ritratto dipinto donald trump foto ufficiale

PENNELLO E POTERE: L’ESTETICA AI TEMPI TRUMP – UN NUOVO RITRATTO DEL TYCOON, COMMISSIONATO DAL CREMLINO AL PITTORE RUSSO NIKAS SAFRONOV, E DONATO ALLA CASA BIANCA, MOSTRA IL PRESIDENTE AMERICANO DOPO L’ATTENTATO DELLO SCORSO LUGLIO – ANTONIO RIELLO: “IL TYCOON APPARE CON LA FOGGIA DEL GUERRIERO-EROE, FIERO E INDOMABILE. ANCHE LE FOTO UFFICIALI DEL PRESIDENTE AMERICANO MERITANO ATTENZIONE. NEL 2017 TRUMP APPARIVA SORRIDENTE. IN QUELLA DEL 2024 SEMBRA CONTRARIATO, CON UN'ARIA SINISTRA. LA TRUMP-AESTHETICS SEMBRA CONVERGERE SU UNA CURIOSA FORMA DI ‘REALISMO CAPITALISTA’ DAI TONI EPICO-INCAZZOSI…

Antonio Riello per Dagospia

 

donald trump by safronov

I media riportano che recentemente un ritratto - fatto da Andy Warhol nel 1985 - di Beatrice d'Olanda è finito per sbaglio nella spazzatura e non è mai più stato ritrovato. Il fatto è successo in un edificio pubblico di Maashorst, nel Brabante, durante dei lavori di restauro.

 

È pur vero che Beatrice nel 2013 ha abdicato a favore del figlio Willelm-Alexander e quindi, tecnicamente, la mancanza di rispetto della regalità non si configura. Ma comunque un Warhol resta un Wharol (non solo per ciò che riguarda il valore di mercato).

 

La sua rassegna di ritratti costituisce il più composito e credibile "Who is Who" del carisma (almeno per la seconda parte del XX Secolo). Richard Nixon, Marylin Monroe, Cassius Clay, Jacqueline Kennedy, Che Guevara, Elizabeth Taylor, Joseph Beuys....la lista è lunga, c'è anche l'Avvocato Agnelli.

 

donald trump 2024 fotoritratto

Indipendentemente dalla qualità del ritratto stesso (quello di Beatrice d'Olanda in effetti non era tra i più riusciti). Essere stati inclusi nella ritrattistica warholiana comporta essere stati, in qualche maniera, "mediaticamente rilevanti". Un po' quello che succede con i necrologi sul quotidiano britannico The Times: quando qualcuna/o finisce lì (magari con una intera pagina) vuol dire che in vita si è data/o da fare.

 

Non è insomma tanto importante avere un bel ritratto (somigliante o meno, veritiero o compiacente). La morale è che conta è chi lo ha fatto. Un artista significativo rende automaticamente importante il soggetto del quadro. Lo consegna al "glamour culturale" e, di pari passo, alla Storia dell'Arte: un modesto ed oscuro medico della provincia francese, il Dott Paul Gachet, grazie ad un ritratto di Van Gogh (1890) ne fa infatti parte a pienissimo titolo.

 

las meninas diego velazquez

Un privilegio evidentemente non così facile da agguantare. Ci vogliono gli artisti giusti (e un po' di fortuna). Poco cambia anche se si è dei miliardari spendaccioni o degli autocrati ambiziosi.

 

Una volta i potenti la sapevano lunga in proposito (o almeno facevano del loro meglio). Papa Giulio II si fa ritrarre da Raffaello Sanzio (1511). L'imperatore Carlo V viene immortalato due volte da Tiziano Vecellio (1533,1548) e una da Lucas Cranac (1533). Gli Asburgo di Spagna incaricano Diego Velazquez di dipingere tutta la famiglia reale, il celebre capolavoro "Las Meninas" (1656) fa parte della serie.

 

Lo stesso Velazquez poco prima aveva dipinto anche Papa Innocenzo X (1650). Napoleone mette al lavoro, Jean-Auguste-Dominique Ingres e Jacques Louis David. Non è solo una questione di semplici capacità pittoriche. L'elite del Potere ha sempre cercato il pennello che rappresenti efficacemente e iconicamente un certo momento storico.

 

charles v habsburg ritratto equestre by tiziano vecellio 1548

In sintesi: gli artisti scelti devono essere intanto molto bravi. Capaci di lasciare un segno nel Tempo. Poi, semmai, si cercherà di limitarne i gradi di libertà (solo se proprio fosse strettamente necessario). 

