DA PRANDELLI D’ITALIA AGLI AZZURRI ALLEGRI? – IL CT CHE HA RICOSTRUITO LA NAZIONALE LASCERA’ DOPO IL MONDIALE: ALLEGRI O ZACCHERONI?

Marco Ansaldo per "La Stampa"

Martedì sera l'Italia potrebbe trovarsi in tasca la qualificazione al Mondiale e da quel momento ogni giorno diventerebbe buono per comunicare il segreto di Pulcinella: al rientro dal Brasile, comunque finisca l'avventura, Prandelli non sarà più il ct della Nazionale. L'annuncio arriverà, appunto, a qualificazione avvenuta. Dubitiamo che l'ufficializzazione avvenga nelle ore successive al match di Torino con la Repubblica Ceca, probabilmente slitterà alla fine del girone di qualificazione, in ottobre, oppure in occasione del sorteggio dei gironi mondiali a dicembre. Sia la Federcalcio che Prandelli vogliono gestire i prossimi mesi nella massima trasparenza, per evitare che si ricada in un tormentone come accadde nel 2008 per il rinnovo, poi saltato, di Donadoni.

Il presidente federale Abete vuole che la transizione sia «soft» e al tempo stesso il ct potrebbe mettersi senza fraintendimenti sul mercato, dal momento che vuole allenare un club. L'uomo che ha guidato la ricostruzione dell'Italia dopo lo sfacelo del 2010 sente di aver esaurito la missione. La squadra a pezzi dopo il Mondiale sudafricano ha ottenuto un secondo posto all'Europeo e un terzo alla Confederations Cup e con due vittorie contro la Bulgaria e la Repupplica Ceca conquisterebbe la qualificazione per la Coppa del Mondo con due partite di anticipo, che non è poco.

In più Prandelli ha ristabilito un legame tra la Nazionale e il Paese, calandola (a volte anche troppo) in realtà da cui se n'era sempre tenuta fuori. Insomma, il ct non vuole andare oltre il quadriennio: gli manca il lavoro quotidiano sul campo e c'è anche un aspetto economico poiché in Nazionale non arriva a prendere 1 milione e mezzo di euro mentre con il prestigio che ha acquisito ne percepirebbe almeno il doppio in una squadra di club.

Stando così le cose nei prossimi mesi Abete, Albertini e Valentini sonderanno i possibili successori. Anche Arrigo Sacchi avrà un peso nella scelta perché ormai è passata la linea che il settore delle Nazionali non viaggia a compartimenti stagni ma segue (con molte difficoltà) un progetto che parte dalle selezioni giovanili per arrivare alla prima squadra. Sacchi si è rivelato prezioso nel coordinamento, l'ex ct si è impegnato molto nel lavoro e sarebbe dannoso rivolgersi a un allenatore che non stabilisse con lui lo stesso feeling che ha avuto Prandelli.

L'idea è di andare su un tecnico di esperienza, non è più l'epoca in cui si promuoveva dal basso come fu con Bearzot, Vicini e Maldini, che avevano guidato l'Under 21. Al momento la «rosa» è ampia: comprende Allegri, Mancini, Spalletti, Ranieri, forse Zaccheroni il cui contratto con il Giappone scade l'anno prossimo. Ranieri è attualmente al Monaco ma le voci garantiscono che durerà al massimo una stagione e la Federcalcio lo contattò nel 2010, prima di dirigersi su Prandelli. Anche Spalletti sembra alla fine dell'esperienza con lo Zenit: un problema però è che passi dai 5 milioni all'anno dei russi a quanto può pagarlo la Nazionale.

In realtà le candidature più autorevoli riguardano Roberto Mancini, che rinuncerebbe a sistemarsi durante la stagione se avesse la prospettiva della panchina azzurra, e soprattutto Massimiliano Allegri. Il suo rapporto con il Milan si è sfrangiato, la Nazionale gli offrirebbe un'alternativa prestigiosa. E al Milan piacerebbe proprio Prandelli, che aspira a un club di prima fascia: i rossoneri oppure la Juve se Conte decidesse di andarsene a fine stagione per una differenze di vedute con la società.

 

CESARE PRANDELLI A RIO DE JANEIRO FOTO LA PRESSE massimiliano allegrI MATRIMONIO DI ANTONIO CONTE roberto mancini Claudio Ranieri6pa 47 luciano spallettizaccheroni01

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