sala appendino malagò

I GIOCHI SONO FATTI: MILANO CON TORINO QUESTA E’ LA SOLUZIONE DEL CONI – MA DI MAIO DEVE CONVINCERE LA APPENDINO – IL SINDACO SALA PUNGE "GIGGINO": "GRAVE PREGIUDIZIO IN FAVORE DI TORINO. QUESTA FACCENDA DELLE OLIMPIADI STA DIVENTANDO UNA BATTAGLIA SIMBOLICA DI POTERE”

Emilio Randacio per la Stampa

 

sala fontana malagò

A Milano la forte sensazione è che la partita sia diventata più politica e che Torino abbia conquistato la pole position contro tutti i pronostici. E, ieri mattina, il sindaco Beppe Sala lo ha detto senza girarci troppo intorno. «Questa faccenda delle Olimpiadi sta diventando una battaglia simbolica di potere», il pensiero del primo cittadino milanese, esponente del Partito democratico.

 

Mercoledì, dopo l' incontro con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, era presente anche il governatore Attilio Fontana, Usciti dall' incontro, sia il sindaco che l' esponente leghista, non nascondevano un certo ottimismo sulle chance che Milano vincesse la partita per organizzare i giochi invernali a cinque cerchi, edizione 2026. «Ho sentito anche Di Maio dire - ha proseguito Sala, lanciando il suo allarme - che i sindaci dei Cinque Stelle troveranno in lui un riferimento: dice una cosa gravissima. Un ministro che ha un dicastero così importante e che dà una via privilegiata a un sindaco M5S (di Torino, ndr), è assolutamente incomprensibile».

APPENDINO DI MAIO

 

Se tra Fontana e Sala, la comunione d' intenti sulla candidatura di Milano, è stata fino a oggi molto forte, sulla previsione di chi vincerà la partita, la visione è apparentemente diversa. «Le chance rimangono inalterate», spiega il governatore, tradendo una certa sicurezza. Anche perchè si dice certo che «non sarà la politica a decidere sulla candidatura.

 

giochi invernali

Se scelgono quelli che hanno competenza, Milano è nettamente avvantaggiata per essere la città italiano ad aggiudicarsi la competizione». Il sindaco sarebbe convinto del sostegno del Coni anche per le perplessità del comitato olimpico italiano sulla competitività del dossier di Torino.

 

Il timore del primo cittadino Eppure, la paura di Sala è che l' attuale assetto governativo possa penalizzare alla fine la sua città. «Se dovessimo far finta di decidere e poi la città prescelta avesse già vinto, sarebbe un errore. In quel caso facciano pure quello che vogliono. Ma è chiaro che non sarà così». «Puo’ essere un eccellente volano per Milano - spiega Francesco Micheli , noto finanziere e attuale consigliere del Cda de la Scala -, ma per esprimere un quadro preciso sarebbe più giusto conoscere esattamente i costi del progetto.

 

APPENDINO DI MAIO

Non vorrei sembrare pilatesco, ma su questo preferisco definirmi agnostico prima di dire per chi sarebbe giusto tifare».Se a Torino l' associazione dei consumatori (Asscom) si schiera apertamente per la candidatura delle OIimpiadi sotto la Mole, a Milano, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, preferisce non prendere ancora ufficialmente posizione.

 

L' endorsement di Kasper Eppure, un importante assist a vedere i giochi tra otto anni, sotto la Madonnina, è la presa di posizione del presidente della Federazione internazionale sci, e componente influente del Comitato Olimpico Internazionale, Gian-Franco Kasper. «Io credo che l' Italia abbia veramente una grande possibilità questa volta, soprattutto perché dopo la Svizzera pochi giorni fa anche l' Austria con Graz ha deciso di uscire ufficialmente dalla corsa. Tra le tre candidature italiane quella che conosco meglio è quella della Lombardia. Posso dire che le possibilità sono tante, e che l' Italia in questo momento è veramente favorita, ma la scelta tra le tre dipende dal Coni».

giochi invernali 2026

«Se il presidente della Federazione di sci si espone così, qualche ragione ci sarà per cui invito tutti e il governo a ragionare», ha proseguito nel suo ragionamento ieri Sala, raccogliendo al volo l' assist di Kasper.

 

«Capisco che politicamente ognuno difenda i suoi (il riferimento va sempre ai 5 stelle, ndr), ma capisco fino a un certo punto - ha voluto sottolineare ancora Sala -. Scegliere il candidato vuol dire essere a un quarto della corsa, quindi bisogna ragionare bene su quelle che sono le probabilità reali».

 

Poi il sindaco, ha concluso, ritenendo come sia «abbastanza evidente che Milano ne ha di più» rispetto a Torino, che le ha già ospitate pochi anni fa. In ogni caso «per come stanno le cose non mi aspetto una decisone martedì» - ha concluso Sala - la situazione è confusa e non mi aspetto una decisione a breve».

 

il sindaco beppe sala (3)

GIOCHI LOW COST

Fulvio Bianchi per repubblica.it

 

Milano con Torino: ecco la candidatura low cost chiesta dal governo (e che sta bene al Cio). Questa è la soluzione del Coni, e non da oggi: a gennaio fu commissionato proprio da Giovanni Malagò a Coni Servizi uno studio di fattibilità che ha portato su questa strada, l'unica percorribile davvero se si vuole convincere il Cio a darci l'organizzazione dei Giochi invernali 2026. E questa soluzione andrebbe anche incontro a quello che ieri ha chiesto al Coni il governo, dando il via libera alla candidatura.

