DA GAGOSIAN VERNISSAGE DA ROCKSTAR PER I LIBRI DI PIOMBO DI KIEFER - “LE MIE SCULTURE PROTEGGONO IL FUTURO E LA CRISI FA BENE ALL’ARTE” - VAGANO TRA LE OPERE ABO, I FUKSAS, DAGO E ONTANI, ORGOGLIOSO DELLA SUA SCIARPA…

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  • Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

    1 - L\'ARTE? SEMPRE PIÙ DA PALCOSCENICO...
    Roberta Petronio per \"Il Messaggero\"

    L\'arte è palcoscenico. E in alcune situazioni lo è di più. Prendiamo l\'ultimo vernissage andato in scena nella gallery di via Francesco Crispi, riconoscibile dalle pareti ovali e dal parterre affollato, al limite della claustrofobia. L\'artista arriva ad opening già decollato a bordo di una berlina blu con autista, un perfetto ingresso in stile rockstar.

    ACHILLEACHILLE BONITO OLIVA - Copyright Pizzi

    L\'outsider tedesco Anselm Kiefer, scortato da due amici (o collaboratori?), si è materializzato a sorpresa l\'altra sera fra le centinaia di ospiti (che quasi non ci speravano più), a cui piace tanto darsi appuntamento in questa magnete sociale. Qui si accede senza esibire invito, yes passaparola, no drink, security a dirigere il flusso in entrata e in uscita, e nessuna certezza di stringere la mano al gallerista in sala.

    Insomma, un opening tutt\'altro che esclusivo (sulla carta) per vedere da vicino (a volte anche calpestare!) opere inarrivabili come le otto sculture kieferiane di piombo. Ecco Luigi Ontani orgoglioso della sua sciarpa, ecco le eleganti Polissena Perrone e Mirella Haggiag.

    Massimiliano e Doriana Fuksas arrivano presto e vanno via presto. L\'artista egiziano Youssef Nabil entra con Christine Ferry di Villa Medici, ed è entusiasta dell\'atmosfera di Roma. La direttrice della galleria Pepi Marchetti Franchi si concede ai saluti con grande discrezione.

    Transitano nel frattempo collezionisti, galleristi, artisti e curiosi, come: Jas Gawronski, Aurelia Musumeci Greco, Maria Teresa Venturini Fendi, Nicoletta Fiorucci, Paola Ferrari, Bianca Attolico, Marion Franchetti. Si fanno vedere i Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, l\'instancabile Mario d\'Urso, Giorgio van Straten.

    ANTONELLAANTONELLA RODRIGUEZ - Copyright Pizzi

    Il gallerista intercontinentale Larry Gagosian dribbla la folla e raggiunge direttamente i suoi ospiti de luxe riuniti negli Horti Sallustiani per una cena a porte chiuse, ispirata al titolo della mostra di Kiefer Hortus philosophorum.

    2 - ANSELM KIEFER DÀ RAGIONE ALLA STORICA BARBARA ROSE. «CON LE MIE SCULTURE PROTEGGO IL FUTURO» «LA CRISI FA BENE ALL\'ARTE CONTEMPORANEA»
    Paolo Conti per il \"Corriere della Sera\"

    «I miei libri di piombo? Nelle loro pagine c\'è conservato il passato. Al riparo da ogni attacco, perché quel materiale protegge dalle radiazioni e da qualsiasi fattore esterno. Però lì è anche sepolto il futuro». Solo un pittore-scultore-scrittore (pittore e scultore esplicito, scrittore in segreto e solo per sé) del rango di Anselm Kiefer può partorire una metafora tanto intrigante e insieme contraddittoria: un sepolcro d\'arte per seppellire il futuro. In vista di una resurrezione? «La resurrezione è sempre a portata di mano. Penso spesso a \"Germania anno zero\", il meraviglioso film di Roberto Rossellini ambientato a Berlino nel 1945. Mai la Germania è apparsa così bella in un film, perché tutto era possibile dopo la catastrofe ».

