laboratorio ricerca vaccino

“SE AVREMO UN VACCINO NON CI SARÀ PER TUTTI” – PIER PAOLO PANDOLFI, MICROBIOLOGO DI HARVARD, SPIEGA LA STRATEGIA AMERICANA: “HANNO FINANZIATO CON 450 MILIONI L'AZIENDA MODERNA, TRA LE PIÙ AVANTI CON LA SPERIMENTAZIONE. L'ITALIA RISCHIA DI DOVERE ASPETTARE” – “LE NAZIONI CHE HANNO UN PIL PIÙ ALTO AVRANNO LA POSSIBILITÀ DI FARE OFFERTE PIÙ ELEVATE ALLE INDUSTRIE FARMACEUTICHE…”

Mauro Evangelisti per ''il Messaggero''

 

vaccino coronavirus

Se avremo un vaccino, inizialmente non ci sarà per tutti, gli Usa hanno finanziato con 450 milioni di dollari l' azienda Moderna, tra le più avanti con la sperimentazione, questo significa che l' Italia rischierebbe di dovere aspettare tre anni. Discorso diverso per gli anticorpi bloccanti, farmaco risolutivo, che potrebbe essere distribuito già entro la fine di quest' anno.

 

Pier Paolo Pandolfi è professore di Biotecnologia e Biologia del cancro alle Università di Harvard e Torino. Insieme al professor Giuseppe Novelli, dell' Università di Tor Vergata, sta lavorando a un progetto di sperimentazione per anticorpi monoclonali contro Covid-19 di cui si è parlato, l' altro giorno, in un webinar organizzato da Edra e moderato dall' ex ministro Beatrice Lorenzin.

moderna pharma

 

Lei da Boston mette in guardia sulle insidie per l' Italia di questa corsa verso il vaccino. Perché da noi potrebbe arrivare tardi?

«Facciamo l' esempio del vaccino influenzale: ogni anno si devono produrre centinaia di migliaia di dosi e nel mondo ci sono pochi centri. Si parla di 200 milioni di dosi perché va solo alla popolazione a rischio. Immaginiamo cosa succederà con il vaccino per il coronavirus destinato a tutti: si dovrebbe distribuire su scala globale, ma la produzione diventerebbe uno dei problemi più seri. Il vaccino poi non è stabile, continuamente muta, dovremo fare un vaccino semestrale o annuale e questo richiederà uno sforzo mostruoso».

studi per il vaccino del coronavirus

 

Alternative più rapide?

«Molti gruppi che stanno lavorando sull' anticorpo bloccante. E daremo questo farmaco solo ai pazienti con una sintomatologia avanzata come lo sviluppo della polmonite».

 

Si troverà un vaccino?

«Tutto il movimento sta spingendo dalla stessa parte: si troverà un vaccino, perché questo virus è molto immunogenico, viene visto molto bene dal sistema immunitario. Ad esempio il vaccino che sta sperimentando la società americana Moderna probabilmente funzionerà. Ma ci vorranno anni produrne in vasta scala.

coronavirus ricerca vaccino

 

Se il virus muta, servirebbe comunque aggiustare il vaccino, come succede per quello dell' influenza, che viene cambiato ogni 2 o 3 anni. Non a caso è quadrivalente, va contro 4 diversi ceppi e probabilmente faremo così anche per il coronavirus.

 

Anche negli Stati Uniti si è notato che tra costa Est e costa Ovest il virus è mutato, ci sono già vari ceppi. L' anticorpo bloccante viene prodotto in tempi molto più brevi e si può adattare al tipo di virus.

coronavirus ricerca vaccino

Nel giro di settimane».

 

Il virus si sta indebolendo?

«I dati sono troppo limitati. Forse ora è meno infettivo. Dovrebbe avere meno capacità di resistere sulle superfici. E se scema l' infettività, diminuisce l' impatto sul sistema sanitario».

 

Potremo avere gli anticorpi bloccanti già per l' autunno?

«Direi di sì, saremo in fase clinica. Avremo tempi molto più brevi rispetto al vaccino. Ipotizziamo che il vaccino vada sul mercato nell' estate del 2021, ma se il virus non si attenua ci saranno moltissime persone fino ad allora che andranno a soffrirne.

 

Se invece entriamo in fase di produzione dell' anticorpo bloccante, la distribuzione inizierà entro la fine dell' anno. Diventerà fondamentale produrlo per il proprio paese.

vaccino coronavirus 1

Vedo difficile che a livello europeo ci possa essere un centro comune.

 

Questo progetto nasce in Canada, da un gruppo molto esperto, è un consorzio internazionale, con l' Italia (sperando che lo supporti) e l' India. La mia speranza e del professor Novelli è che venga portato in Italia per la sperimentazione clinica e la produzione quanto prima. Sarà complementare al vaccino, che comunque sarà molto utile per evitare che l' epidemia continui a cuocere.

 

CoronaVirus Israele vaccino

Ma il farmaco è fondamentale. Questa sconvolgente pandemia spingerà il mondo a realizzare anticorpi bloccanti per l' influenza ma anche per altre malattie che fanno molti morti, come la dengue. E anche per il prossimo corona, perché il rischio che vi sia un continuo attacco di pandemie c' è».

 

Oltre a quello di Moderna, ci sono altri vaccini promettenti come quello di Oxford, a cui partecipa un' azienda italiana, e quello la cui sperimentazione inizierà a giugno allo Spallanzani.

«Questa competizione, sia per i vaccini, sia per gli anticorpi bloccanti, è virtuosa. Se io fossi il governo italiano inizierei a negoziare sull' approvvigionamento di alcune centinaia di migliaia, se non milioni di dosi. Magari con più di una casa farmaceutica».

 

vaccino coronavirus

Quando ci sarà un vaccino - se ci sarà - avremo tensioni sociali e internazionali perché i più ricchi, sia singoli cittadini, sia singole nazioni, saranno privilegiati?

«Il pericolo c' è. Le nazioni che hanno un Pil più alto avranno la possibilità di fare offerte più elevate alle industrie farmaceutiche. Ci sarà un problema non solo di accaparramento e produzione, ma anche di prezzi delle dosi.

 

Spero che si comprenda una cosa: è ovviamente giusto lasciare margine a un equo profitto, ma c' è un obbligo sociale e morale perché il vaccino sia diffuso a più persone possibili.

moderna casa farmaceutica

Il caso di Moderna: gli Usa hanno mostrato di essere in grado di acquistarsi, di fatto, l' intera produzione. Gli altri Paesi così rimangono tagliati fuori. E in questi Paesi, Italia compresa, il vaccino arriverebbe tardi».

ricercatori al lavoro per il vaccino sul coronavirusricercatori al lavoro per il vaccino sul coronavirus 2

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO