ALLE SCUDERIE DEL QUIRINALE UNA MOSTRA STUPENDA PER I 100 ANNI DEL FUTURISMO - L’OTTIMA CURATRICE ESTER COEN RECUPERA DAGLI STATI UNITI CAPOLAVORI MAI VISTI - FINI E ALEMANNO TAGLIANO IL NASTRO E FABIO NOVEMBRE ANNUNCIA IL ‘Presente come ismo’

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  • Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

    (Nicoletta Castagni per l\'Ansa) - L\'avventura incendiaria\' del Futurismo e\' di scena alle Scuderie del Quirinale in una grande mostra, in concomitanza con la pubblicazione, esattamente un secolo fa, del Manifesto di Marinetti sul parigino Le Figaro. Cento anni che Roma, come molte altre citta\' italiane, celebrera\' con incontri, dibattiti, spettacoli e la Notte Futurista che apre le manifestazioni.

    ALTRO ALTRO CHE FUTURISMO - Copyright Pizzi

    Presentata alla stampa dopo una visita privata del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, l\'importante esposizione e\' stata organizzata con il Centre Pompidou di Parigi e la Tate Modern di Londra, una dimensione internazionale per il movimento che ebbe \'un ruolo di alfiere - ha detto il presidente della Commissione scientifica delle Scuderie Antonio Paolucci - tra le avanguardie europee del primo \'900\'. Il Futurismo e\' tutto italiano, ha proseguito lo studioso, anche se, proprio a partire da Marinetti, fa i conti con la cultura francese, in particolare con il continuo dialogo tra artisti nella Parigi del tempo.

    L\'edizione romana di questa mostra internazionale e\' stata senza dubbio una sfida. Molti critici avevano visto nell\'allestimento del Centre Pompidou (partito per primo), una sorta di preponderanza del Cubismo, come se il movimento di Marinetti ne fosse una costola. Il commissario italiano della rassegna, Ester Coen, non si sbilancia, sottolinea solo che ha faticato non poco per riuscire a riequilibrare la selezione delle opere e testimoniare quindi, con un percorso rigoroso, l\'assoluta priorita\' italiana in quelli anni cruciali del primo decennio del \'900 e lo scambio fluente e continuo tra gli artisti delle diverse scuole.

    \'Il mio e\' un racconto non retorico, il piu\' obiettivo possibile, attraverso immagini straordinarie che esprimono energia e dinamismo\', prosegue la storica dell\'arte, che fino a pochi giorni fa non era ancora sicura di poter allestire tre tele di Boccioni che tornano per la prima volta in Italia. Sono gli Stati d\'Animo, dipinte nel 1911 e custodite al Moma di New York, approdate alle Scuderie grazie soprattutto all\'intercessione della Tate Modern.

    BEATRICEBEATRICE E NICOLA BULGARI - Copyright Pizzi

    \'Piu\' sollevata\', dopo aver sudato sette camicie, la Coen ha pensato un percorso elegante, senza didascalie e cartelli illustrativi (ciascun visitatore sara\' fornito all\'ingresso di una pubblicazione illustrativa, stampata in 250.000 copie) che parte da un diluvio di lettere e parole luminose lungo la rampa che sale al primo piano.

    Li\' si ricostruisce, come gia\' al Pompidou, la prima mostra futurista, che si svolse appunto a Parigi, all\'epoca capitale incontrastata dell\'arte, nel 1912. Ecco i Boccioni, i Carra\', i Severini che raccontano metropoli piene di luci, notti industriali squarciate dai fari, un\'idea della modernita\' sposata al dinamismo.

    \'C\'e\' tutto il senso dell\'azzardo che contraddistingue il movimento\', sottolinea Ester Coen ricordando come i Futuristi si siano mossi in un clima nazionale che, agli inizi del XX secolo, era ancora fortemente segnato dal legame con la tradizione. La quale del resto rimane nella composizione e nella struttura dei capolavori di Boccioni degli anni successivi, allestiti, con quelli di Balla, al piano superiore a testimoniare l\'incontro con Cubismo e Vorticismo, le magnifiche tele di Braque, Leger, soprattutto Picasso.

