la sala del grechetto a palazzo sormani

IL GRECHETTO DOVE LO METTO, DOVE LO METTO NON SI SA. BAGARRE A MILANO TRA GLI STORICI DELL’ARTE. IL COMUNE DECIDE DI SPOSTARE LE TELE DEL GRECHETTO. CHE PERO’ SONO DI DUE ANONIMI PITTORI DI PASSAGGIO. AFFIDA A GIOVANNI AGOSTI IL COMPITO DI CURARNE UNA MOSTRA “PER VALORIZZARLE” (PER VALORIZZARLE DOPO CHE SI E’ SCOPERTO CHE NON SONO DEL GRECHETTO?). INSORGONO GLI STUDIOSI: NON DEVONO MUOVERSI DALLA BIBLIOTECA COMUNALE

Pierluigi Panza per il ''Corriere della Sera - Milano''

 

 

palazzo sormani dove si trova ora il ciclo detto del grechetto

Spira un po’ di grecale sul Grechetto, cioè un vento freddo ma moderato. Il Comune ha deciso di spostare da Palazzo Sormani, dopo 112 anni, le 23 tele del Grechetto (che del Grechetto non sono) sul mito di Orfeo che ammansisce gli animali. Inizialmente per una mostra che si svolgerà a Palazzo Reale dal 13 marzo; quindi per essere restaurate, infine per collocarle, forse, altrove. «Alla Sormani — ha spiegato l’assessore, Filippo Del Corno — non sono valorizzate». La cura della mostra è affidata a Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, docenti di Storia dell’Arte della Statale, che nel catalogo si soffermeranno anche su autori dell’opera e disposizione originaria a Palazzo Visconti-Lunati-Verri, distrutto durante la Guerra.

 

L’assessore ha invitato al dibattito e tra gli addetti ai lavori si sollevano perplessità:

1) Perché la mostra non è stata affidata a chi ha giù studiato Palazzo Visconti e il ciclo del Grechetto (Vittoria Orlandi Balzari e Alessandro Morandotti, esclusi anche dal catalogo) che hanno già resi noti gli autori?

 

2) Perché non restaurare le tele in situ visto la precarietà?

 

3) Perché togliere le tele da Palazzo Sormani, che è l’ultima dimora scelta dai proprietari (Carolina Verri e Alessandro Sormani nel 1877) e dove metterle?

la sala del grechetto a palazzo sormani

I curatori, Agosti e Stoppa, ricordano che «l’esposizione è nata anche con l’intento di trovare fondi per il restauro di questo complesso misconosciuto dell’arte italiana» e che «sarebbe utile portasse a una ricollocazione dell’insieme, magari in un diverso contesto, che permettesse una conservazione e una fruizione più adatta».

 

Per quanto riguarda la mostra, «gli studiosi intenderebbero disporre le tele, il più possibile, secondo l’originaria posizione che avevano a Palazzo Visconti-Lunati-Verri dove nacquero», afferma Margherita Palli che la allestirà. «La collocazione alla Sormani è sprecata: è giusto restaurarle e trovare un nuovo posto».

 

il ciclo di orfeo detto del grechetto in una storica foto

Favorevole allo spostamento anche lo storico d’arte Stefano Zuffi: «Il ciclo di Orfeo è uno dei tesori culturali di Milano: emerge anche aspetto naturalistico ed è un unicum della seconda metà del 600. Abbiamo bei musei in fase di ripensamento, ma manca un grande percorso museale sulla storia della città. Quello sarebbe il posto adatto: Palazzo Sormani non è la collocazione originale».

 

Opposto il parere della storica d’arte Vittoria Orlandi Balzari, che ha studiato ogni documento sul ciclo pittorico in più pubblicazioni: «Ho dimostrato con documenti e disegni che Sinibaldo Scorza è stato ideatore della prima fase del ciclo e che gli autori delle tele sono stati il fiammingo Livio Mehus e Pandolfo Reschi, di origine polacca. Ho anche già pubblicato la ricostruzione di dove erano disposte le tele all’interno di Palazzo Visconti-Lonati-Verri. Quando furono portate a Palazzo Sormani dai proprietari la disposizione fu manomessa perché non erano in misura».

 

GIOVANNI AGOSTI

La studiosa, mai consultata, aspetta di leggere le novità, «se ce ne sono». E aggiunge: «La conservazione è disastrosa, le tele hanno bisogno di restauro. Un paio di anni fa si parlava con il Politecnico di 300mila euro di costi; ora l’importo è salito a 700. Io le avrei restaurate in loco e, comunque, le ricollocherei alla Sormani aggiungendo una postazione internet con ricostruzione di come erano disposte originariamente. E la chiamerei Sala di Orfeo».

 

Per Alessandro Morandotti, storico d’arte e autore di un saggio sul «Maestro di Palazzo Lonati Verri», «è assurdo immaginare uno spostamento definitivo di quelle tele da Palazzo Sormani, ultima testimonianza dell’arredo di quell’antico palazzo, seppure in una restituzione di primo Novecento. Il restauro e il nuovo allestimento vanno valutati con cautela perché l’intelligenza delle integrazioni pittoriche nel momento del passaggio del ciclo da Palazzo Verri a Sormani va capita e rispettata per non smontare le tessere di un mosaico senza sapere come ricomporlo». E aggiunge: «Sarebbe stato più prudente fare la prevista mostra temporanea nella Sala del Grechetto, con una nuova illuminazione e tutti gli studi di fattibilità possibili».

GIOVANNI AGOSTI

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