franco carraro

“SO FARE SOLO IL PRESIDENTE, INIZIAI A 22 ANNI” – DAL CONI AL CAMPIDOGLIO, LA VITA DA POLTRONISSIMO DELL’84ENNE FRANCO CARRARO: “IO GRANDE VECCHIO DELLO SPORT ITALIANO? VECCHIO DI SICURO, GRANDE NON SO. HANNO DETTO CHE HO AVUTO PIÙ POTERE DI FIDEL CASTRO. FESSERIA. NON HO MAI CONTATO MOLTO. UNA VOLTA ELETTO SENATORE, MI PROPOSERO LA MASSONERIA. RISPOSI: “ADESSO, A 73 ANNI?...” – DA EX SINDACO, ROMA È INGESTIBILE? È UNA CITTÀ COMPLICATA. L’ERRORE PIÙ GRAVE È STATO NON USARE L’EUR PER GLI UFFICI. MA L’EUR, SI SA, ERA UN’INVENZIONE FASCISTA" - "LE DIMISSIONI DALLA FIGC NEL 2006 E LO SCANDALO DEL CALCIO? “MI HANNO PROSCIOLTO” – IL CONI? SPERO IN UNA DEROGA PER MALAGO’. AVRA’ DEI DIFETTI MA…”

Flavio Vanetti per corriere.it - Estratti

 

franco carraro 1

 

Franco Carraro, 84 anni, Grande Vecchio dello sport italiano («Vecchio di sicuro, grande non lo so…» si schermisce), segue una massima: «Non dico bugie, però certe volte la verità va taciuta. Altrimenti sei un kamikaze». Così, per chiarire. E per introdurre una chiacchierata a tutto tondo.

 

C’è qualcosa che lei non ha presieduto?

«Io so solo fare il presidente: ho cominciato a 22 anni, eletto al vertice dello sci nautico. È stato il mio sport, sono stato campione europeo. A volte mi danno del manager, ma se da un lato so decidere una strategia, dall’altro non so gestire. Non l’ho mai fatto e nemmeno mi immischio nei risvolti di una gestione».

 

franco carraro 2

Rimane il più giovane presidente ad aver vinto la Coppa dei Campioni di calcio, oggi Champions League: 29 anni e 143 giorni quando trionfò con il Milan.

«Il merito è di Nereo Rocco, l’allenatore, di Bruno Passalacqua, il g.m., e di una squadra nella quale i giovani si amalgamarono con i veterani. Chiesi a Gino Palumbo di intervistarmi sul Corriere della Sera per spiegare appunto queste cose».

 

(...)

 

Che cosa è il potere?

nereo rocco franco carraro rivera

«Il potere si manifesta quando le decisioni influenzano: le poltrone, che sono un’altra cosa, non c’entrano. Sono uomo di potere? Non credo, anche se ho preso decisioni che hanno inciso. Ma non ho mai contato molto e mi considero una persona per bene. Nessuno ha cercato di tentarmi. Una volta eletto senatore, mi proposero la massoneria. Risposi: “Adesso, a 73 anni?...”».

 

Le hanno dato del «poltronissimo»: la disturba?

«Assolutamente no».

 

Quale soprannome l’ha maggiormente contrariata?

«Mi ha fatto ridere quel giornalista che ha detto che ho avuto più potere di Fidel Castro. Fesseria: Castro ha tenuto testa agli Usa, è sopravvissuto al comunismo ed è entrato nella storia».

carraro rivera rocco

 

È stato nel Psi, nel Popolo della Libertà e in Forza Italia: ma lei è di destra o di sinistra?

«Io sono socialista. Leggevo Indro Montanelli, rimasi colpito dai reportage dall’Ungheria invasa dai sovietici: spiegava che non era vero che i ragazzi ungheresi erano contro il socialismo e il comunismo, semmai si sentivano traditi negli ideali. Da lì diventai socialista, avendo comunque già quell’idea e rifiutando la superiorità che i comunisti credevano di avere sugli altri».

 

franco carraro

Da ex sindaco dell’Urbe: Roma è ingestibile?

«È una città complicata, con 2.777 anni di storia. Non ha avuto, come Parigi, un Georges Haussmann che sventra e rifà tutto. E l’errore più grave è stato non usare l’Eur per gli uffici. Ma l’Eur, si sa, era un’invenzione fascista… Infine, ritengo la borghesia romana meno illuminata di quella milanese».

 

La band romana Banda Bassotti: «Che bravo sindaco! Quanta civiltà, con i manganelli amministra la città».

