ALLEGRI-A ROMA – FRATTURA INSANABILE TRA IL CAV E IL TECNICO (A UN PASSO DA TOTTI): “MA COME FA A LASCIARE IN PANCA IL FARAONE?”

1- FUORI UNO- BERLUSCONI DURO CON ALLEGRI, SI VA VERSO L'ADDIO
Monica Colombo per "Il Corriere della Sera"

Massimiliano Allegri andrà alla Roma. Clarence Seedorf è l'unico nome presente nella testa di Silvio Berlusconi convinto di affidargli il Milan nella prossima stagione. Se Adriano Galliani non smetterà in fretta i panni dell'avvocato difensore del tecnico livornese rischierà, dopo un sodalizio con il Cavaliere che dura dal 1979, una clamorosa rottura. Cronaca di una giornata lunghissima, non priva di colpi di scena.

È stato il giorno del grande freddo. Chi aspettava la qualificazione ai preliminari di Champions League come elemento propedeutico all'incontro chiarificatore sul futuro della panchina milanista è rimasto deluso. Altro che riavvicinamento tra le parti. Silvio Berlusconi, il giorno dopo la conquista del terzo posto ha preferito per motivi di opportunità evitare di intervenire in diretta al Processo di Biscardi a cui aveva promesso un commento a fine campionato.

Però non ha risparmiato un comunicato choc nel quale prima ha sottolineato i propri meriti nella risalita in campionato del Milan: «Dopo il disastroso inizio del girone dì andata, prima di Napoli-Milan, ho convocato i dirigenti e l'allenatore e ho detto a tutti che bisognava capovolgere la situazione e riassettare il Milan come società e come squadra e ho specificato come avrei voluto che il Milan si schierasse in campo. I risultati di questa metamorfosi si sono visti e la nostra squadra è passata dalla zona retrocessione al terzo posto conquistato ieri sul filo di lana». E poi soprattutto ha annunciato l'esonero di Massimiliano Allegri, ma non solo: «Da oggi ho predisposto un riassetto completo dei quadri tecnici e, anche se ci fosse bisogno, di più efficiente e completa riorganizzazione societaria».

La frase bomba ha rovinato la cena di Adriano Galliani che dopo una giornata spesa a spiegare al telefono al presidente i buoni motivi per trattenere al Milan Allegri (capace di ottenere 234 punti in tre stagioni) e per non sostituirlo con l'attuale giocatore del Botafogo Clarence Seedorf, impegnato a seguire on line un corso per tecnici, ha chiamato in serata il Cavaliere.

Il quale, con tono affettuoso, ha negato di aver dettato alcuna lettera o di aver rilasciato alcuna dichiarazione avente per oggetto il Milan (lo stesso concetto è stato ufficializzato in un comunicato di smentita firmato da Berlusconi diffuso in tarda serata). Il giallo è diabolico, ma la situazione fra il presidente e il suo tecnico resta insanabile.

Ieri Massimiliano Allegri si è trattenuto in Toscana, diviso fra Coverciano (dove ha tenuto una lezione al master frequentato anche da Inzaghi e Stramaccioni) e Livorno. Silvio Berlusconi invece ha ricevuto i figli nel consueto pranzo del lunedì ad Arcore. Barbara (che dopo la partita di Siena ha confessato: «Ho perso dieci anni di vita. Il terzo posto non è un miracolo, è merito di tutti: anche di una proprietà che ha speso cifre importanti per gli ingaggi e gli stipendi dei nuovi giocatori») si era recata a casa del padre armata di buone intenzioni per perorare la causa del tecnico toscano.

Ma si è dovuta scontrare con l'irremovibilità del Cavaliere, furioso per la formazione mandata in campo a Siena. Non c'è nulla da fare: nemmeno l'avvenuta conquista dell'obiettivo prefissato è bastata a sanare una frattura fra il presidente del Milan e il suo tecnico. Considerato quest'ultimo poco aziendalista, poco permeato di senso di appartenenza alla famiglia Milan, troppo ostinato nel difendere le proprie idee. Galliani in mattinata aveva dichiarato: «Mercoledì sentirò Allegri. Capirò cosa vuole fare e poi assieme al presidente prenderemo una decisione alla luce di quello che pensa l'allenatore». Andrà alla Roma, dove lo aspetta un contratto triennale e una stima che a queste latitudini è crollata come la Borsa nel 1929.

2- "UN TESTARDO, POI NON FA GIOCARE EL SHAARAWY"
Alberto Costa per "Il Corriere della Sera"

Raramente nell'epopea berlusconiana era accaduto quello che sta capitando in queste ore attorno al futuro di Massimiliano Allegri. Incertezza, impegni presidenziali annunciati e poi prontamente smentiti, mistero. Quando decise di porre fine all'avventura di Alberto Zaccheroni, un tecnico che, nonostante gli avesse regalato un inatteso scudetto al primo anno da milanista, non lo aveva mai intrigato, Silvio Berlusconi prese a pretesto il pareggio casalingo con il Deportivo La Coruna (Champions League), in cui peraltro i rossoneri erano stati scippati di un evidente calcio di rigore, e ne annunciò il licenziamento in diretta televisiva.

Ora invece il Dottore si muove in retrovia, non si comprendono i motivi del suo attendismo visto che il pollice verso nei confronti di Allegri è già stato decretato, sia pure tra mezze ammissioni e affannose smentite, com'è il caso della breve dichiarazione programmatica letta ieri sera al Processo di Biscardi e a lui attribuita. Resta il fatto che la sua assenza sabato a Milanello, sommata a quella di stasera alla cerimonia di celebrazione del cinquantesimo anniversario della prima Coppa dei campioni conquistata dal Milan (Wembley, 1963), entrambe largamente pubblicizzate, ci pare indicativa dell'aria che tira.


Del resto, conoscendo le convinzioni calcistiche dell'ex premier, non era difficile prevedere come la formazione schierata a Siena da Allegri gli avrebbe procurato un nuovo attacco di orticaria. Parlando ai suoi collaboratori a margine della sofferta partita di domenica, il tecnico livornese è stato etichettato ancora una volta alla stregua di «un testardo» e la nuova panchina riservata a El Shaarawy per fare spazio a Robinho (un giocatore che il presidente valuta finito) è stata vissuta come una provocazione («Ma come si fa a lasciare in panchina un ragazzo come lui?»). Il gioco balbettante espresso contro una formazione già retrocessa, la faticosa rimonta favorita da un rigore generoso hanno fatto il resto: «Non si può andare avanti a colpi di fortuna come ieri (domenica). Ora basta».

In sostanza il presidente ha già recitato il De Profundis per Allegri. Non è ancora quello pubblico che era parso di cogliere dalla missiva letta in Tv da Biscardone ma è comunque un'orazione funebre suffragata dai fatti e da una determinazione feroce, espressa anche ai figli, riuniti ieri a tavola nel rituale del pranzo del lunedì. Manca soltanto l'ufficialità del licenziamento, quella che consentirà al conte Max di trasferirsi armi e bagagli alla Roma.

La determinazione con cui Adriano Galliani ha difeso fino all'ultimo il tecnico di Livorno rischia peraltro di lasciare qualche scoria tra proprietà del club e management societario nel nome di Clarence Seedorf. Non era mai accaduto. L'olandese, che è più di un chiodo fisso per il presidente, ora ha fatto sapere urbi et orbi di essere iscritto a una sorta di corso per corrispondenza promosso dalla Federcalcio del suo Paese. Magari darà diritto ad allenare sulla Luna, che possa servire ad allenare il Milan è tutto da dimostrare.

 

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