salone del mobile

CAFONAL! - IL SALONE DEL MOBILE È IL VERO CARNEVALE MILANESE - BASSISSIMO PROFILO PER I CINQUE STELLE CHE A MILANO NON ESISTONO SE NON NEI SEGRETI UFFICI DELLA CASALEGGIO - SALVINI SDOGANA LA ‘’VERDINA’’ SUL PALCO REALE DELLA SCALA A FIANCO DI GIUSEPPE SALA E DELLA COMPAGNA CHIARA BAZOLI. E QUI C’È L’OPPOSIZIONE DURA E PURA, RAPPRESENTATA DA MARA CARFAGNA CHE DOMANDA SE IL “PROGRAMMA HA A CHE FARE CON IL DESIGN”!

DAGOREPORT

Salone del Mobile

La Design week è il vero carnevale milanese. Là dove nei secoli scorsi c’era l’albero della cuccagna per il popolino oggi c’è il cocktail 2.0 servito sul tavolo griffato. La città dei  creativi è divisa per “distretti”, come contrade pronte alla disfida: Durini district, zona Tortona, Brera design… Tutti nerovistiti, i creativi affollano gli showroom mentre il governo gialloverde, alla sua “prima” nel magico mondo del Salone del Mobile, ne combina alcune delle sue. Bassissimo profilo per i Cinque Stelle – che a Milano, praticamente, non esistono se non nei segreti uffici della Casaleggio e associati –, protagonisti sono il premier e Salvini.

 

Conte al Salone del Mobile

Il Primo ministro parte lancia in resta tra gli stand toccando i fili, incomprensibili, di una lampada. Una bella standista (a contratto, sottocontratto, lavoro a tempo, in attesa di reddito di cittadinanza… non è dato a sapere) non lo riconosce e lo riprende in inglese: “Please, don’t touch”. L’avvocato degli italiani diventa avvocato di se stesso, fa un passo indietro mentre la pletora di accompagnatori si precipita a riferire che “quello è il premier”, per chi ancora non lo sapesse e salvo prova contraria.

Fontana, Salvini, Tajani e Conte al Salone del Mobile

 

Premier che, alla Triennale, per il taglio del nastro del nuovo Museo del Design voluto da Stefano Boeri, si presenta con due ore di ritardo causa impegni di Governo a Roma. Solo che gli inviati premono alle porte per entrare nelle sale dove si espongono oggetti già un po’ visti (esposti a rotazione negli anni passati) e quando arriva il premier, e deve fare pure il discorso, poi iniziare la visita, esplodono. “Basta, fateci entrare”.

 

Milano, Fuorisalone del Mobile

Il ministro della Cultura Bonisoli, preso da umana compassione, chiede a Boeri di farli entrare e finalmente  giornalisti e pubblico accreditato e imbufalito si possono appecorare all’avvocato degli italiani, che va poi al Cenacolo. Il ministro della Cultura aveva detto giorni fa che era la seconda volta che andava a visitare il Cenacolo. Conte non si sa. In compenso, quando a Nardella mostrarono una foto di Santa Maria delle Grazie presso cui è conservato il capolavoro rispose che quella chiesa era “sicuramente in Toscana”.

Salone del Mobile

 

Salvini si gioca invece l’appuntamento del design per sdoganare la neofidanzata figlia di Verdini. La dolce, filiforme e silente fanciulla viene portata alla Scala mano nella mano del truce e prende posto sul Palco Reale a fianco a un’altra coppia non proprio regolarmente coniugata, quella del sindaco Giuseppe Sala e della compagna Chiara Bazoli, figlia di cotanto banchiere, ieri impegnato nell’addio a Guzzetti (per altro sempre alla Scala!).

Milano, Fuorisalone del Mobile

 

I ben accompagnati con ‘sì tante figliole ascoltano, per la serata inaugurale del Salone del Mobile, il maestro Riccardo Chailly dirigere la filarmonica in Semiramide, Guglielmo Tell e Quadri da un'esposizione' di Mussorgsky. E qui c’è l’opposizione dura e pura, rappresentata niente po’ po’ di meno che da Mara Carfagna (lei sì nerovestita), che domanda se il “programma ha a che fare con il design”!

Salone del Mobile, taglio del nastro con Conte e Sala

 

Il pubblico di invitati non è troppo esperto di concerti e lo si vede alla fine: dopo pochi applausi, vendendo l’orchestra ancora seduta, smette il battimani immaginando il bis. Solo che quelli, appena cessano gli applausi, se la danno a gambe verso casa e tutto è finito. Insomma, un’ora di concerto, un minuto di applausi e poi tutti a magnare sul palcoscenico del teatro.

Milano, Fuorisalone del Mobile

 

Per la cronaca, il vincitore del Grand Prix del Lexus Design Award è “Algorithmic Lace”, un reggiseno pensato appositamente per donne affette da cancro al seno e sottoposte a mastectomia, di Lisa Marks. I prototipi dei sei finalisti sono esposti presso lo Spazio Lexus al Fuorisalone di Milano.

Milano, Fuorisalone del Mobile

 

nel cortile dell’Universita Statale, contro il Salone del Mobile

La kermesse ha uno dei suoi clou nel cortile dell’Università Statale, quella che gli studenti volevano vietare ai mobilieri perché “in università si va per studiare” (incredibile, così da striscione!) e pure il rettore si era raccomandato alla non invasione: infatti è popolato di finte giraffe con appesi lampadari, padiglioni sperimentali, alberi sospesi dalle balconate filaretiane e altre amenità. La giocosa e pittoresca settimana – che rende molto internazionale la ingorgata città e arricchisce a dismisura gli albergatori - si concluderà venerdì con una cena a Palazzo Marino.

Milano, Fuorisalone del MobileMilano, Fuorisalone del MobileMilano, Fuorisalone del Mobilematteo salvini e francesca verdini al concerto inaugurale del salone del mobile alla scala 4matteo salvini e francesca verdini al concerto inaugurale del salone del mobile alla scala 5giuseppe conte al salone del mobile 2giuseppe conte al salone del mobile 4matteo salvini e francesca verdini al concerto inaugurale del salone del mobile alla scala 1matteo salvini e francesca verdini al concerto inaugurale del salone del mobile alla scala 3matteo salvini e francesca verdini al concerto inaugurale del salone del mobile alla scala 2matteo salvini e francesca verdini al concerto inaugurale del salone del mobile alla scala 7Milano, Fuorisalone del Mobile

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…