comaneci

LA GINNASTA ROBOT - DA CEAUSESCU ALL’AMERICA: LA STORIA DELLA MITICA NADIA COMANECI - CON LE 6 MEDAGLIE D’ORO A MONTREAL E IL SUO CORPO ASESSUATO STUPÌ IL MONDO - NEL 1989 SCAPPÒ NEGLI USA: “SONO IN UN PAESE LIBERO E NON SONO LIBERA”

Giulia Zonca per “la Stampa”

 

comaneci 3comaneci 3

Usare una bambina come ponte tra Est e Ovest sembra davvero azzardato se non fosse che la bambina in questione sa tirare le gambe fino al limite della rottura, sa inarcare la schiena come nessun altro, sa spingere le estremità oltre i confini dell’umano.

 

La bambina si chiama Nadia Comaneci e il libro di Lola Lafon La piccola comunista che non sorrideva mai(Bompiani, pp 320, € 18) non racconta la sua storia ma quella del suo corpo: un fisico simbolo della forza del comunismo e poi esempio del benessere capitalista. Usato da entrambi i mondi e adorato da ambo le culture.

 

Non è una biografia perché la verità avrebbe preteso squarci di orrore e ricordi fantastici. Non avrebbe funzionato. Lafon è una francese nata a Bucarest e cresciuta a Sofia, un ponte pure lei. Cercava uno specchio, un megafono, una protagonista che potesse reggere il peso di una trasformazione brutale e Nadia, un nome scandito, ritmato, impugnato sia dal regime che dalla pubblicità è il soggetto ideale perché il suo corpo era una fortezza e a un certo punto si è messo a scricchiolare.

 

comanecicomaneci

Come il muro di Berlino, come la distinzione tra buoni è cattivi. Nadia entra in scena definita dalle etichette: «un robot di 40 chili», «la piccola manipolatrice», «leggera e insieme implacabile», «una pianta carnivora da ingozzare di difficoltà». È programmata per stupire e il capitolo più bello resta quello che racconta l’eccezionale.

 

Le Olimpiadi di Montreal 1976: l’esercizio pericoloso e struggente, tanto bello da far male, che prende subito il nome Comaneci. Quell’oro con voto pieno e incredibile, il 10 che nemmeno il tabellone riesce a scrivere perché non esiste e il decimale non si sposta. Lei ha 14 anni e un body bianco che vivrà in proprio: «ammaliate dal body le adolescenti occidentali si mettono sotto i piedi persino la Guerra Fredda».

 

In una settimana di gare diventa il centro del mondo e non si tratta delle vittorie, piuttosto della combinazione tra potenza ed eleganza. Prima di essere una donna, persino prima di essere un’atleta. Nadia, in quell’estate di gloria a Montreal, non ha un età, non ha un sesso: è semplicemente magica ed è proprio il prototipo a cui un’intera generazione può aspirare.
 

Nel 1977 c’è un triumvirato di bimbe al potere. Jodie Foster, baby prostituta di Taxi Driver, tanto brava e precoce da restare incarnazione dell’innocenza pure nella parte di una sgualdrina. Brooke Shields, altra vergine da bordello scelta da Louis Malle per sussurrare perdizione con lo sguardo angelico. E Nadia Comaneci, «la bimba missile» che sa pubblicizzare i dogmi dell’Est in Occidente. 

 

comaneci 1comaneci 1

È il suo allenatore Bela Károlyi che l’ha creata: Valorizzava il nostro coraggio non certo le nostre acconciature» e bisogna stare attenti al quaderno dei giudizi, «sensibile era una diagnosi definitiva». Per tutto il libro Bela, senza cognome come fosse un orco o un fumetto, sbraita, ordina, pretende. Dietro le quinte di ogni gesto e di ogni parola. Il padre perfetto per i giovani comunisti, solo che la storia ci mette poco a capovolgersi e Bela scapperà per diventare il tecnico della nazionale americana, per inventare ginnaste robot in nome del marchio sulla tuta invece che in quello di Ceausescu.

 

NADIA COMANECI jpegNADIA COMANECI jpeg

No, Lafon non è interessata a ripetere quanto il dittatore fosse meschino e spietato, anche se lui e i suoi assurdi discorsi di propaganda sono trattati come meritano. L’autrice è concentrata su quel corpo in evoluzione che cambia insieme con la politica. In tutti e due i casi non si tratta di una rivoluzione improvvisa, è una trasformazione lenta e dolorosa. Nadia a un certo punto la chiama «malattia» e fatica a contenere la morbosità: quanti chili, quanti centimetri, porta il reggiseno, ha avuto il primo ciclo? Lei, ridisegnata dal mastino Bela, decide di fermare il tempo. Ha già sfidato la gravità e l’ha schiacciata grazie ad acrobazie indescrivibili, quindi può anche smettere di crescere. Almeno per un po’.

 

comaneci nadiacomaneci nadia

Non mangia più, va a correre tre volte al giorno e si sottopone a carichi di lavoro da massacro. Arriva alla seconda Olimpiade di nuovo perfetta e devono mettere insieme una giuria corrotta per lasciare qualche successo anche alla Russia padrona di casa. Nadia sa che l’apoteosi finisce lì, sul tappeto di Mosca.

 

Non può più bloccare gli anni come Ceausescu non può impedire al futuro di entrare in Romania. Nel 1989 lei scappa negli Usa, lui viene giustiziato. Un regime caduto non ha bisogno di un ex bambina come ambasciatrice. Non si saprà mai se Nadia sia scappata dalla dittatura o da un mondo in cui non aveva più posto.
 

comaneci 2comaneci 2

In America resta scettica, «sono in un Paese libero e non sono libera», però ritrova il ruolo per cui era addestrata e dopo essere stata la ninfa che spacciava comunismo diventa la musa che ne descrive le atrocità. Un ponte di enigmi: anche quando lo attraversi non sai se sei davvero dall’altra parte.

 

ELENA E NICOLAE CEAUSESCUELENA E NICOLAE CEAUSESCU3 nadia comaneci3 nadia comaneci

Ultimi Dagoreport

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....