DALLA MARUSSIA CON FURORE - LA ‘’BILD’’ METTE SOTTO ACCUSA LA SCUDERIA DI BIANCHI: “GLI HANNO CHIESTO DI ACCELERARE” - IL TEAM PRONTO AD ADIRE LE VIE LEGALI: “ILLAZIONE RIDICOLA” - TODT PENSA DI RIMUOVERE A FINE STAGIONE IL RESPONSABILE SICUREZZA WHITING

Stefano Zaino per “la Repubblica

 

incidente jules bianchi 8incidente jules bianchi 8

L’unica cosa sicura è che Jules Bianchi, pilota francese di 25 anni, da giorni sta lottando disperatamente fra la vita e morte. I genitori, costantemente al suo capezzale nell’ospedale di Yokkaichi dove è ricoverato dal 5 ottobre, cercano di rompere l’assordante silenzio dei medici giapponesi, che da tempo non emettono più bollettini trincerandosi dietro un laconico “grave ma stabile”, garantendo che il figlio «si sta battendo come in pista e non ha alcuna intenzione di mollare», che la sua tenacia permette di aggrapparsi alla speranza, anche se questa ogni attimo che passa, date le gravi lesioni cerebrali, assomiglia sempre di più ad un miracolo quasi impossibile.

 

Silenzio, angoscia, disperazione da parte di chi gli sta intorno. Rumore invece nel resto del mondo ed è un caos squallido, ignobile teatrino fatto di veleni, scambi di accuse, rimpallo di responsabilità, giocato sulla pelle di un giovane che in questo momento (e chissà se mai potrà farlo) non può chiarire nulla di quanto accaduto e non può difendersi.

incidente jules bianchi 7incidente jules bianchi 7

 

Bianchi giace in terapia intensiva, mentre il responsabile della sicurezza, Charlie Whiting, dopo non aver proferito verbo in Giappone e in Russia cerca una via di fuga sostenendo che i commissari di gara hanno agito secondo prassi e che la colpa è dei piloti che non rallentano in presenza di bandiere gialle, nella fattispecie il povero Bianchi che probabilmente ha rallentato troppo poco.

 

I piloti, chiamati in causa, rimandano le accuse al mittente e lasciano la Russia con la convinzione che sia la Fia a doversi dare una regolata, non con un’inchiesta frettolosa come quella che è stata fatta, ma con una (peraltro già annunciata dallo stesso Whiting, che con un report ha invitato le squadre a conservare tutti i dati tecnici di quei momenti terribili, annunciando anche la formazione di una commissione di super esperti per un futuro processo) indagine molto più approfondita, dove si chiariscano colpevoli e responsabilità e soprattutto dove si decida come comportarsi per evitare che simili tragici incidenti si ripetano. Ci si agita, poco rispettosi della disperata battaglia di Bianchi, e nel caos ieri è arrivata l’ennesima tempesta.

incidente jules bianchi 6incidente jules bianchi 6

 

Secondo la “Bild” la scuderia di Bianchi, la Marussia, in quegli attimi concitati prima dell’incidente avrebbe incitato il proprio pilota a spingere al massimo («Push, push» il messaggio riportato dal quotidiano tedesco) per ridurre il divario con la Caterham di Ericsson. Una richiesta via radio di alzare il ritmo che la Marussia smentisce con sdegno. «Illazione ridicola, accusa assurda, siamo arrabbiati e sotto choc di fronte a certe parole», afferma la scuderia.

 

Che poi precisa: «Jules ha rallentato nel momento in cui è stata sventolata una doppia bandiera gialla. Si tratta di un dato inconfutabile, confermato dalle telemetrie fornite dalla squadra venerdì scorso alla Fia. Cosa confermata dallo stesso Whiting il 10 ottobre. Una copia audio e per iscritto di tutte le trasmissioni radio tra Jules e la squadra è stata fornita alla Fia: dimostra che non abbiamo mai chiesto a Bianchi di alzare il ritmo o fatto il benché minimo commento suggerendogli di andare più veloce».

JEAN TODT JEAN TODT

 

La “Bild” sostiene di avere delle prove. La Marussia, oltre la replica piccata, è pronta ad adire le vie legali. La Fia preferisce stare in silenzio, anche se giura di non aver abbandonato il caso e volerlo ancora approfondire. Il presidente Todt medita, e c’è chi dice che potrebbe a fine stagione prendere decisioni come la rimozione di Whiting. Perché a Suzuka qualcosa comunque non ha funzionato. Come ha ribadito ancora ieri Montezemolo: «Quel trattore non poteva e non doveva essere lì».

novella 2000   luca di montezemolonovella 2000 luca di montezemolo

 

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)