fuortes jill morris flauto magico

UN FLAUTO DAVVERO MAGICO – ANCHE ROMA E’ RIMASTA A BOCCA APERTA PER LA MERAVIGLIA DELL’ALLESTIMENTO DI BARRIE KOSKY E SUZANNE ANDRADE - REDUCE DAL SUCCESSO IN TUTTO IL MONDO, LO SPETTACOLO IPNOTIZZA NELLA COMPRESENZA TRA CANTANTI E ANIMAZIONI CHE INTERAGISCONO IN DIRETTA TRA LORO – ALLA PRIMA, TRA TORNATORE E SILVIO ORLANDO, BRILLA LA SFOLGORANTE AMBASCIATRICE INGLESE JILL MORRIS IN VERSIONE PUNK (PIZZO NERO E CHIODO) - VIDEO

 

1 – CON IL FLAUTO È TUTTO MAGICO

jill morris

Lucilla Quaglia per “il Messaggero”

 

Luci soffuse e suggestive prove d' orchestra che riecheggiano nell' atrio. Grande attesa, ieri sera, per l' apertura della stagione lirica del Costanzi con la prima nazionale de Il Flauto magico di Mozart. Alla prestigiosa premiere sfilano come sempre personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e della diplomazia.

 

Accolti dal sovrintendente Carlo Fuortes, tra i primi a raggiungere il teatro gli ambasciatori di Francia Christian Masset, del Regno Unito Jill Morris, in corto tubino di pizzo nero applicato e divertente chiodo in tinta, e di Germania Viktor Elbling. Nel foyer si riconoscono Silvio Orlando e il regista Giuseppe Tornatore, che entra di corsa e legge con attenzione il programma di sala tra le poltroncine. Ecco il senatore Luigi Zanda con Mariapia Garavaglia. Il mondo del fashion schiera Renato e Fabiana Balestra.

dago e la moglie anna federici

 

L' attrice Anna Bellato, caschetto moro, parla al telefonino poco prima di raggiungere la platea avvolta in un impermeabile chiaro. Come tutti, si ripara dalle intemperie di questa serata d' ottobre. Appare Rosanna Cancellieri che saluta Alessandro Cecchi Paone. E tra il viavai di taxi e macchine blu che si fermano a pochi metri dalle scale di piazza Beniamino Gigli, e malgrado la pioggia, ecco gli scrittori Giancarlo De Cataldo e Corrado Augias, anche loro molto presi dall' happening. Si riconoscono il produttore Domenico Procacci con la figlia della compagna Kasia Smutniak, Sophie. Quindi prendono posto Roberto D' Agostino con la moglie Anna Federici e l' imprenditore Leonardo Caltagirone.

carlo fuortes aldo carosi jill morris yasuko kageyama

 

Poi, buio tra i velluti rossi per assaporare la mise-en-scene che si ispira all' esoterismo egiziano e sfoggia originali scenografie molto fantastiche, firmate a quattro mani da Barrie Kosky e Suzanne Andrade, ispirate al cinema muto e ai fumetti. E mentre si dipana la meraviglia dell' allestimento, sul podio torna il maestro Henrik Nánási, che lo scorso giugno ha diretto con successo La bohème di Puccini.

 

giuseppe tornatore

Fascinazione per il passaggio dalla tenebre alla luce, tema ricorrente dell' opera rappresentata. Si parla di questo nel corso del cocktail fra il primo ed il secondo atto. Applausi e poi commenti di apprezzamento. E dopo la rappresentazione, il salone presidenziale dello stabile accoglie gli ospiti per un esclusivo e goloso dinner dai sapori mediterranei. Per un' altra notte dedicata alle note immortali.

