
LA TISANELLA NON BASTA: PORTATE UN CALMANTE A QUEL NEVRASTENICO DI DANIIL MEDVEDEV - CONTINUA IL PERIODO NO DEL RUSSO, EX NUMERO 1 DEL MONDO: ELIMINATO AGLI US OPEN DA BONZI, VA A MUSO DURO CONTRO L'ARBITRO E LO ATTACCA PER COLPA DI UN FOTOGRAFO (“SEI UN UOMO? PERCHÉ TREMI? VUOI ANDARE A CASA?”). POI ALLA FINE DELLA PARTITA PERSA, PER NON FARSI MANCARE NULLA, MEDVEDEV, IN PREDA A UNA CRISI DI NERVI, DISTRUGGE LA RACCHETTA - VIDEO
Roberto Pavanello per la Stampa - Estratti
ANew York è andato in scena il Daniil Medvedev show. Non il primo della sua carriera e non l’ultimo. E per show non intendiamo una prestazione sportiva da applausi, quanto piuttosto una spettacolare crisi di nervi sul match point al terzo set per il francese Benjamin Bonzi, una lite con il giudice di sedia, un comportamento ben poco sportivo ai danni del suo avversario, e la distruzione della racchetta al termine del match dal quale è uscito sconfitto.
Che il russo non stia attraversando un gran periodo di forma è cosa nota, tant’è che è uscito dalla top 10 del rancking Atp (al momento è 16°), ma quanto visto ieri agli Us Open è andato oltre.
L’eliminazione dagli Us Open, un ko in 5 set (6-3 7-5 6-7(5) 0-6 6-4) è stata infatti condita da un comportamento ben poco rispettoso, talmente sopra le righe che Bonzi, a un certo punto ha minacciato di abbandonare il campo e ha chiesto la squalifica di Medvedev.
Dieci minuti di teatro dell’assurdo: tutto inizia sul servizio del francese, un punto pesantissimo perché può decidere il match, e lì c’è la prima follia (per una partita di tennis). Siamo ai vantaggi, è avanti Bonzi che si prepara a servire dopo che non ha messo la prima, ma proprio in quel momento un fotografo inizia a camminare a bordo campo, il giudice di sedia Greg Allensworth interrompe il match per richiamare l’indisciplinato fotografo (che non è chiaro dove stesse andando o cosa stesse facendo, alla fine del match è stato scortato fuori dal campo dalla sicurezza e il suo accredito è stato revocato). Dopo di che, decide di fare ripartire il match dalla prima di servizio di Bonzi. Apriti cielo.
Medvedev esplode di rabbia: «Sei un uomo? Sei un uomo? Perché tremi?», urla dirigendosi verso di lui. E poi: «Vuole tornare a casa, ragazzi, non gli piace stare qui – urla, cercando il consenso del pubblico –.
Viene pagato a partita, non a ora». Grida: «Cosa ha detto Reilly Opelka?», il riferimento è alle parole dette contro Allensworth dopo che aveva ricevuto da lui un punto di penalizzazione all’Open di Dallas per aver insultato uno spettatore che disturbava («Allensworth è il peggior arbitro dell’Atp, nello spogliatoio si parlava di lui giusto due giorni f», aveva detto dopo il match, beccandosi così anche 40 mila dollari di multa).
L'incontro viene interrotto per circa sei minuti mentre fischi e urla risuonano al Louis Armstrong Stadium, con i tifosi che si rifiutano di stare in silenzio per permettere a Bonzi di servire.
Quando il match finalmente riprende, Medevdev ribalta la situazione, fa break e porta il set al tie-break, per poi vincerlo. Lo show del russo è solo all’inizio, sa che il pubblico è dalla sua e quindi lo incita, manda baci, fa il gesto del cuore e gli spettatori rispondono con un tifo sfrenato. Bonzi chiede un time-out medico per problemi a un ginocchio, la partita è ormai cambiata. I fischi non si placano, nel quarto set l’ex numero 1 e campione qui nel 2021, è una furia e annienta il francese 6-0.
(...) Un finale al cardiopalma. Bonzi vince set e match. Medvedev, tutto sommato la prende bene. Va a sedersi e con metodo e una buona dose di pazienza inizia a distruggere la racchetta. Perfetta conclusione di uno show che rimarrà nelle pagine, più o meno gloriose, di questo sport.
Medvedev lascia così Flushing Meadows e continua un 2025 da incubo: nei quattro tornei dello Slam è riuscito nell’impresa di vincere un solo match, quello con thailandese Samrej in Australia, poi solo ko: Tien a Melbourne, Norrie al Roland Garros e due volte con la sua nuova bestia nera, Bonzi (Wimbledon e Us Open). E siamo solo ad agosto, il suo annus horribils rischia di non essere ancora finito.