 

GIOCHI INVERNALI 2

Se Di Maio convince la sindaca Appendino, sinora contraria ad un ticket con Milano, i giochi sono fatti. Milano sarebbe la candidata e Torino avrebbe comunque un ruolo non affatto marginale con short track, slittino, skeleton, bob, trampolino. Tutte discipline che per ora nel dossier di Milano risultano in ticket con St.Moritz ma che potrebbero essere destinate alle Valli del Piemonte dove gli impianti sono già esistenti, cosa assai apprezzata a Losanna. Cortina è tagliata fuori, problemi di strutture e di organizzazione: un conto sono i Mondiali di sci alpino che saranno organizzati non senza difficoltà nel 2021, un conto un'Olimpiade estremamente complessa.

 

GIOCHI INVERNALI

"I cittadini vogliono prima l'abbassamento delle tasse e una seria riforma per favorire l'occupazione, solo dopo i soldi per le Olimpiadi". Lo ha detto oggi, a Riese Pio X, il ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro. "E ovviamente - ha aggiunto - noi ci teniamo all'opinione dei nostri concittadini". Fraccaro ha ricordato che nell'ultimo Consiglio dei ministri, rispetto alle Olimpiadi, sono state date delle indicazioni. "Siamo pronti a sostenere un progetto di candidatura solo se sostenibile, appunto, dal punto di vista economico e ambientale, nel rispetto dell'autonomia del Comitato olimpico nazionale". Il via libera del governo (dopo i no di Monti e della Raggi), è stato apprezzato non solo al Coni, "un passo avanti notevole" spiegano da Palazzo H, ma ha fatto il giro del mondo: la notizia pubblicata sul sito "aroundtherings.com " ("Italian government behind 2026 bid") è finita in tempo reale sui telefonini di tutti i membri Cio.

 

il sindaco beppe sala (2)

Malagò e il suo staff sono già al lavoro sulla soluzione Milano-Torino, in attesa appunto che Di Maio convinca la Appendino che è l'unica via se si vuole davvero vincere. Basta guardare il lotto delle altre candidate: stabilito che il Cio vorrebbe tanto tornare in Europa dopo due edizioni invernali in Estremo Oriente (Sud Corea 2018 e Cina 2022), ecco che la rivale più pericolosa per la nostra candidatura potrebbe essere Stoccolma, visto che la Svezia non ha mai avuto le Olimpiadi invernali. Ma c'è una incognita difficile da valutare al momento: in Svezia in settembre ci sono le elezioni politiche. Le altre candidate contano poco o nulla: Sapporo (Giappone) potrebbe spuntarla solo se si ritirassero tutte. Calgary (Canada) sconta i cattivi rapporti che ha il membro Cio anziano Dick Pound, ex numero 1 della Wada, con il presidente Thomas Bach.

 

malagò

Pound accusa il Cio di essere stato troppo debole con la Russia, tanto che Mario Pescante (80 anni oggi, auguri) gli aveva anche scritto una lettera aperta. Ma la città canadese è attesa anche da un referendum e ha un consiglio comunale assai diviso (non come Torino ma quasi). Erzerum non ha nessuna chances: la Turchia si candida sempre, anche nel calcio, ma è penalizzata dai problemi di sicurezza.

 

il sindaco beppe sala (1)

Non è escluso che qualcuna di queste città prima di ottobre, quando ci sarà a Baires la sessione Cio, possa ritirarsi. Cosa che ha fatto ieri l'austriaca Graz, affondata da 11.00 firme del Partito Comunista: decisione attesa negli ambienti Coni (non una sorpresa come da noi scritto erroneamente). Alla fine, potrebbero restare quindi al ballottaggio Milano e Stoccolma: in questo caso, si potrebbe adottare di nuovo la soluzione dell'assegnazione congiunta (Milano 2026 e Stoccolma 2030), già sperimentata con successo per i Giochi estivi (Parigi 2024, Los Angeles 2028). Pare che agli svedesi questa ipotesi non spiaccia affatto. Si vedrà, comunque: la strada è ancora lunga, il Cio decide il 10 settembre 2019, proprio a Milano.

 

giancarlo giorgetti

Lunedì prossimo Malagò convoca a Palazzo H una riunione informale, martedì 10 Giunta in mattinata e consiglio nazionale nel pomeriggio. Verranno approvati i principi informatori (c'è qualcosina da limare) che poi dovranno essere portato all'attenzione del sottosegretario Giorgetti e ci sarà anche il via libera al limite ai mandati (tre, come da governo precedente). Si parlerà anche di Olimpiade, è ovvio, ma senza decidere. Troppo presto. Previsto quindi un altro consiglio nazionale a fine mese, in attesa che il consiglio dei ministri (forse ai primi di agosto) dica sì ufficialmente alla candidatura. Che sarà Milano con Torino.

 

Low cost, impianti esistenti, eredità, costi/benefici, impatto ambientale, niente sprechi di denaro pubblico, eccetera. Non è solo quello che chiede il governo, ma anche quello che da anni ormai raccomanda il Cio (sta scritto in tutte le carte e al Coni lo sanno bene, meglio di qualche assessore o sindaco-sindaca...). Stavolta possiamo davvero farcela se blocchiamo in tempo il fuoco amico. Malagò, forse già ad ottobre nuovo membro Cio, ha ritrovato l'entusiasmo di un tempo, e lavora con il suo staff quantomai agguerrito per coronare il sogno…

malagòbeppe sala

 

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