celti

MA CHI ERANO POI QUESTI CELTI? AL BRITISH MUSEUM LA GENESI DI UNA CIVILTÀ FANTASY CHE RACCOLSE DIVERSE GENTI NORDICHE SOTTO UNO STESSO NOME - FU L’ARTE IL FATTORE UNIFICANTE: IN TUTTE LE LORO OPERE DOMINA LA LINEA CURVA...

Masolino D’Amico per “la Stampa”

ossian celtiossian celti

 

Un grande dipinto di Anne-Louis Girodet datato 1802, custodito nel castello della Malmaison e intitolato Ossian che accoglie gli spiriti degli eroi francesi, mostra appunto il famoso bardo celtico, cieco come Omero, che accoglie in una specie di Walhalla alcuni giovani generali in divisa napoleonica, si immagina caduti sul campo.

 

Non per nulla infatti l’Empereur era un grande ammiratore di Ossian, il volume dei cui canti si portò dietro nelle campagne di Egitto e di Siria. Peccato però che Ossian fosse una totale invenzione dello scozzese James Macpherson, che a partire dal 1760 lo aveva pubblicato, fingendo di averlo tradotto dal gaelico, sulla scia di una voga iniziata poco prima. A quell’epoca la parola stessa «celt» era appena tornata in circolazione, dopo più di un millennio di oblio.

 

Ma chi erano stati, poi, questi celti? Audacemente la splendida mostra Celts and their Identity, testè inaugurata al British Museum, mette in discussione tutto quanto credevamo di sapere sulla mitica nazione che, si era arrivati a pensare, aveva occupato una enorme distesa dell’Europa centrale più le isole britanniche e la penisola iberica.
 

mitologia celticamitologia celtica

Questa idea cominciò a prendere piede agli inizi del Settecento, quando un linguista, un monaco bretone chiamato Paul-Yves Pezron, attribuì un idioma comune scomparso a una vasta popolazione, scomparsa anch’essa, che identificò con i Celti nominati da Giulio Cesare. In seguito antiquari si sbizzarrirono a trovare tracce del passato «celtico», soprattutto in Inghilterra, Scozia e Irlanda, e a quei «celti» attribuirono senza esitazioni costruzioni di pietra come Stonehenge e affini, in realtà appartenenti a una lontanissima preistoria. I greci e i romani avevano chiamato genericamente «celti» i nordici.

 

Il primo a fare una distinzione fu Giulio Cesare nel famoso esordio del De Bello Gallico, dove afferma che la Gallia è divisa in tre parti, abitate rispettivamente dagli Aquitani, dai Belgi, e dai Celti (questi, nella zona tra il Rodano e la Garonna), «che noialtri chiamiamo Galli». Quindi i celti propriamente detti erano solo una tribù della Gallia. 
 

druido2druido2

A Nord della Manica nessuno parlò mai di celti, certo non gli interessati, che si chiamavano Britanni, Iberni, Pitti, Iceni e via dicendo. Nella prima sala la mostra mette a confronto due immagini, una convenzionale per i grecoromani, e una autentica: quella di marmo, celeberrima, del cosiddetto galata (ossia, gallo) morente ai Musei Capitolini, replica di una statua greca del 200 a.C. - un guerriero completamente nudo, con le sue armi sul terreno -; e la statua in arenaria, questa venuta dalla Germania, di un altro guerriero «celtico», ritto in piedi con tanto di armatura (che i «celti» combattessero nudi era una fiaba che durò fino ai contatti diretti) e di elmo cerimoniale.

 

Esponenti di due scuole artistiche diversissime, raffinatamente realista la statua greca, grezza, stilizzata e ricca di simboli quella germanica, le due effigi hanno peraltro un significativo tratto in comune: entrambe portano al collo una torque, il collare caratteristico di tutte le popolazioni nordiche. E qui la mostra dà da pensare. Pur notando fondamentali differenze tra etnie - pur riconoscendo che non si può parlare di una comunità «celtica» tra popolazioni che come lo stesso Cesare dice erano divise da lingua, leggi, istituzioni - salta all’occhio come tutti i manufatti (armi, gioielli, utensili, anche un carro) scavati in aree che vanno dal Portogallo alla Danimarca e risalenti a epoche dall’età del ferro al basso Medioevo abbiano in comune una fondamentale omogeneità di stilemi artistici. 
 

guerrieri celtiguerrieri celti

In tutta la sterminata area non-classica domina per secoli e secoli, nella decorazione e nella concezione stessa degli oggetti, la linea curva, secondo una stilizzazione sinuosa che ha varie evoluzioni ma che rimane fondamentalmente coerente col proprio principio, e che dopo avere vivacchiato semi-sommersa per secoli sarà ufficialmente adottata dal gusto occidentale.

 

Questo avviene con l’Art Nouveau, movimento preceduto proprio dalla scoperta e dall’imitazione dei gioielli «celtici» trovati in sepolture irlandesi e riprodotti dai gioiellieri ottocenteschi. Qui sono esposte spille rotonde e piatte, simili a quelle tornate di moda con la stagione dei figli dei fiori, molto amate dalla regina Vittoria che ne indossò delle repliche.

 

E’ impressionante, poi, la diffusione della surricordata torque, quel collare ad anello che non si chiude, di metalli intrecciati, talvolta di squisita esecuzione. Se ne trovano campioni dappertutto, con variazioni infinite; qui ce n’è persino una d’argento, con alle estremità due teste di toro entrambe munite di torque a loro volta, pesante quasi sette chili, e certo di uso cerimoniale. 
 

celtic 2celtic 2

La passione per la linea sinuosa continuò quando l’Irlanda fu evangelizzata nel settimo e ottavo secolo, e la caratteristica spirale degli oggetti artistici «celtici» continuò nella pazientissima, complicatissima decorazione dei codici miniati, di cui qui si ammirano splendidi esemplari, e delle croci celtiche in pietra con motivi rotondeggianti, erette in Scozia e in Irlanda. I ritrovamenti infiammarono la fantasia dei romantici, donde la leggenda di una fiera popolazione alle origini dei britanni ma non solo, vedi i quadri «pompier» con druidi e guerrieri dagli elmi bicornuti.

 

celticcelticcelti 6celti 6

A questa risalgono i miti cui minoranze un po’ dappertutto, Padania non esclusa, si aggrappano oggi per rivendicare, a volte aggressivamente, una identità. Si chiude con la chincaglieria di tipo celtico offerta nei negozi di souvenir, con i fumetti di Asterix, con la maglia bianca e verde dei Celtics, squadra di football dei cattolici di Glasgow.

croce celticacroce celtica

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…