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BOOM! "ECCO COME INFANTINO INSABBIO’ LA CALCIOPOLI TURCA”, LE ACCUSE DI "LE MONDE" AL GRAN CAPO DELLA FIFA - “L'ALLORA SEGRETARIO GENERALE DELLA UEFA MODIFICÒ IL REGOLAMENTO INTERNO DELLA FEDERCALCIO TURCA” – LE LETTERE TRA INFANTINO E LA FEDERAZIONE DI ISTANBUL, I LEGAMI CON ERDOGAN E LA GRANDE PARTITA PER PORTARE SUL BOSFORO EURO 2024

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Carlo Tecce per il “Fatto quotidiano”

 

Nell' estate di sei anni fa, in Turchia ci fu una retata che portò il calcio in galera: decine di arresti, 16 società e più di 90 tesserati coinvolti, corruzione trasversale per falsare i risultati del campionato 2010-2011 e persino munizioni e armi. Al centro dell' inchiesta c' era il blasonato Fenerbahçe, che vinse il torneo truccando diverse partite.

 

Per anni, da quell' estate, le autorità sportive internazionali hanno ripetuto il solito ritornello della "tolleranza zero". Il raffinato avvocato italo-svizzero Gianni Infantino, all' epoca segretario generale della Uefa e da quasi un biennio gran capo della Fifa, lo ripete ancora. Ma è proprio Infantino - il moralizzatore chiamato a purificare il calcio dopo le stagioni di Sepp Blatter - che ha insabbiato la Calciopoli ai tempi di Recep Tayyip Erdogan, finita con un' amnistia totale, niente penalizzazioni né retrocessioni. E lo dimostra lo scambio di lettere tra Infantino e Ebru Köksal, segretaria generale della Federcalcio di Istanbul e dunque interlocutrice del dirigente Uefa

lettere infantino federazione turca

 

Köksal scrive una lettera diretta a Infantino il 19 gennaio 2012 per sondare la disponibilità di Nyon a ignorare le manovre turche per salvare le squadre più titolate e i tesserati più influenti. (…)

 

La segretaria generale anticipa a Infantino le punizioni calmierate e domanda: "Costituisce una violazione dello statuto Uefa o di altri regolamenti Uefa e, a tale riguardo, l' Uefa potrà comminare eventuali sanzioni alla federazione calcistica turca, alle squadre nazionali o ai club?".

 

Köksal poi sciorina un prontuario di sanzioni, neanche ancora discusso in federazione, ma prima sottoposto al parere di Infantino: viene esclusa la retrocessione in seconda categoria di società da milioni di tifosi (e di interessi) come Besiktas o Fenerbahçe, si prevedono penalizzazioni di almeno 12 punti in classifica e multe dai 2 milioni ai 10 milioni di lire turche, cioè al massimo 2 milioni di euro.

 

infantino

Un buffetto. Soltanto l' esclusione dalle coppe, decretata già nel 2011, resta valida. Con un linguaggio felpato, Infantino risponde subito, il 20 gennaio e autorizza la Federcalcio a modificare il regolamento dopo fatti molto gravi e accertati l' anno prima: "Sebbene riteniamo che questo problema sia principalmente di competenza della federazione turca, possiamo dire, a nome dell' Uefa, che tenendo conto di tutte le circostanze, la vostra proposta sembra costituire una risposta ragionevole, proporzionata e responsabile per affrontare la questione".

(…)

 

Il 31 gennaio si dimette il presidente Mehmet Ali Aydinlar contestando la linea di Köksal e colleghi: il calcio turco rischiava di scomparire senza l' intervento della signora del pallone supportato da Infantino. La Federcalcio va avanti e anche oltre: corregge il temuto articolo 58 e, con le sentenze del 6 maggio 2012, non punisce nessuno, tranne un paio di dirigenti minori. Infantino si dimentica dell' accordo, non di rivendicare il suo integerrimo comportamento.

 

Da sei anni, da quell' estate, il Trabzonspor spedisce ricorsi all' Uefa per ottenere il titolo scippato dal Fenerbahçe e un risarcimento milionario. Nyon ha sempre respinto gli avvocati della squadra di Trebisonda. Tre mesi fa, invece, il Trabzonspor si è rivolto di nuovo alla Fifa. E Infantino fischietta. Ancora una volta.

ERDOGAN 2

 

 

2. GIANNI & ERDOGAN, UN SODALIZIO CON VISTA SUGLI EUROPEI 2024

Tommaso Rodano per il “Fatto quotidiano”

 

Lontana dai riflettori, la partita è politica. La giocano i vertici del calcio europeo e dello Stato turco. Si incontrano a Istanbul il 22 marzo 2012, in occasione del 36esimo congresso della Uefa: si vedono il segretario generale Gianni Infantino e il premier turco - oggi presidente - Recep Tayyip Erdogan. Qui si gettano le basi per nascondere il più grande scandalo nella storia del calcio internazionale (….)

 

erdogan turchia

La Turchia è tra le nazioni più influenti del calcio europeo. Il merito storico è di Senes Erzik, uno dei signori del calcio turco, a lungo alla guida della sua federazione - di cui è tuttora presidente onorario - e nelle poltrone nobili della Uefa (è vicepresidente del comitato esecutivo dal 1994 al 2015). In questi anni Istanbul incassa due finali - quella di Champions del 2005 e quella di Europa League del 2009 - e sogna gli Europei: sfumano prima quelli del 2012 e poi quelli del 2016. Quando scoppia lo scandalo, nel 2011, Erdogan sta provando a mettere le mani su quelli del 2020.

 

A marzo 2012 incontra Michel Platini (presidente della Uefa) e Infantino. Le Roi si defila e lascia che a gestire la partita sia l' avvocato italosvizzero. Va a finire come sappiamo: lo scandalo turco scompare nel nulla. Infantino, garante del patto con la federazione, è vicino al suo nuovo presidente: Yildirim Demiroren, ex numero uno del Besiktas, eletto nel pieno della tempesta giudiziaria, nella quale era pure sotto inchiesta.

 

Gianni Infantino

I dividendi di questa amicizia sono cospicui: il 26 febbraio 2016 viene eletto presidente della Fifa anche grazie al voto turco. Infantino ha realizzato il suo sogno, quello della Turchia sono ancora gli Europei: Istanbul è di nuovo in corsa per quelli del 2024.

 

Il sodalizio è ancora in vigore: il 26 novembre, Infantino è stato accolto personalmente nel palazzo del presidente, a Istanbul. "Apprezziamo molto quanto ha investito nel calcio - ha detto a Erdogan - e vogliamo che sappia che la Fifa è vicina alla Turchia, siamo pronti a ogni tipo di sostegno".

GIANNI INFANTINO E MARADONAinfantinoinfantino

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