giulio pellizzari pantani

AL CICLISMO ITALIANO MANCA UN PANTANI E I RAGAZZI SCENDONO DALLA BICI – GLI AZZURRI NON VINCONO UNA TAPPA AL TOUR DAL 2019, IL GIRO DAL 2016, IL MONDIALE ADDIRITTURA DAL 2008. NON ABBIAMO SQUADRE NELLA SERIE A DEL CICLISMO, IL WORLD TOUR. IL VERO PROBLEMA E’ IL VIVAIO: IN DUE ANNI IL MOVIMENTO HA PERSO UN SESTO DEI SUOI ATLETI (ANCHE PERCHE' LE STRADE ITALIANE SONO UN PERICOLO) - GIULIO PELLIZZARI, IL PIÙ AFFASCINANTE PROSPETTO DEL CICLISMO ITALIANO CHE NEL 2025 NON SARÀ AL GIRO: “NEL CICLISMO CI SERVE UNO COME PANTANI, UN TRASCINATORE. UNO CHE ATTACCA IN SALITA"

Cosimo Cito per la Repubblica - Estratti

 

GIULIO PELLIZZARI

Un Mondiale non è un pranzo di gala, ci si va per vincere, per battersi, per la maglia e tutto ciò che ne consegue: il nome del proprio paese stampato in grande, gli sforzi della propria Federazione, il proprio orgoglio, gli sponsor.

 

Eppure l’Italia del ct Daniele Bennati, per ammissione dello stesso, al Mondiale di Zurigo, a settembre, «non ha fatto una corsa dignitosa». Mentre Pogacar volava verso la più incredibile delle maglie iridate, dietro in tanti battagliavano per il podio. Tra loro non c’erano azzurri. Per trovarne uno nell’ordine d’arrivo bisognava scendere fino al 25° posto di Ciccone: il ritardo di 6’36” è un macigno ancor più del misero piazzamento.

 

È stato il peggior Mondiale di sempre, se si eccettua quello del 1950, senza azzurri al traguardo.

ENRICO FABIANELLI ALEX ZANARDI DANIELE BENNATI

Il vivaio che non c’è Uno dei problemi dell’Italia è il vivaio. Nei numeri della Federciclismo ci sono dati impietosi sull’assottigliamento della base: nel 2022 i ragazzi tesserati nella categoria esordienti erano 3.487, nel 2023 3176, nel 2024 sono 2.965. In due anni il movimento ha perso un sesto dei suoi atleti. Tutto questo si riverbera poi sull’attività a medio livello. 

 

 

Dal 2025, dopo oltre quarant’anni, scomparirà la maglia verde bianco- rossa della Zalf-Euromobil-Fior, la più importante fucina del nostro ciclismo. E diversi altri team si sono arresi negli anni. A far paura alle famiglie sono le strade italiane, gli allenamenti a traffico aperto, i pericoli, i lutti e il fatto che per una larga parte dell’opinione pubblica i ciclisti sono un problema da scansare sulla strada e basta.

 

GIULIO PELLIZZARI

 

 

Le squadre italiane Non abbiamo squadre nella Serie A del ciclismo, il World Tour. Il guaio è che le Professional italiane (i team della Serie B, invitati alle grandi corse) dispongono di un calendario limitato, puntano tutto sul Giro, dove vincono raramente in mezzo alle grandi potenze mondiali, fanno quello che possono senza le grandi multinazionali alle spalle. Quelle italiane, e intorno al ciclismo ce ne sono tante, preferiscono sponsorizzare le corse, non squadre e corridori.

 

(...)

La Federazione La palla dunque passa alla Federazione. Cordiano Dagnoni, presidente in scadenza e candidato alla propria successione (si vota il 19 gennaio), potrebbe sollevare dal suo incarico il ct Bennati. Per il futuro si è fatto il nome di Sonny Colbrelli. Nel 2021, quando lo scelse al posto di Davide Cassani sulla scorta di uno spoil-system post-elettorale (Cassani era una scelta di Renato Di Rocco, oltre che un nome che in Italia è sinonimo di ciclismo), Dagnoni valutò di Bennati l’esperienza, ma anche la capacità di essere mediatico.

gianni bugno marco pantani

 

Bennati ha fatto il possibile con quello che (non) ha: non è colpa sua se l’Italia al maschile non vince una tappa al Tour dal 2019, il Giro dal 2016, il Mondiale addirittura dal 2008, tre ritardi sulla ruota tricolore mai visti nella storia. Si dirà: il ciclismo non è più quello di una volta, ora i paesi che vincono sono molti di più, basti guardare l’albo d’oro del Mondiale. 

 

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PELLIZZARI “CI SERVE UN PANTANI PER RIPORTARE I GIOVANI SULLE STRADE”

C.C. per la Repubblica - Estratti

 

GIULIO PELLIZZARI

Nel 2025 Giulio Pellizzari, il più affascinante prospetto del ciclismo italiano, non sarà al Giro. Lo scalatore marchigiano, 21 anni, ha fatto il salto di qualità passando dalla piccola VF Group-Bardiani-CSF-Faizan alla multinazionale Red Bull-Bora Hansgrohe. E questo ha comportato la rinuncia stagionale alla corsa più amata, quella in cui si è messo in luce nel 2024: 2° dietro Pogacar nella tappa del Monte Pana, 6° ad Asiago dopo una grande attacco sul Monte Grappa.

 

Quanto le dispiace?

«Un po’, un bel po’, perché ci sarà una tappa che passerà vicino a Camerino, il mio paese. Ma, salendo di categoria in una squadra non italiana, con i grandi campioni che ci sono, dovrò imparare ad aiutare a vincere prima che a vincere. Alla Red Bull sanno come si gestisce un corridore e se mi dicono che il calendario è giusto per uno di 21 anni, è così. Avrò tempo per crescere».

 

Dove la vedremo?

«Inizierò a febbraio all’UAE Tour, dove ritroverò per la prima volta dal Giro come avversario anche Pogacar. Poi Challenge Mallorca, Catalunya, Paesi Baschi, Romandia, Svizzera, Burgos e Vuelta. Un bellissimo calendario. Alla Vuelta non avremo Roglic al via e potrò disporre di più libertà».

 

 

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GIULIO PELLIZZARI

Oltre a una grande squadra nella categoria maggiore, al ciclismo italiano manca un grande personaggio, un Sinner insomma. E se fosse lei?

«Sinner è oggi per il tennis ciò che Pantani è stato tanti anni fa per il ciclismo. Ancora adesso, anche nei paesi più piccoli dell’Appennino, dove mi alleno, le persone mi ricordano che Pantani passava di là e hanno le lacrime agli occhi quando ne parlano. Io non l’ho mai visto correre, ma ho recuperato le sue imprese su Youtube. Da brividi. Ci serve un personaggio così, un trascinatore. Uno che attacca in salita. Quello che mi piace fare».

 

A fine stagione c’è il Mondiale in Ruanda, da scalatori. Esserci può diventare l’obiettivo del suo 2025?

GIULIO PELLIZZARI

«Sarà molto duro e si correrà ai 1.500 metri di Kigali. In altura vado di solito molto bene. Ci spero».

ullrich pantanil'impresa di marco pantani al santuario di oropagianni bugno marco pantani

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