kaws 22

ANCHE L'ARTE È DIVENTATA POPULISTA - BONAMI: “GADGET BATTUTI ALL'ASTA A PESO D'ORO. GIOCATTOLI SCAMBIATI PER CAPOLAVORI. IL MERCATO CAMBIA LE REGOLE DEL CONTEMPORANEO. E COSÌ ACCADE CHE, DOPO BANKSY, L'AMERICANO KAWS VENDA A 14 MILIONI DI DOLLARI UN'OPERA – E SBERTUCCIA GERMANO CELANT CURATORE DELLA MOSTRA DI KAWS A HONG KONG: ''NON UN QUALSIASI MERCANTE A CACCIA DI DENARO MA COLUI CHE NEL 1967 INVENTÒ IL MOVIMENTO ARTISTICO DELL'ARTE POVERA...''

Francesco Bonami per “la Repubblica”

 

Francesco Bonami

Un tempo chi disegnava pubblicità, confezioni per oggetti, manifesti di mostre o giocattoli rientrava in una categoria che in lingua anglosassone si chiamava Commercial Art, arte commerciale. Di questa categoria facevano parte giganti creativi tipo Milton Glaser, colui che ha inventato il famoso cuore per lo slogan I Love New York, poi preso in prestito dall' umanità intera.

 

Questi professionisti della comunicazione visiva erano felici e soddisfatti del loro ruolo e del riconoscimento che avevano e quasi mai, molto intelligentemente, facevano l' errore di varcare il confine entrando in quell' altro mondo, più elitario e sofisticato dell' arte con la A maiuscola. Oggi, forse perché tutta l' arte è diventata commercio e l' arte per l' arte non esiste più, se è mai poi esistita davvero, figure ben più inferiori al genio di Glaser decidono - o altri decidono per loro - che possono far parte dell' Arte "vera" e pure del suo mercato.

 

Kaws

Anche il mondo dell' arte sta abbracciando l' onda del populismo che sta mettendo in crisi la società, la politica e i rapporti umani. Gli assiomi usati dai demagoghi del populismo politico - "diamo alla gente ciò che vuole o pensa di volere" o "se piace alla gente vuol dire che funziona" - adesso valgono anche per la cultura e l' arte.

kaws

 

Esempi eclatanti di questo fenomeno sono i casi di Banksy e di KAWS. Il primo, che vanta di celarsi in un affascinante anonimato tipo quello di Zorro o di Batman, è stato il soggetto di una mostra non autorizzata, da lui o lei che sia, a Milano che ha fatto faville.

 

Paradossalmente chi sta dietro a questo street artist ha fatto causa agli organizzatori della mostra per aver messo in piedi una mostra senza il suo consenso. Come se Salvini facesse causa agli scafisti perché non pagano le tasse portuali o se un gruppo terroristico facesse causa alla polizia per essere entrata illegalmente nel suo covo. Come per dire anonimo sì, ma fino a un certo punto.

GERMANO CELANT

 

L' altro fenomeno più onesto e sincero di Banksy, ma non meno mediocre da un punto di vista artistico, è KAWS. Al secolo Brian Donnelly nato in New Jersey, un ex street artist non più di primo pelo, avendo quarantacinque anni, che però piace a grandi e piccini. Dopo aver iniziato facendo bambolottini ispirati a manga giapponesi e a Topolino, da qualche anno si è trasformato in un fenomeno del mercato dell' arte. I suoi gadget sono diventati "capolavori" che valgono centinaia di migliaia di dollari o addirittura milioni. Una sua tela di poco più di un metro per un metro che ri-rifaceva alla KAWS il rifacimento alla Simpson della famosa copertina del disco dei Beatles Sgt. Pepper's è stata appena venduta da Sotheby' s ad Hong Kong per più di quattordici milioni di dollari.

 

MOSTRA BANKSY

Una cifra che obbliga il fortino dell' arte ad alzare bandiera bianca. Per KAWS vanno matti investitori economici o imprenditori dell' economia digitale sotto la trentina. Nel caso di KAWS non è questione d' investire ma di spendere. Anche se dal 2011 ad oggi i prezzi di KAWS sono cresciuti 150 volte, è molto probabile che nei prossimi otto anni crollino di 151 volte.