    Dopo opere fondamentali quali le Danseuse Jaunes o La Modiste di Severini, ecco l\'Antigrazioso di Boccioni, in scultura e su tela, autore anche di una Contorsione Orizzontale che dialoga con Nudo che scende dalle scale di Duchamp. Il valore degli scambi, per la Coen, e\' il senso finale dell\'intera operazione e di un percorso che si conclude con una parete affollata di oli e collage, rimando di temi tra Picasso, Soffici e Severini.

    CAPPELLINOCAPPELLINO FUTURISTA - Copyright Pizzi

    2 - FABIO NOVEMBRE: DAL FUTURISMO AL Presente come ismo

    Manifesto del Futurismo,
\"Le Figarò\" 20 Febbraio 1909 
    1-Noi vogliamo cantare l\'amor del pericolo, l\'abitudine all\'energia e alla temerità.

    2-Il coraggio, l\'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.

    3-La letteratura esaltò fino ad oggi l\'immobilità penosa, l\'estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l\'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.

    4-Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità.

    CARLACARLA FENDI E MARITO CANDIDO SPERONI - Copyright Pizzi

    5-Noi vogliamo inneggiare all\'uomo che tiene il volante, la cui asta attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.

    6-Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e magnificenza, per aumentare l\'entusiastico fervore degli elementi primordiali.

    7-Non vi è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro.

    8-Noi siamo sul patrimonio estremo dei secoli! Poichè abbiamo già creato l\'eterna velocità onnipresente.

    9-Noi vogliamo glorificare la guerra-sola igiene del mondo-il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore.

    10-Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d\'ogni specie e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria.

    CAPPELLINOCAPPELLINO SCONVOLTO - Copyright Pizzi

    11-Noi canteremo le locomotive dall\'ampio petto,  il volo scivolante degli areoplani. E\' dall\'Italia che lanciamo questo manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il Futurismo.

    Queste le parole con cui Filippo Tommaso Marinetti fonda il 20 Febbraio 1909 a Parigi il manifesto futurista.

    Manifesto del Presente come ismo,
\"Corriere della sera\" 20 Febbraio 2009

    1-Noi vogliamo tutto ma non abbiamo bisogno di niente.

    2-L\'amore è il vortice risucchiante che ci trasforma in flusso vitale.

    3-Uno schiaffo è come una carezza ad alta velocità. Il controllo, le intenzioni e l\'interpretazione sono le variabili in gioco.

    COLONNALLOCOLONNALLO CASARSA - Copyright Pizzi

    4-Noi contempliamo la bellezza dell\'universo, respirando fino a soffocare, amando fino a morire.

    5-Noi vogliamo l\'uomo in cammino, con in spalla il suo peso di responsabilità, pronto a versare lacrime individuali sotto la pioggia del comune rimpianto.

    6-Bisogna fare meno e farlo meglio. Trovare nuovi equilibri nel caos della condizione presente.

    7-Non vi è estetica senza etica. Nessuna opera può considerarsi neutrale rispetto al contesto su cui va a incidere.

    8-Noi siamo ormai senza certezze. Non ci resta che adottare una serie di accortezze.

    FRANCOFRANCO BARNABE E FAMIGLIA - Copyright Pizzi

    9-Noi vogliamo poter essere con, invece di dover sempre scegliere se essere pro o contro.

    10-Noi vogliamo che la vita sia partecipazione, non competizione. Abdichiamo all\'esclusivo sposando il condiviso.

    11 - Noi canteremo la gioia delle piccole cose. E\' dall\'Italia che può nascere un manifesto di pensiero legato all\'hic et nunc col quale fondiamo oggi il Presente, come ismo.

    Queste le parole con cui l\'artista Fabio Novembre aggiorna il 20 Febbraio 2009 a Milano il manifesto futurista.

     

     

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