 

Alla Regina Elisabetta II d'Inghilterra tutto ciò era ben noto e, benchè non amasse per niente il ritratto che ne aveva fatto Lucien Freud, conservò il dipinto gelosamente. Pochissimi i ripensamenti conosciuti: Clementine Churchill distrusse con il fuoco quello del marito Winston fatto da Graham Sutherland (e così fece anche un abbiente collezionista dello stesso Freud, Bernard Breslauer, davvero troppo scontento del proprio aspetto iperflaccido)

 

I dittatori raramente hanno abbastanza coraggio di chiedere a dei veri artisti. Troppo rischioso. Sotto questo profilo (a fronte di tantissimi brutti ritratti, magniloquenti e ruffiani) Benito Mussolini è stato fortunato. Renato Bertelli nel 1935 ha realizzato in ceramica lo strepitoso "Profilo continuo del Duce" e tanto è bastato per consegnare le fattezze del capo del Fascismo alla Storia dell'Arte.

 

regian beatrice d olanda ritratto di andy warhol

Non se lo meritava, ma è andata così. Gli illustratori di regime non reggono normalmente il giudizio dei posteri. Infatti quelli di Stalin, Hitler, Franco, non sono riusciti a farcela. Mao Tze Tung, ha avuto solo la grandissima fortuna di attirare l'attenzione di Andy Warhol.

 

Veniamo ad oggi. Della effige trumpiana dipinta in Colorado da Sarah Boardman (e della polemica scatenata da Trump) si è già scritto abbastanza. Ma il Presidente degli USA, si sa, non sta mai fermo. Ecco dunque apparire un suo nuovo ritratto consegnatogli direttamente da un Witkoff appena tornato dall'ultima visita diplomatica in Russia.

 

Il Tycoon appare con la foggia del guerriero-eroe ferito, ma comunque fiero e indomabile (dopo l'attentato del 2024). Come sfondo una grande bandiera americana e la Statua della Libertà. E' stato realizzato da un sedicente pittore russo, Nikas Safronov, su commissione del Cremlino.

 

elizabeth ii ritratto di lucien freud 2001

Con prudente savoir-faire Safronov ha pubblicamente sottolineato di avere fatto il ritratto senza chiedere alcun compenso, ovvero gratis. L'artista in questione si era già cimentato anche con Putin e Kim Jong-Un (si vede che sono stati contenti). Ma la lista dei suoi augusti soggetti comprenderebbe anche Tina Turner, Jack Nicholson, Diana Ross e il compianto pontefice Francesco I (al quale l'opera sarebbe stata consegnata lo scorso Febbraio, dovrebbe essere davvero interessante sapere se qualcuno - ed eventualmente chi - l'ha commissionata o se è stato un moto spontaneo dell'autore).

 

Anche le nuove foto ufficiali del Presidente e della First Lady alla Casa Bianca meritano una certa attenzione. Nel 2017 Trump appariva sorridente. In quella del 2024 sembra invece piuttosto contrariato, con un'aria quasi sinistra (sicuramente disturbata). Melania Trump, rispetto a quella del 2017 (a colori, rilassata e vagamente sorridente) emerge stavolta in bianco-e-nero con un'aria tostissima e, anche lei, quasi minacciosa. Sfuocato sul fondo si intravede l'obelisco del monumento a George Washington.

 

melania trump 2024 fotoritratto

Quella di Melania è un'immagine di gelida e implacabile efficienza. La fotografa-artista è la belga Règine Mahaux. Comunque un bel passo avanti (almeno in fatto di stile) rispetto al micidiale decoratore post-sovietico.

 

Obama aveva (giustamente) fiducia in Kehinde Wiley. Biden era troppo vecchio e evitava la ritrattistica (sapeva che meno si vedeva il suo volto e meglio era). Chissà chi potrebbe essere il prossimo "pittore di corte" a Washington? Vedremo come si svilupperà la Trump-Aesthetics. Al momento sembra convergere su una curiosa forma di "Realismo Capitalista" dai toni epico-incazzosi

Self Portrait of Antonio Riellorenato bertelli profilo continuobarack obama by kehinde wileymelania trump 2017 fotoritrattodonald trump 2017 fotoritrattomao by andy warholgianni agnelli by andy warholcharles v habsburg portrait by lucas cranach1533tina turner by safronovandy warhol e joseph beuys 1980francesco i by safronov1 suther winston churchill by graham sutherlandinnocenzo x by diego velazquez

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…