UN CONVEGNO A MILANO DEI TIPINI FINI CON FINI IN PERSON PER FAR DISPETTO A BERLUSCONI - \"IL GIORNALE\": ’UNO SCHIAFFO ANCOR PIÙ DOLOROSO PERCHÉ SFERRATO NELLA SUA CITTÀ’ - GIAN-’MENEFRIGO’ SI ALLENA ALACRE PER LA DEBERLUSCONIZZAZIONE DEL PAESE PERDUTO - IN ATTESA DI SVILUPPI GIUDIZIARI CHE POTREBBERO ESSERE DESTABILIZZANTI PER I MINISTRI EX-AN CHE LO HANNO TRADITO, SUSSULTI CHE LO STAFF DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA COLLOCA IN ESTATE, TRA LA FINE DI GIUGNO E IL MESE DI SETTEMBRE - IL CAFONAL DI PIZZI è DEDICATO AL LIBRO \"FARE PACE\" DELLA COMUNITà DI SANT’EGIDIO (GRAN SPONSOR DEL TERZO POLO DEL TRIO MONTEZEMO-FINI-CASINI), STARRING FINI INTRONATO TRA GLI SCALPITANTI AMATO E VELTRONI (IL PIZZINO “FARE PACE? FARE FINTA!”)

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  • foto di Umberto Pizzi da Zagarolo alla presentazione del libro della Comunità di Sant\'Egidio

    GIANFRANCOGIANFRANCO FINI WALTER VELTRONI

    1 - IL PIZZINO DI FINI: \"FARE PACE? FARE FINTA!\" - VELTRONI: \"NON ERA PER ME\"...
    Andrea Garibaldi per il \"Corriere della Sera\" - ...Alla presentazione di un volume della Comunità di Sant\' Egidio (\"Fare pace\") è tornato a parlare di \"ius soli\", cioè della cittadinanza italiana per chi nasce e cresce in Italia. Al termine, Fini ha lasciato sul tavolo un biglietto: \"Fare pace, fare finta!\". Una sintesi del rapporto con Berlusconi? Il portavoce nega: «Si riferiva a ciò che stava dicendo Giuliano Amato su Serbia e Kosovo». Fini sedeva vicino a Veltroni, che ha detto: «Il messaggio non era per me».

    2 - I FEDELISSIMI LANCIANO LA SFIDA NEL FEUDO DEL CAV

    Giannino della Frattina per Il Giornale

    GIANFRANCOGIANFRANCO FINI WALTER VELTRONI

    Un convegno a Milano per far dispetto a Berlusconi. E a chi nel Pdl, magari anche arrivando da An, ha scelto di rimanere con lui. Uno schiaffo ancor più doloroso perché sferrato nella sua città, deve aver pensato Gianfranco Fini accomodato in uno dei suoi tanti pensatoi di cui si è ormai perso il conto. E che passano il tempo a disegnare quella che i fedelissimi del presidente della Camera e chi lo lusinga (magari a sinistra) amano definire la «destra moderna ed europea» e di cui Fini si è autonominato motore immobile.

    KATERINKATERIN PRICE E FIGLIO LEONARDO

    Roba che l\'italiano medio nemmeno capisce di che si parli. O che l\'elettore di centrodestra fatica a riconoscere nel programma per cui ha votato alle ultime elezioni. Irriconoscibile, peggio della moglie sposata trent\'anni fa. Solo che la moglie alla fine bene o male è sempre quella, la destra di Fini (dopo Fronte della gioventù, Msi, Elefantino, «Mussolini grande statista», «fascismo male assoluto», An, Pdl, post Pdl, «porte aperte agli immigrati e coppie di fatto») è ormai un\'idra dalle mille teste. Inafferrabile come il mostro della mitologia a cui tagliata una testa, ne spuntavano altre due. Nuove di zecca.

    WALTERWALTER VELTRONI

    Un convegno per Fini a Milano, dunque, che nelle intenzioni (come sempre non dichiarate) degli organizzatori dovrebbe rimescolare il ventre molle della destra lombarda e di tutto il Nord. Ma che, ad ascoltare un politico di lungo corso, sarà l\'ennesimo flop della strategia suicida dell\'ex leder di An. «Magari riempiranno la sala - assicura -, ma solo di curiosi. Di giornalisti e gente andata lì a cercar di capire che fine farà questo folle tentativo di fare a pezzi il centrodestra».

    GIANFRANCOGIANFRANCO FINI

    L\'ultima volta non andò per niente bene. Era il 27 febbraio e «Libertiamo», creatura dell\'ex radicale oggi pdl Benedetto Della Vedova, organizzò a Milano una tavola rotonda. «Placata la bufera, torniamo al libero mercato», ma ad accogliere Fini (nonostante non si fosse ancora esibito nello strappo con Berlusconi) non c\'era proprio nessun dirigente. Né del Pdl, ma nemmeno ex di An. Brutto segno per un leader ormai già troppo lontano anche dai suoi. Ora il nuovo tentativo.

    GIANFRANCOGIANFRANCO FINI

    L\'appuntamento è per giovedì 27 maggio negli spazi vasti della Fiera di Rho-Pero. Proprio lì dove, racconta un colonnello lombardo del centrodestra, a dargli una mano potrebbe essere Ferruccio Ferranti, consigliere delegato di Sviluppo sistema Fiera e molto legato al ministro Andrea Ronchi. E dunque a Fini. Un appuntamento per marcare il territorio. Magari sotto le insegne di «Generazione Italia», l\'ultima nata nella galassia finiana.

    GIULIANOGIULIANO AMATO GIANFRANCO FINI

    Soprattutto dopo che a Milano il coordinatore nazionale del Pdl Ignazio La Russa qualche domenica fa ha fatto il pienone riunendo all\'Auditorium deputati, senatori ed eletti per dar vita alla Nostra destra nel Pdl. C\'erano tutti. «Non una corrente - spiegò il ministro - ma un\'area di pensiero interna al partito. Per farlo crescere e sempre fedeli al progetto di Berlusconi».

    WALTERWALTER VELTRONI

    Ora Fini vuol marcare il territorio. Nemmeno la politica fosse una partita di Risiko con le truppe da spostare in casa del nemico. Il problema è che Fini a Milano ha più colonnelli che soldati. Oddio, anche quelli con i gradi addosso non sono più di un pugno e le battaglie, si sa, si vincono con le truppe.

    FRANCOFRANCO FRATTINI

    E, infatti, anche ieri la scelta dei responsabili regionali nominati dal comitato nazionale di Generazione Italia non ha riservato nessuna sorpresa. In Lombardia saranno l\'europarlamentare Cristiana Muscardini, il senatore Giuseppe Valditara, l\'ex deputato e oggi assessore alla Salute del Comune di Milano Giampaolo Landi di Chiavenna, l\'ex radicale Benedetto Della Vedova e l\'ex deputato di An Alberto Arrighi poi passato alla Destra di Francesco Storace. In Lombardia sono in cinque. Almeno fino alla prossima conta.

     

     

     

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