    ANTONIAANTONIA DALL\'ATTE E PAOLA FERRARI - Copyright Pizzi

    È la chiave per decodificare le otto mega- sculture in piombo (pesanti tra le due e le tre tonnellate ciascuna) che Kiefer espone nel candore della sala ovale romana della Gagosian Gallery (al suo debutto come contenitore per sculture). Oltre al piombo (pile di libri chiusi, ricoperti di frammenti di vetro, o di fiori recisi, o di altri indistinti ma­teriali polverizzati fin sui pavimenti) ci saranno una serie di foto-collage elaborati sulle monumentali torri, ancora di piombo, esposte nel 2005 a Milano («Sette palazzi celesti »), tutti ispirati al monte Ararat e all\'Arca di Noè.

    Di nuovo il tema della ripartenza, della resurrezione. Bianco, grigio, nero. Tre tonalità permanenti. Non potrebbe essere altrimenti per chi da giovane ha assorbito gli insegnamenti del grande e austero Joseph Beuys. L\'allievo Anselm oggi spiega: «Io penso un quadro a colori, poi dipingo in bianco e nero, creando sfumature di mille grigi».

    In quelle torri c\'è un\'allusione all\'11 settembre? «No, perché il progetto risale a molto prima. L\'artista è una specie di profeta. Negli ultimi anni Ottanta immaginai altre torri colpite da aerei. Ora c\'è la crisi del mondo occidentale. Era ben intuibile. Ormai la curva in salita del capitalismo si è conclusa. E l\'intera umanità attraversa una congiuntura. Cancellate le vere emozioni interiori, per esempio la mitologia è stata messa da parte e così è successo per molta vera arte. È in crisi lo stesso intelletto umano e la volontà».

    ATTILIOATTILIO GIORDANO TERRY MAROCCO - Copyright Pizzi

    Dov\'è, Kiefer, il nodo per l\'arte? «Molta creatività artistica si è ridotta a design e a consumismo. Invece la vera arte è l\'unico mezzo per vedere, per capire ben oltre gli strumenti assicurati dalle singole scienze. Gli esseri umani hanno strumenti limitati: non vediamo il mondo oggettivamente ma concepiamo un\'illusione, di fronte a questa ci fermiamo. Per sua fortuna l\'artista è come un profeta dell\'Antico Testamento. Non parla di date e circostanze ma indica con chiarezza un orizzonte ».

    Per il futuro, il profeta Anselm Kiefer cosa prevede? Un rapido sorriso, certo non leggero né spensierato: «Gli esseri umani sembrano avere un difetto di fondo nel loro cervello. Altrimenti non si spiegherebbero catastrofi terrificanti come il Ruanda. Come l\'Afghanistan». A proposito, lei non va negli Stati Uniti dal 2000 perché era un nemico giurato di Bush. Cosa pensa di Barack Obama? «Per ora vedo ottimi risultati sul piano delle pubbliche relazioni... dovrà sperimentarsi sul campo. Vedremo».

    BEATRICEBEATRICE BURGARI CECILIA NESBIT E PAOLETTA UGOLINI - Copyright Pizzi

    In quanto allo star-system dell\'arte che impone tariffe milionarie? La storica e critica d\'arte americana Barbara Rose, in un\'intervista al Corriere della Sera, ha sostenuto che la crisi economica rinvigorirà l\'arte contemporanea perché rimarranno i veri artisti. Condivide, Kiefer? «Certamente sì. Direi che questa crisi è la cosa migliore che potesse capitare all\'arte contemporanea. Solo i veri collezionisti riprenderanno ad acquistare. E si limiteranno agli autentici artisti». Kiefer si alza, va a sistemare un foto-collage all\'ingresso. Corregge gli operai al millimetro, mentre appendono la tela con i chiodi. Ora è perfetto. E i grigi, nel sole primaverile romano, hanno davvero mille colori.

     

     

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