PALLONE BUCATO – SCONCERTI SUL CASO PARMA: “IL CAMPIONATO ORMAI È FALSATO, SBAGLIATO CHE LA LEGA NON INTERVENGA” – GIOCATORI SENTITI IN PROCURA SU IPOTESI DI BANCAROTTA FRAUDOLENTA

1.CAMPIONATO FALSATO NON INTERVENIRE È IL GRANDE ERRORE

Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera

 

roma parma 31591a550broma parma 31591a550b

Il caso Parma è diverso dalle decine di casi analoghi già successi perché accade durante il campionato. Fallire in estate significa essere sostituiti, il campionato non se ne accorge. Fallire in primavera significa regalare punti ai prossimi avversari e toglierne qualcuno a quelli con cui si era già giocato. Questo porta a dire giustamente che il campionato è falsato. In sostanza, con grande spirito di comunanza, quello che interessa al calcio, non è la chiusura di un’ azienda storica, la disoccupazione di un centinaio di impiegati e addetti, la galera forse di qualcuno, ma la differenza di piccoli vantaggi che la sua chiusura porterà agli avversari. Già questo racconta il vento marcio che tira.

 

Cosa dovrebbero fare Federcalcio e Lega per limitare i danni? Direi poco o niente. Avrebbero potuto controllare meglio i conti del Parma prima, ma all’iscrizione al campionato gli stipendi erano stati pagati, i parametri rispettati. Da tempo si sentiva dire che Ghirardi avesse dei problemi, ma finché vi faceva fronte nessuno poteva intervenire.

 

roma parma  40fe 8f44 3d8bf60ef8d3roma parma 40fe 8f44 3d8bf60ef8d3

Il Parma non mi sembra vittima di nessuno se non dei propri errori. Un numero sconfinato di giocatori e alcuni pagati oltre le proprie possibilità. Se c’è dell’altro è compito della magistratura trovarlo. Tutta l’Inter è sotto ipoteca delle banche, tutta l’Inter è sottoposta alla bontà di un solo progetto. Cosa dovrebbe fare il calcio, fermarla e controllarla ogni tre mesi? E con quali diritti? O andare a chiedere a Berlusconi come intende coprire i suoi 256 milioni di debiti Milan? Esiste per tutti un rischio d’impresa. Il Parma non ha retto.

 

premio biagio agnes   mario sconcerti e gerardo grecopremio biagio agnes mario sconcerti e gerardo greco

È non intervenire la vera falsità. I capi del calcio sono inadatti o molto furbi, hanno inventato un modo di governare il gioco che cristallizza tutto sulle situazioni di 50 anni fa, ma sono spesso il meglio della nostra industria. La Lega non è Beretta sul cui giudizio finale concordo con Lotito. La Lega, il calcio, è l’insieme dei presidenti, quindi Squinzi, Agnelli, Della Valle, Berlusconi, Cairo, De Laurentiis, Pallotta, Thohir, gente che non si lascia fare prepotenze e accetta solo quel che conviene. Non ha bisogno di essere difesa. Decidano loro come vogliono il campionato, ne hanno facoltà se si mettono d’accordo.

 

 

2. PARMA, SALTO NEL VUOTO

Roberto Perrone per “Il Corriere della Sera

 

Non solo il campionato italiano è falsato, ma anche il calcio italiano, nel suo insieme, appare fasullo. Lo sfarfallio europeo di giovedì non deve ingannare: danzare spensierati nel salone da ballo del Titanic, mentre l’iceberg s’approssima, come ha ricordato l’ex team manager del Parma, Alessandro Melli, è una nostra specialità. Il 18 maggio 2014 il Parma festeggiava il ritorno in Europa dopo sette anni; ora, per la seconda domenica consecutiva, non andrà in campo. Dopo Parma-Udinese è stata rinviata anche Genoa-Parma.

 

Nella prima occasione era stato il sindaco, uno dei creditori della società (700/800 mila euro) a sbarrare il Tardini. In questo caso la decisione è stata presa dal presidente federale Carlo Tavecchio, ma in realtà sono stati i calciatori a strapparla, dopo che, nello spogliatoio avevano prevalso i falchi, furenti perché la Lega ha convocato un’assemblea solo il 6 marzo per affrontare il problema.

la trimurti tavecchio macalli lotitola trimurti tavecchio macalli lotito


I calciatori hanno delle belle pretese, la Lega non esiste, Beretta «non conta nulla» (Lotito dixit). Decide Tavecchio. La situazione è particolare, ma il rinvio poteva e doveva essere stabilito prima e non dopo un ultimatum. Così le istituzioni calcistiche dimostrano, ancora, la loro debolezza-inconcludenza. Beretta: «C’è speranza che il Parma termini il campionato». Ma viene smentito dal capo del Coni, Giovanni Malagò. «Non so se il Parma giocherà le prossime partite. La regolarità del campionato è stata inficiata da questa decisione. Il calcio non ne esce bene». Malagò sta valutando l’idea di commissariare la Federcalcio. Potesse, lo farebbe oggi.

tavecchio con la coppola di pelletavecchio con la coppola di pelle


I giocatori del Parma, quindi, sono passati da «la trasferta a Genova la paghiamo noi» a «se non concedono il rinvio, sciopereremo e perderemo 0-3. Non ci sono le condizioni, non siamo stati tutelati dalle istituzioni». Comunque i costi della trasferta erano stati coperti da «Risparmiocasa»: 20 mila euro in cambio del marchio sulle maglie. È stata una giornata lunga per il Parma, mentre continuano i sequestri: anche le attrezzature dello spogliatoio del Tardini, dopo quelle di Collecchio. In mattinata sono stati ascoltati in Procura il tecnico Donadoni e i giocatori Lucarelli, Mirante e Gobbi.

 

I magistrati lavorano sulla bancarotta fraudolenta. Il 19 il tribunale si pronuncerà sull’istanza di fallimento. È a questo che punta il sindaco Federico Pizzarotti per liberarsi del presidente «da un euro» Giampiero Manenti, incontrato per un’ora e mezzo in Comune. Il proprietario è arrivato con 5’ di ritardo sull’orario fissato, le 16.30, passeggiando per il centro pacioso di Parma che mai aveva vissuto un simile bagnomaria di urla, spintoni, insulti, minacce, cameraman che camminavano all’indietro (uno all’ospedale).

 

GIAMPIETRO MANENTIGIAMPIETRO MANENTI

Dopo un’ora e mezzo la bocciatura di Pizzarotti: «Manenti è inaffidabile. Ho informato la Lega: se dobbiamo rapportarci con lui chiuderemo il Tardini». All’uscita qualche tifoso ha tentato di aggredire il presidente, ma una volante della Polizia lo ha portato via. Però Manenti non molla: «Abbiamo un piano. I soldi arrivano dagli sponsor. Quanto ho pagato il Parma? C’è un patto di riservatezza». E ha scherzato, pure: «Tevez e Morata mi invidiano, si parla più di me che di loro». È arrivato pure il Tapiro. «Un paio di Tapiri li dovete portare anche a Tavecchio e Beretta. A Parma non si sono fatti vedere» il commento di Donadoni. Vangelo.
 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)