«Ero sindaco grazie all’accordo Craxi-Andreotti-Forlani, era logico che me ne dicessero di tutti i colori. Ma avevo il rispetto dell’opposizione, sia di destra sia di sinistra: nel 1991 approvammo i progetti di Roma Capitale, tra cui l’Auditorium e altre opere realizzate poi da Rutelli per il Giubileo del 2000».

 

Le dimissioni dalla Figc nel 2006 e lo scandalo del calcio.

«Mi hanno prosciolto, con la motivazione “si è comportato in modo istituzionalmente corretto”. La giustizia sportiva non ha avuto il coraggio di farlo, sono dovuto arrivare fino al Tar. Ad ogni modo, nella vita sportiva ho scelto di avere solo cariche non retribuite, con l’eccezione della presidenza del Coni».

scalfaro franco carraro

 

(...)

 

Lo sport italiano come sta?

«Come dice Sergio Mattarella, magari tutti i settori del Paese andassero come va lo sport…».

 

È stato ministro del Turismo: che cosa serve all’Italia?

«Bisogna avere strutture che funzionano e idee. Come Milano, diventata città turistica sfruttando il crollo della lira nel 1992 e potenziando il quadrilatero della moda: in poche centinaia di metri ci sono i più bei negozi del mondo».

 

Ha governato il Coni dopo Giulio Onesti: lo sport italiano gli deve davvero tutto?

franco carraro sandra carraro dario franceschini

«Di più. Ha fatto nello sport quanto fatto da Mattei con l’Agip. L’ha depurato dalla matrice fascista, ha intuito il suo valore sociale e ha rovesciato la piramide: ora è la base che sceglie il vertice. Grazie a lui l’Italia, pochi anni dopo aver perso la guerra, ha ospitato i Giochi invernali e quelli estivi.

 

Infine, il Totocalcio. Una genialata, convincendo Luigi Einaudi, ministro delle Finanze che voleva trattenere tutto il ricavato per poi ridistribuire, a lasciare al Coni il grosso degli introiti. Gli disse: “Lei si fiderebbe dello Stato?”. Einaudi sorrise: “Va bene, andiamo avanti così”. E il Coni poté autofinanziarsi».

 

I presidenti dopo di lei: Gattai, Pescante, Petrucci, Malagò.

franco carraro galliani

«Gattai non è stato all’altezza, non ha capito il Coni. Ma sono colpevole pure io: avevo un pregiudizio su Nebiolo e favorii Arrigo. Pescante è eccellente e ama la dimensione internazionale dello sport: la passione però comporta anche un tot di emotività che è meglio non avere. Petrucci: grande dirigente. Malagò: avrà dei difetti, ma il suo affetto per gli atleti è unico».

 

Quale presidente per il futuro?

«Non ho un nome. Nel 2026 ospiteremo i Giochi invernali di Milano-Cortina e quelli del Mediterraneo a Taranto, importanti per il governo a causa del Piano Mattei. Spero che, rispetto a una riforma che preclude a Malagò un altro rinnovo, ci sia una deroga: si rischia di rompere un equilibrio».

franco carraro

 

Il ministro Giorgetti ha voluto Sport e Salute.

«È il braccio operativo del governo: è cambiato tutto, prendiamone atto».

 

Silvio Berlusconi: svolgimento libero.

«Mi offrì di fare il senatore e l’ho fatto volentieri. Ma ho accettato quando ero in pensione: in politica, essere senatore conta relativamente poco. Non è vero che voleva comperare l’Inter. Semmai aveva già una mezza idea sul Milan: ci confrontammo quando io mollai, ma non trovammo l’accordo».

 

È nel Cio dal 1982. Chi succederà a Thomas Bach?

«Non posso sbilanciarmi, sono troppo amico di uno dei pretendenti, Juan Antonio Samaranch junior. Temo però che Bach abbia in mente un certo candidato...».

 

Rimane milanista?

«Si dice che si può cambiare tutto. Ma io cambio poco in tutto: sono pure sposato da 49 anni…»

francesco rutelli goffredo bettini franco carraro claudia mazzolacarraro siniscalchi foto gobbi gmt068franco carraro e la moglie sandra foto di baccofranco carraro con la figlia albertina foto di baccofranco carraro foto di baccogiovanni malago antonio matarrese franco carraro foto di baccomalagò carraro lettafranco carraro e giovanni malago foto mezzelani gmt franco carraro giovanni malago foto di baccofranco carraro malago

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”