gurlitt

TEDESCHI, POCHE CHIACCHIERE: TIRATE FUORI LE OPERE TRAFUGATE DAI NAZISTI - A 74 ANNI DALLA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE, LA GERMANIA È ANCORA IN POSSESSO DI 2500 OPERE D'ARTE (QUADRI, SCULTURE, MOBILI) RUBATI O ACQUISTI DAI NAZISTI CON METODI DUBBI DA FAMIGLIE, PER LO PIÙ EBREE DURANTE LA GUERRA - FINORA I TEDESCHI SI SONO PRODIGATI A RESTITUIRE SOLO 54 OPERE…

Flaminia Bussotti Per “il Messaggero”

 

Lo Stato tedesco, a 74 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, è ancora in possesso di migliaia di opere d'arte di provenienza oscura: quadri, sculture, mobili, su cui grava il sospetto possa trattarsi di Raubkunst, oggetti d' arte rubati o acquisti dai nazisti con metodi dubbi da famiglie, per lo più ebree durante la guerra.

cornelius gurlitt 1

 

Secondo quanto rivelato questi giorni dalla Bild, e confermato dal ministero delle finanze, e poi ulteriormente approfondito da un' indagine dallo Spiegel, circa 2.500 opere si trovano oggi nei depositi del governo a Berlino-Weissensee, o esposte nei musei o negli uffici di istituzioni pubbliche, in attesa che si chiarisca la loro provenienza e si possa risalire ai legittimi proprietari.

 

In tutto, il patrimonio dello Stato conservato nei depositi ammonta a 48.000 oggetti fra dipinti, sculture, strumenti musicali, mobili, porcellane, libri antichi, monete e francobolli. Di circa 2.500 di essi (2.100 quadri più monete e libri) deve essere ancora identificata la provenienza e la legittima proprietà.

hildebrand gurlitt

 

Il tema dell' arte trafugata durante la guerra dai nazisti è stato a lungo tabù in Germania e solo una ventina di anni fa Berlino ha aderito al cosiddetto Accordo di Washington, firmato da oltre 40 stati ma inteso solo come dichiarazione di intenti, non vincolante legalmente, con cui i firmatari si impegnavano nel 1998 a fare luce sui crimini nazisti ai danni di collezionisti e mercanti d'arte e a cercare di arrivare a un' intesa con gli eredi delle vittime.

 

Finora, a quanto si evince dagli elenchi visionati del Bundesverwaltungsamt (l'ente che amministra i beni pubblici sotto la giurisdizione del ministero delle Finanze), sono state identificate e restituite solo 54 opere (fra cui, nel 2010, la Signora in bianco con quaderno di Battista Lampi il vecchio).

 

Attualmente, secondo quanto dichiarato dal ministero della Cultura, il governo sta trattando la restituzione di altre 12 opere rubate durante la guerra. Fra il 1933, avvento di Hitler al potere, e il 1945, fine del conflitto, il regime nazista ha trafugato innumerevoli opere d' arte razziate, confiscate o sottratte a condizioni capestro da collezionisti o proprietari privati, in prevalenza ebrei. Fra la Germania e tutti gli altri paesi, stime indicano fra 600.000 e cinque milioni il numero delle opere razziate. Molte si trovano ancora oggi, spesso non identificate, nei musei e nelle gallerie di tutto il mondo.

cornelius gurlitt

 

Di Raubkunst si è cominciato a parlare accesamente in Germania dopo il caso sensazionale di Cornelius Gurlitt (1932-2014), il collezionista figlio del noto mercante d'arte Hildebrand Gurlitt (1895-1956) che commerciava per conto dei nazisti, nella cui abitazione a Monaco fu trovato un vero e proprio tesoro di opere d'arte. Circa 1.500 fra cui capolavori assoluti (fra gli altri di Chagall, Picasso, Canaletto, Renoir, Matisse, Nolde, Marco, Kokoschka) su cui pendeva il sospetto si trattasse di arte rubata dai nazisti. Nel frattempo, solo poche delle tele si è potuto accertare fossero opere sottratte dai nazisti. Il caso, anche per l' accidentalità della scoperta, ha calamitato per mesi l' attenzione pubblica in Germania e ridato impulso alla volontà dello Stato di fare i conti anche con questo odioso capitolo dell' eredità del nazismo.

 

cornelius gurlitt 3

Una grande mostra, appena chiusasi al Martin Gropius Bau a Berlino, mostrava le opere della collezione Gurlitt, sequestrate dalle autorità nel 2013 dopo la loro scoperta un anno prima. In Germania non esiste una legge sulla restituzione, a differenza dell' Austria che nel 2012 ha varato una legge per la restituzione ai legittimi eredi delle opere trafugate durante il nazismo.

 

Il caso più noto è quello del famoso quadro di Gustav Klimt, il Ritratto di Adele Bloch-Bauer, esposto fino allora al Museo Belvedere, che nel 2006 fu restituito ai discendenti della famiglia ebrea e poi comprato dall'imprenditore Ronald Lauder per la collezione della Nuova Galleria da lui fondata a New York (si mormorava all'epoca per la cifra record di 135 milioni di dollari).

 

joseph goebbels

Recentemente il tema delle restituzioni delle opere rubate dai nazisti ha trovato nuovo impulso con l'iniziativa senza precedenti del direttore degli Uffizi a Firenze, il tedesco Eike Schmidt, che l'ultimo dell' anno, davanti alle telecamere, ha appeso una copia di una tela trafugata dai nazisti il Vaso di fiori del pittore olandese Jan van Huysum, rubato da un soldato tedesco durante la seconda guerra chiedendo al suo governo di adoperarsi per la restituzione del quadro.

 

Schmidt, che sembrava peraltro che a fine anno dovesse lasciare gli Uffizi per andare a dirigere il Kunsthistorisches Museum a Vienna (ma la cosa non è ancora sicura), ha accompagnato la sua performance mediatica con un accorato appello: ci auguriamo, ha detto, che nel corso del 2019 il quadro possa essere finalmente restituito alle Gallerie degli Uffizi cui appartiene.

 

Entartete Kunst - Il Nazismo contro l arte degenerata

Sono seguite poi nei giorni seguenti le inchieste di Bild e Spiegel e l' annuncio simbolico, lo scorso 8 gennaio, della ministra della cultura, Monika Grütters, della restituzione di un quadro della collezione Gurlitt (Ritratto di donna seduta del francese Thomas Couture) agli eredi del proprietario ebreo. Alla Raubkunst era dedicato anche un film di e con George Clooney del 2014, The Monuments Men, sulla caccia degli alleati alle opere d' arte rubate e nascoste dai nazisti in Germania.

Entartete Kunst - Il Nazismo contro l arte degenerata Entartete Kunst - Il Nazismo contro l arte degenerata Entartete Kunst - Il Nazismo contro l arte degenerata Entartete Kunst - Il Nazismo contro l arte degenerata

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...