max biaggi

MAX BIAGGI COME FANTOZZI VUOLE DIVENTARE AZZURRO DI SCI? L’EX PILOTA DOPO AVER PRESO IL DIPLOMA DA MAESTRO DI SCI (UNA BUONA PROFESSIONE PER RIMORCHIARE) RACCONTA LA SUA PASSIONE PER LA NEVE (“SCIAVO DA BAMBINO, HO DOVUTO SMETTERE PER CORRERE IN MOTO: ERA VIETATO”) E DELLA RICERCA SEMPRE DI NUOVE SFIDE: “UN UOMO CHE SMETTE DI SOGNARE È UN UOMO CHE MUORE” – “QUANDO CORREVO ERO CORAGGIOSO, I MIEI FIGLI NON VOGLIO CHE VADANO IN MOTO” – E POI RACCONTA GLI INCONTRI CON SINNER E SOFIA GOGGIA…

Daniele Dallera e Daniele Sparisci per corriere.it - Estratti

 

max biaggi

«Sono già arrivate richieste, vogliono sapere se sono disponibile a insegnare da subito. Fa piacere, ma è stata prima di tutto una sfida con me stesso». Max Biaggi, 53 anni, sei titoli Mondiali vinti fra 250 e Superbike, sempre alla ricerca di nuove emozioni. L’ultima: ha preso il diploma da istruttore di sci (assistente nella scuola di Selva di Val Gardena), mesi passati a studiare e ad allenarsi con i ventenni.

 

Da dove deriva questa voglia di neve?

«Sciavo da bambino, ho dovuto smettere per correre in moto: era vietato. Mi sono riavvicinato anni fa grazie a un evento della Philip Morris (sponsor in F1 e nella MotoGp ndr), a Madonna di Campiglio. Partecipavano Schumacher e Barrichello, io e Carlos Checa. Poi ho cambiato squadra e mi sono dovuto fermare ancora, fino a dieci anni fa.

Ma la passione era intatta».

 

Di qui a diventare maestro però è lunga, come è nata l’idea?

«Amici mi hanno suggerito di provare, “tu potresti farcela”. Loro sciavano molto meglio di me. Allora è scattato il gusto della sfida. Ricordo le selezioni: 300 aspiranti maestri. Mi sono presentato dal nulla con il pettorale superando le prime tre prove».

max biaggi

Poi?

«Un mese di corso con prove sul ghiacciaio in Val Senales, lezioni in aula, metodologie e pronto soccorso. Non avevo idea che ci fossero anche gli esami orali, se avessi saputo che era così complicato ci avrei pensato di più. Ma mi sono impegnato a fondo e questa esperienza mi ha dato tanto».

 

Titoli ed emozioni in moto, stavolta che tipo di soddisfazione ha provato?

«Fra sci e moto esistono similitudini, nelle pieghe per esempio, o nella velocità. Ma restano mondi lontani, questo ha acceso il desiderio».

 

A quando i primi allievi?

«Qualche giorno fa mi chiama la scuola: “Una famiglia russa ti vorrebbe per cinque giorni”. Io: “Grazie ma al momento non credo di esercitare”. La prima lezione sarà per i miei figli, Ines e Leon.

Sarà la più emozionante, ma loro sciano da anni e non dovranno imparare molto».

 

max biaggi

Al corso per maestro l’età media era vent’anni, è stato riconosciuto dai compagni di classe?

«Sembrava di essere ai boy scout. La maggior parte erano studenti, anche minorenni.

Io un po’ pesce fuor d’acqua, poi qualcuno si è accorto ed è iniziato il passaparola. Mi sono fatto volere bene, facevamo le ragazzate insieme. Mangiavamo panini, piatti di pasta nelle loro case condivise. Unico lusso? Prendevo l’hotel vicino alle piste».

 

(...)

Per il diploma ha ricevuto i complimenti dai campioni dello sci . Fuori i nomi.

«Brignone, Tomba, Verena Stuffer... Per un anno non ho detto nulla, non volevo creare aspettative. In Val Senales ho persino incontrato Sofia Goggia al rifugio».

 

Che cosa vi siete detti?

«L’ho salutata, mi ha riconosciuto dalla voce e mi ha raccontato il ritorno dopo l’infortunio. Fortissima e simpatica».

 

Max, perché insegue sempre nuove sfide?

max biaggi

«Un uomo che smette di sognare è un uomo che muore, lo diceva Senna».

 

Non è faticoso darsi sempre obiettivi?

«Sì. Per me vuole dire dover restare in forma. Mica scendi dal divano e sali su una moto elettrica per stabilire il record di velocità a 470 km/h. Lo stesso è per lo sci. Ma cose così mi spingono ad alzarmi dal letto alla mattina».

 

Dopo le moto lo sci è la sua passione più grande?

«Delle moto non mi perdo un turno di libere, poi seguo anche F1 e sci. E ora anche il tennis, da quando c’è Sinner con molta più attenzione».

 

Conosce Jannik, lo incontra a Montecarlo?

«L’ho conosciuto 4-5 anni fa. Presentato da un amico: “Di questo ragazzo sentirai parlare…”. Mi piace molto, per mentalità e stile».

max biaggi 2

 

Che cosa è il pericolo per un atleta, sugli sci o in moto?

«Una cosa da limitare al minimo, anche se sai che può sempre capitarti qualcosa.

Quando correvo ero coraggioso, con i miei figli invece mi preoccupo di tutto. A volte troppo. Non voglio che vadano in moto per esempio».

 

Ma come? Detto da lei…

«Per moto e scooter aspettiamo: c’è tempo. Lo dico a Leon che ha compiuto 14 anni, ma alla fine dovrò cedere.Per fortuna è completamente assorbito dal tennis. Frequenta l’accademia di Riccardo Piatti a Bordighera, lui giocherebbe sempre. In vacanza mi ha obbligato a cercare un campo, finché studia e porta buoni voti va bene così».

 

E Ines che sport fa?

«Ginnastica ritmica, anche lei ogni tanto mi accompagna alle gare della MotoGp».

Parliamo del Mondiale. La «sua» Aprilia ha preso Martin, il campione del mondo.

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Che sensazioni ha?

«È l’anno della verità per l’Aprilia, è l’alternativa alla Ducati. E in più c’è Martin, dunque bisogna stare al passo con gli avversari. Che non significa dover vincere il Mondiale».

 

Dove mette Martin?

«Fra i top 5 sempre. Non credo che possa vincere al debutto, avrà bisogno di tempo per entrare in una nuova squadra dopo una carriera costruita in Ducati. Ma mi aspetto bellissimi risultati».

 

Che cosa le piace di Jorge Martin?

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«Un ragazzo venuto dal nulla, stramotivato. Spero che scatti subito la scintilla pilota-moto che rende tutto semplice e che guida lo sviluppo».

 

Marquez in Ducati, mossa sorprendente. Anche per lei?

«Premessa: ognuno in casa propria decide cosa fare. Però lasciarsi scappare il campione del mondo.

.. All’Aprilia sono stati bravi a cogliere la grande occasione».

 

Marquez è da titolo?

«Lo ha dimostrato. Ha vinto con una moto dell’anno prima, unico a riuscirci».

 

Dica la verità. Il suo prossimo obiettivo è già in testa?

«Sì, ma non lo dico. E comunque non è sulla neve».

 

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