 

2 – UN FLAUTO MAGICO ANIMATO E IL CINEMA ENTRA IN TEATRO

Luca Della Libera per “il Messaggero”

 

Incanta davvero questo Flauto magico, andato in scena ieri sera al Teatro dell' Opera in prima italiana. Lo spettacolo, realizzato dalla Komische Oper di Berlino nel 2012, è arrivato nella Capitale dopo aver girato in mezzo mondo con grande successo. Barrie Kosky e Suzanne Andrade firmano a quattro mani la regia dell' allestimento - co-diretta da Paul Barritt e Suszanne Andrade del gruppo londinese 1927, che è reduce da un grandissimo successo in tutto il mondo, dagli Usa a Edimburgo a Pechino.

giuseppe tornatore yasuko kageyama

 

L' INTERAZIONE

Lo spettacolo ha il suo asso nella manica nella compresenza tra cantanti dal vivo e animazioni che interagiscono in diretta tra loro. L' intera scena, ideata da Esther Bialas, è occupata da un grande schermo bianco e i cantanti si muovono solo su una striscia molto stretta e in vari punti sopraelevati dove si aprono porte e sporgenze.

 

Il riferimento più immediato è quello del cinema muto degli anni Venti. Papageno assomiglia a Buster Keaton, Monostato ad una specie di Nosferatu. Sarastro ricorda un gentiluomo barbuto vittoriano, Tamina evoca Louise Brooks, mentre la Regina della Notte è un gigantesco ragno le cui lunghissime gambe occupano tutta la scena. I costumi di Esther Bialas ricordano il cinema espressionista di Weimar degli anni Venti, in particolare le Tre Dame.

 

alessandro cecchi paone

In realtà le animazioni di Paul Barritt hanno riferimenti molto più ricchi, che spaziano dalle incisioni settecentesche ai cartoni animati, con un ritmo visivo che non dà tregua. Labbra rosse volanti, elefanti tipo Dumbo, cuori pulsanti, anelli di fumo, fiori, farfalle, scimmie meccaniche, scie di note lasciate cadere da una specie di fatina Trilli, ingranaggi, pulegge e ascensori. La presenza di video non è certo una novità negli allestimenti operistici, ma qui il miracolo è la perfetta sincronia tra la dimensione bidimensionale delle animazioni e quella tridimensionale dei cantanti.

 

giancarlo de cataldo yasuko kageyama

Tutto questo regala uno spettacolo nel quale avviene una totale convivenza di personaggi in carne ed ossa e immagini animate in diretta. Con un colpo di teatro, alla fine, la sconfitta dei cattivi avviene con la pellicola che si brucia, e il coro finale è cantato davanti al sipario rosso.

 

Altra trovata geniale: i lunghi momenti recitati sono sostituiti da brevi didascalie, come nei film muti, accompagnati da frammenti mozartiani al fortepiano. Attraverso l' impostazione di un meraviglioso libro illustrato, lo spettacolo restituisce in pieno il lato più popolare di questo capolavoro, ma non solo: anche i riferimenti esoterici, massonici e orientali. Una scelta che però non è stata gradita da tutti: alla fine dello spettacolo, quando il regista è salito sul palco, dal pubblico è arrivato qualche dissenso.

leonardo caltagirone

 

LA LETTURA

Sul podio dell' Orchestra dell' Opera di Roma è tornato il giovane Henrik Nánási, dopo aver diretto in giugno La Bohème di Puccini. Una lettura corretta la sua, ma con tempi un po' troppo rilassati.

Nel cast ha brillato il tenore Juan Francisco Gatell come Tamino, con voce morbida e calda così come quella di Amanda Forsythe nei panni di Pamina. Un gradino sotto Christina Poulitsi (la Regina della notte), che non è riuscita a risolvere con la necessaria disinvoltura le sue difficilissime arie. Buona la prova di Gianluca Buratto (Sarastro) e Marcello Nardis (Monostatos) e Julia Giebel (Papagena). In scena anche i talenti di Fabbrica Young Artist Program del Teatro dell' Opera di Roma: Louise Kwong, Irida Dragoti, Sara Rocchi (rispettivamente nei ruoli di prima, seconda e terza dama), Andrii Ganchuk (l' oratore), Domingo Pellicola e Timofei Baranov (rispettivamente primo e secondo armigero). Buona la prova del Coro diretto da Roberto Gabbiani.

domenico procacci yasuko kageyamaserge bunschwig ceo fendi yasuko kageyamagaravaglia

 

silvio orlandochristian massetalessandro cecchi paonerenato balestra con la figliade cataldocorrado augiassilvio orlando yasuko kageyamarosanna cancellierifuortesflauto magicodomenico procacci

 

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…