nardella striscione tifosi fiorentina

“NARDELLA NAPOLETANO. NON SARÀ LUI A MANDARCI VIA DALLA NOSTRA CITTÀ” – GLI ULTRA’ DELLA FIORENTINA CONTRO IL SINDACO DEM REO PER I TIFOSI DI NON AVER EVITATO IL TRASLOCO DELLA SQUADRA LONTANO DA FIRENZE, PER LA RISTRUTTURAZIONE DELLO STADIO – NARDELLA FA L’OFFESO E SI ASPETTA LE SCUSE DEL CLUB: “COMMISSO SAPEVA DA 2 ANNI DEI LAVORI AL FRANCHI. I TIFOSI? CI PARLERÒ”

dario nardella

LO STRISCIONE SU NARDELLA «NAPOLETANO» IL SINDACO: AMAREGGIATO

F. C. per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

Domenica, curva Fiesole, la casa degli ultrà della Fiorentina. Durante la gara con l’Udinese si leva un coro ostile, poi compare uno striscione razzista: «Non sarà un napoletano a mandarci via dalla nostra città». Bersaglio è il sindaco dem, Dario Nardella, reo per i tifosi di non fare abbastanza per evitare nelle prossime due stagioni il trasloco della squadra lontano da Firenze, per la ristrutturazione prevista dello stadio Artemio Franchi con i fondi del Pnrr «sopravvissuti» al taglio della Ue.

 

Il sindaco Nardella, 48 anni, c’è rimasto male e ora si aspetta le scuse dalla società di Rocco Commisso, un altro che come lui non è nato a Careggi: «I fiorentini — si sfoga — mi hanno eletto due volte al primo turno e sapevano che sono napoletano (è di Torre del Greco, ndr ). Un po’ dispiace, anche perché il più grande sindaco della storia di Firenze, Giorgio La Pira, era siciliano. 

 

(...)

 

NARDELLA STRISCIONE TIFOSI FIORENTINA

Tramontata l’ipotesi di far giocare la Fiorentina a Empoli, ora Nardella vorrebbe adeguare lo stadio Padovani, dove si pratica il rugby. Il Comune ha già stanziato 10 milioni con i lavori pronti a partire, ma «servirebbero altri 5 milioni — dice il primo cittadino — un investimento che la Fiorentina ha sempre detto di non voler fare su quell’impianto». Nardella, così, vorrebbe incontrare gli ultrà: «I tifosi hanno diritto di sapere come stanno le cose».

 

NARDELLA CONTRATTACCA

Emanuele Baldi per “La Nazione” - Estratti

 

NARDELLA STRISCIONE TIFOSI FIORENTINA

«La Fiorentina sa da più di due anni dei lavori al Franchi». Dietro la considerazione del sindaco Dario Nardella – che ha iniziato ieri, dopo l’aperta contestazione della Fiesole sulla questione stadio (caso senza precedenti, almeno recenti) una delle settimane più delicate del suo secondo mandato – sembra di leggere, tra le righe, una seconda e assai più piccata riflessione: ’Come mai ora fanno tutti finta di cadere dal pero quando le cose si sanno da un pezzo?’.

 

nardella commisso

La controffensiva del primo cittadino, all’indomani di una domenica più che turbolenta, ha toni comunque pacati e fermi. Perfino costruttivi, nei limiti di quanto si possa pensare che il rapporto tra Palazzo Vecchio e Fiorentina sia ad oggi (ri)edificabile. «Che si dovessero fare i lavori, – ragiona insomma il sindaco – lo si sa da più di due anni» perché «abbiamo fatto un concorso internazionale» e «c’è un progetto che ha vinto». Ricompone ancora i pezzi del puzzle Nardella: «Abbiamo portato a casa ben 200 milioni e purtroppo di questi, 50 sono stati persi dal Governo per i motivi noti», però «ci sono 150 milioni assegnati che abbiamo il dovere di utilizzare. Dal 2022 tutti lo sapevano». 

 

(..)

 

dario nardella 1

Intanto si lavora ancora all’ipotesi di far slittare i lavori allo stadio almeno fino all’inizio del 2025. Della questione ha parlato ieri il governatore Eugenio Giani con il ministro Raffaele Fitto durante un incontro sui fondi sviluppo coesione. Secondo quanto trapela sarebbe emersa la possibilità concreta di posticipare l’intervento e dare ’fiato’ a società, politica e tifosi.

 

Si diceva del Padovani. Ieri sempre il sindaco ha annunciato a giorni l’avvio dei lavori. «Per l’impianto abbiamo investito 10 milioni. – rivendica Nardella – Cagliari è la società che ha investito per lo stadio temporaneo, lo stesso dovrebbe succedere a Bologna, ma noi teniamo così tanto alla città, alla squadra, ai tifosi e alla società che abbiamo deciso noi di investire direttamente per mettere a disposizione il Padovani quanto prima possibile come stadio alternativo. Certo se lo avessimo già saputo nel 2022 ci saremmo mossi prima...».

 

E ancora: «Io 150 milioni di soldi pubblici dei cittadini non li butto via, ho il compito di portare in fondo il progetto dello stadio, e sento il dovere di supportare la Fiorentina in tutte quelle che sono le esigenze ma dicendo le cose come stanno, con grande chiarezza, perché altrimenti si fa confusione e giustamente i cittadini non capiscono ed io credo che se i tifosi contestano è perché vogliono sapere le cose con chiarezza».

 

NARDELLA COMMISSO

Un’apertura dunque alla curva contestatrice con un appello («Incontrerò i tifosi perché penso che il dialogo sia la cosa migliore, il rispetto passa pero’ dal parlare un linguaggio di chiarezza») condito da una punta di malcelata amarezza per il tono degli striscioni di domenica: «Ho visto il riferimento al fatto che sono napoletano. – premette – I fiorentini mi hanno eletto due volte al primo turno e sapevano che sono napoletano, lo sanno tutti. Un po’ dispiace anche perché il più grande sindaco della storia di Firenze, Giorgio La Pira, era siciliano, e credo che Firenze sia di tutti i fiorentini che la amano». E poi: «Io da napoletano, orgoglioso delle mie radici ho dato a Firenze tutto me stesso perché la amo fino in fondo e credo che non debba fare nessun confronto con chi è nato a Firenze e che ha il mio massimo rispetto». 

dario nardella e rocco commisso allo stadio di firenze

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…