 

C' è chi lo paragona a Warhol, ma è una sciocchezza. Warhol per campare faceva vetrine, ma poi, una volta entrato nel mondo dell' arte, ha inventato un linguaggio del tutto nuovo e ha guardato alla società che si trasformava dal punto di vista dell' arte. Il percorso è esattamente contrario a quello di KAWS.

 

Kaws

L' arte di Warhol è diventata gadget mentre i gadget di KAWS vengono confusi per arte. Ad Hong Kong è stato piazzato un enorme bambolotto di KAWS che galleggia sull' acqua e per il quale la gente stava in fila ore per farsi un selfie. Non solo: poco lontano dalla bambola cadavere, è stata inaugurata una mostra a mio parere oscena, sempre di KAWS. Definire KAWS "osceno" è comunque inutile.

 

Come sarebbe inutile tentare di convincere un cinque stelle che il reddito di cittadinanza è una sciocchezza, Salvini che i migranti sono persone e non appunto bambole gonfiabili che possono galleggiare sul Mediterraneo, o tentare di far capire a Trump che il muro al confine del Messico è un' idiozia. Il successo del fenomeno è innegabile.

Kaws

 

Tuttavia la cosa interessante e sorprendente della mostra di KAWS a Hong Kong è il fatto che sia stata curata da Germano Celant, non da un qualsiasi mercante a caccia di denaro.

Celant è colui che nel 1967 inventò il movimento artistico dell' Arte Povera, uno dei più importanti della storia dell' arte del dopoguerra. Ma è anche uno storico dell' arte che ha compilato i cataloghi ragionati di Piero Manzoni, quello della Merda d' artista, e curato incredibili mostre tra le quali alcune di Lucio Fontana, quello del taglio sulla tela.

kaws

 

Un professionista che ha contribuito all' arte e alla cultura con progetti diametralmente opposti al fenomeno KAWS. Il fatto che abbia accettato la sfida di curare una mostra del genere potrebbe significare la presa di coscienza che popolarità e commercio stanno lentamente sostituendosi ai vecchi concetti di qualità, impegno e contenuti. Quindi pure chi aveva difeso un tempo questi criteri a spada tratta è costretto a prendere atto che la guerra adesso va combattuta con altri strumenti.

 

Kaws a Hong-Kong

Come quando si è passati dalle frecce e l' arco ai fucili, o in politica dagli spot televisivi a Twitter e Facebook. Non solo. Va preso atto che roba come KAWS è in grado di conquistare ed occupare spazi urbani o vetrine di negozi in modo molto più brutale ed efficace di quanto avrebbe potuto farlo un igloo di Mario Merz o una fiamma ossidrica di Kounellis, a loro agio in gallerie e musei o in ogni caso in spazi deputati per addetti ai lavori. Ma impreparati al caos visivo delle metropoli del XXI secolo.

 

BANKSY PARIGI 4

Gli tsunami KAWS e Banksy, e chissà quanti altri in arrivo, spingono ad una riflessione e obbligano il mondo dell' arte a porsi domande serie. L' arte è sempre stata un ponte fra l' immaginazione e la realtà, fra lo spirito e il mondo. Oggi il ponte sembra essere crollato.

Nel canyon dell' incomprensibile è sprofondata gran parte dell' arte del dopoguerra, fatta più d' idee che di muscoli, più di trovate che di scoperte. Così, paradossalmente, dimenticando di scoprire, l' arte è rimasta scoperta agli attacchi di coloro che non inventano nulla, ma fanno vedere molto.

 

Inebetiti a guardare nel vuoto del canyon, rimangono allora i superstiti di quell' arte contemporanea che, come la città di Troia, brucia avendo lasciato entrare ingenuamente fra le proprie mura un enorme bamboccione di plastica, senza sospettare che dentro la pancia nascondeva tanti cattivissimi e pericolosissimi KAWS.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…