baglioni antonio ricci

LO SCONTRO TRA ANTONIO RICCI E CLAUDIO BAGLIONI SULLE “AMNESIE” DEL “DIVO CLAUDIO” È FINITO IN TRIBUNALE – SI È APERTO IL PROCESSO PER DIFFAMAZIONE CHE VEDE IMPUTATI IL CREATORE DI “STRISCIA”, EZIO GREGGIO, ENZO IACCHETTI, GERRY SCOTTI E ANTONIO MONTANARI – BAGLIONI HA PRESENTATO DENUNCIA PER IL VOLUME “TUTTI POETI CON CLAUDIO” ( SEQUESTRATO NEL 2022), NEL QUALE SI ACCUSA IL CANTAUTORE DI AVER COPIATO, ALL’INTERNO DEI TESTI DI MOLTE SUE CANZONI, FRASI ED ESPRESSIONI DA POETI E SCRITTORI, SENZA RENDERLO NOTO AL PUBBLICO – L’ATTACCO DI RICCI, CHE HA CHIESTO LO SPOSTAMENTO DEL PROCESSO A BOLOGNA: “BAGLIONI NON RIUSCIRÀ A GIUSTIFICARE UNA CONCEZIONE PREDATORIA DELLA CULTURA CHE IO ABORRO”

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Estratto dell’articolo di Federico Berni per https://milano.corriere.it/

 

antonio ricci

Lo scontro tra Antonio Ricci e Claudio Baglioni si sposta verso Bologna. Sembra essere questo l’esito più probabile del processo per diffamazione, apertosi giovedì al tribunale di Monza, che vede imputati il creatore di Striscia La Notizia, i comici conduttori del tg satirico Ezio Greggio e Enzo Iacchetti, l’inviato Antonio Montanari (alias Mago Casanova), e l’altro presentatore Gerry Scotti.

 

Gli avvocati di Ricci, con un atto depositato il giorno prima dell’udienza, hanno chiesto infatti lo spostamento del processo al foro bolognese, competente relativamente al luogo di stampa del volume «Tutti poeti con Claudio», che veniva pubblicizzato all’interno del sito ufficiale della trasmissione.

 

claudio baglioni

Si tratta di una pubblicazione che usava toni fortemente sarcastici e irridenti nei confronti del cantautore romano, che aveva presentato denuncia. Gli autori accusavano Baglioni di aver copiato, all’interno dei testi di molte sue canzoni, frasi ed espressioni da poeti e scrittori, senza renderlo noto al pubblico. «Amnesia, furbate, scopiazzature dimenticate, smemorato, distrattone», alcune delle espressioni usate.

 

Trattandosi di diffamazione a mezzo stampa, anche i legali di parte civile hanno riconosciuto in Bologna il tribunale competente (il giudice Roberta Russo deciderà a fine febbraio). […]

 

Il testo incriminato è stato oggetto di sequestro da parte del gip di Monza nel 2022. Provvedimento contro cui «non è mai stato fatto ricorso», sottolineano ancora gli avvocati di Baglioni.

 

Che tra quest’ultimo e il creatore di «Striscia» non corra buon sangue è fatto risaputo già da prima della vicenda del libro. In un'intervista rilasciata al Corriere nel 2018, Ricci non si era risparmiato nel tirare bordate a Baglioni, definendolo, tra l'altro, «il cantante preferito dei fascisti», «una melensa creatura che trasuda Baci Perugina», e aggiungendo «il botulino gli intoppa i ragionamenti nel cervello». Dichiarazioni a seguito delle quali il cantautore aveva depositato querela alla procura di Roma.  

 

La nota di «Striscia la notizia»

tutti poeti con claudio edizioni zibaglione

«Il sequestro per diffamazione del libro “Tutti poeti con Claudio”, in cui Striscia la notizia aveva legittimamente ironizzato sull’oggettiva e inconfutabile somiglianza tra moltissimi versi delle canzoni di Claudio Baglioni e i testi delle poesie di autori come Pavese, Tennyson, Pasolini e molti altri - scrive l'avvocato Salvatore Pino, legale di Antonio Ricci e dei conduttori coinvolti nel procedimento - rappresenta un unicum, sorprendente e inquietante, nella recente storia giudiziaria italiana, che il dott. Ricci volutamente non ha inteso impugnare affinché permanga come simbolo dell’oscurantismo invocato da Baglioni.

 

 Stupisce infatti che un intellettuale del suo calibro, anziché replicare nel merito agli ironici rilievi di Striscia, abbia scelto la strada della censura, arrivando persino a denunciare il reato di “stampa clandestina” (archiviato a passo di carica dalla stessa Procura).

 

Di quello stampato, invero, non solo erano noti gli autori e gli ispiratori, ma sarebbe stato agevole individuare anche il luogo di pubblicazione se solo fosse stato svolto un banale approfondimento istruttorio. Si respinge fermamente la critica avanzata dai legali di Baglioni, che – dopo avere investito un Tribunale da loro stessi riconosciuto incompetente – censurano come dilatoria la nostra richiesta che a giudicare sia il Giudice naturale previsto dalla legge».

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