fassino che ci tiene a condannare i lanci di razzi delle milizie. Ma l\'obiettivo finale, dice, «deve essere la creazione di due stati per due popoli e che siano entrambi democratici». Il dovere «è quello di non considerare inevitabile il conflitto» e che «si torni il più rapidamente possibile alla politica, alla parola, al negoziato».

    AndreaAndrea Ronchi e Riccardo Pacifici - Copyright Pizzi

    Applausi. Come per Adornato che dice di «essere qui per difendere me stesso, l\'Occidente. Israele siamo noi. Se dobbiamo condannare qualcuno per questa guerra è Hamas, che mette i civili sugli obiettivi militari». Adornato invita governo e Europa a non lasciare solo lo stato «ebraico», e auspica l\'ingresso di Israele nella Nato. Ma per parlare di pace, spiega Pacifici, «bisogna che finisca il lancio di missili da Gaza».

    Dalla sala ancora applausi, per tutti. Ormai i posti a sedere sono esauriti. In piedi, giù in fondo, ci sono anche i diplomatici dell\'ambasciata di Israele, tanta è la gente. Sembrano più presi a controllare che tutto sia a posto. Poi di scatto si girano verso il palco. «Cari amici, il 15% degli israeliani è costretto a stare nei rifugi». È l\'ambasciatore Meir che parla. «Noi non siamo contro il popolo palestinese, siamo contro Hamas. Sostenere Israele è sostenere la pace». Fassino e Ronchi battono le mani.

     

     

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