CAFONALINO - IL REGISTA ROBERTO ANDÒ, CHE FU ASSISTENTE DI FRANCESCO ROSI, FA IL SUO DEBUTTO DA ROMANZIERE CON UNA TRAMA CHE ROVESCIA SULLA PAGINA LA CRISI DELLA LEADERSHIP DELLA SINISTRA NOSTRANA E SUBITO FULMINA LE CELLULE CEREBRALI DI UMBERTO ECO (CHE LO PRESENTA A MILANO) E ANDREA CAMILLERI CHE NE HA PARLATO A ROMA CON CURZIO MALTESE E FILIPPO LA PORTA, TRA SILVIO ORLANDO E CHRISTIAN DE SICA - LE RECENSIONI DI RENZI E VELTRONI…

Foto di Mario Pizzi da Zagarolo

1- PRESENTATO A ROMA "IL TRONO VUOTO"
Ieri pomeriggio nel palazzo della Provincia di Roma in via dei Prefetti, Andrea Camilleri, Filippo La Porta e Curzio Maltese hanno presentato 'Il trono vuoto' di Roberto Andò (Bompiani, 234 pp., 16 euro). Tra il pubblico si sono visti Silvio Orlando, Christian De Sica, Beppe Scaraffia, Fabio Carapezza Guttuso, Raffaele La Capria, Francesco Rosi, Filippo La Mantia ed Eliana Miglio.

2- "IL TRONO VUOTO" DI ROBERTO ANDÃ’: RECENSIONI DI WALTER VELTRONI E MATTEO RENZI
www.Panorama.it

Cercasi leader disperatamente. Il segretario del maggior partito d'opposizione si dà alla fuga e scompare all'improvviso gettando nel panico i vertici del partito. Placherà la loro ansia il fratello gemello del segretario scomparso: sarà lui, filosofo di professione, a prendere in gran segreto il posto vacante e a scongiurare alla parte politica una magrissima figuraccia pubblica.

Non senza qualche controindicazione, però: la sconveniente depressione bipolare del nuovo leader e qualche sua iniziativa di troppo assicureranno tragici quanto comici eventi a catena. È la storia che Roberto Andò snocciola tra finzione e verosimiglianza nel suo ‘'Il trono vuoto'', il romanzo d'esordio in uscita a fine marzo per i tipi della Bompiani che ha già stregato Umberto Eco e Andrea Camilleri (lo presenteranno rispettivamente a Milano e Roma). La narrazione tratteggia il ritratto del principale partito della sinistra italiana. E senza troppi veli echeggia la profonda crisi della leadership nella politica nostrana.

Nel parterre politico, c'è da scommetterci, fra le pagine di Andò qualcuno riconoscerà se stesso. Per questo Panorama ha chiesto una recensione a due autori d'eccezione, che hanno letto il romanzo in anteprima, e all'argomento sono molto interessati...

IL NOSTRO NEMICO È IL CLICHÉ
di Walter Veltroni

Può la letteratura essere un modo per raccontare la realtà? Che a questa domanda sia lecito rispondere di sì è cosa accettata, e di esempi da fare non ne mancherebbero. Può un romanzo entrare nel modo di funzionare e persino di essere di quel mondo complesso che è la politica? Anche questo è possibile. È successo, succede. E un esempio è proprio Il trono vuoto di Roberto Andò. Che anzi fa di più, perché il cuore di questa storia non è la politica come categoria astratta, ma la situazione in cui essa si trova oggi in Italia, i suoi limiti, i mali che la affliggono.

Non è solo Giovanni, l'intellettuale raffinato e con problemi mentali, a prendere il posto del fratello, l'uomo politico, il segretario di partito che decide di scomparire nel nulla. In un certo senso succede anche il contrario: è Enrico a rientrare nella vita "vera", quella lontana dai gesti scontati, dalle parole dovute. Entrambi cambiano panni e ruoli. Uno recupera il gusto delle piccole cose: le confidenze di una bambina, la passione per il cinema, l'amore rubato sul set del film dove sperimenta un lavoro "normale". L'altro dà spazio alla sua geniale sregolatezza, e con i suoi discorsi irrituali frantuma i cliché di una politica piccola e ripetitiva, fa entrare in quel mondo chiuso parole e aria nuova. "Oggi vi parlerò della catastrofe...": così inizia un suo intervento di fronte a una platea prima perplessa e poi entusiasta. Invece di tattiche e alleanze, una visione, dei valori, uno sguardo sul futuro.

E allora ecco emergere le questioni: quanto è troppo spesso lontana dalla vita reale delle persone, la politica, e quanto ci sarebbe bisogno di recuperare un po' del coraggio e dei solo apparentemente visionari "pensieri lunghi" di Giovanni per restituirle valore e bellezza? Sarebbe possibile? E servirebbe anche a ottenere quel che certo a un uomo politico deve per forza interessare, il consenso? Il trono vuoto non si sottrae, una risposta la dà. E anche per questo vale la pena leggerlo.

L'IMPREVISTO CI PUÃ’ SALVARE
di Matteo Renzi

Un politico in crisi, di sinistra manco a dirlo, che si trova davanti a una scelta netta: o si cambia o si muore. Lui sceglie di scomparire, trascinando con sé un modo di fare politica che non gli appartiene più o che forse non appartiene più neppure all'Italia. Roberto Andò ce lo racconta in maniera ironica, grottesca, cinematografica. Con la storia e il turbamento del "segretario" ci consegna una sua personale riflessione sulla situazione italiana attuale. Personale ma anche molto condivisibile: la politica oggi è in un momento di profonda crisi. Ma da questa crisi si può uscire, si deve.

Nel libro questo succede grazie, prima di tutto, a uno scambio di persona, ma anche scommettendo su un tema a me molto caro, la bellezza: il segretario in fuga viene sostituito dal gemello filosofo, letterato e pazzo, la cui carica poetica, le citazioni illuminate, la capacità di prendere posizione, di trascinare il ragionamento sociale fuori dai confini dell'opportunità e dei giochi di potere spiazzano i professionisti degli accordicchi e rilanciano il sogno del popolo.

Andò ci consegna un pensiero netto: l'imprevisto è ciò che ci può salvare, il sogno è la strada da costruire. Non è una follia, ma la capacità di alzare lo sguardo verso un orizzonte più alto di quello del meschino calcolo dei vantaggi e degli interessi; si tratta di ritrovare la voglia di crederci per raggiungere quegli obiettivi che abbiamo nel cuore. La politica, raccomanda Andò, deve uscire dal suo stato di "figlia della paura" per tornare a essere "un varco verso ciò che non è ancora accaduto".

 

SALUTO SICULO DI FABIO CARAPEZZA GUTTUSO A ANDREA CAMILLERI SALUTO SICULO DI FABIO CARAPEZZA GUTTUSO A ANDREA CAMILLERI ROBERTO ANDO RAFFAELE LA CAPRIA ROBERTO ANDO ANDREA CAMILLERI ROBERTO ANDO ANDREA CAMILLERI RAFFAELE LA CAPRIA ANDREA CAMILLERI FABIO CARAPEZZA GUTTUSO E SIGNORA LA MADONNARA CARLOTTA ROBERTO ANDO ANDREA CAMILLERI CURZIO MALTESE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?