pallotta curva ultras

LO SCONTRO TRA PALLOTTA E LA MINORANZA DEI TIFOSI ROMANISTI È PIÙ CHE UNA BEGA DI CLUB. E' UNA SVOLTA EPOCALE E HA UN SOLO VINCITORE E NON POSSONO ESSERE GLI ULTRAS - IL CALCIO ITALIANO NON PUO' PIÙ SOSTENERE LA TRACOTANZA ULTRAS

pallotta pallotta

Giancarlo Dotto per Dagospia

 

Duello all’ultimo sangue. Lo scontro in atto tra James Pallotta e la minoranza rumorosa dei tifosi romanisti è molto di più che una bega di club tra l’americano business oriented e un gruppo d’indigeni facinorosi, circoscrivibili a una fetta per quanto mitica di stadio. Trattasi di svolta epocale.

 

La prima realmente significativa da che, 28 ottobre 1979, stadio Olimpico, derby Roma-Lazio, da sud a nord, un razzo si conficcò nella faccia di un poveraccio intento nel suo ultimo atto vitale, mangiare il panino con la frittata che gli aveva preparato la moglie. La sua unica colpa era di trovarsi lì, immaginandosi tifoso al seguito della squadra del cuore. Poco prima, era apparso lo striscione “Rocca bavoso, i cadaveri non resuscitano”.

 

La risposta ci mette un po’ ad arrivare. Trentasei anni dopo, da uno striscione all’altro, il fucking idiots del soldato Pallotta, seguito dalla scelta del non ricorso, è il razzo verbale che “minaccia” di chiudere il cerchio oltre che la bocca del nemico. Fabio Capello l’ha detto a modo suo, da ruvido friulano che va al sodo. “Questo deve essere il punto di non ritorno. Basta con i tribunali improvvisati dai tifosi”.

cena di finanziamento del pd a roma  italo zanzi  james pallottacena di finanziamento del pd a roma italo zanzi james pallotta

 

Di sicuro, questa guerra ha un solo vincitore possibile. E non possono essere gli ultras. I soggetti istituzionali dello sport, Malagò prima di altri, firme che fanno opinione, non ancora tutti i presidenti, ma strati sempre più rilevanti della maggioranza sempre meno silenziosa, drizzano tardivi l’antenna: l’americano che si scaglia stile Rambo, a mani nude, contro il nemico che ha sequestrato gli stadi trasformandoli in territori di livide battaglie identitarie è l’utile folle da cavalcare.

 

Garcia
Pallotta 
Garcia Pallotta

Non c’è scelta di campo possibile. Il calcio italiano non è più in grado di sostenere la soggettività del tifoso. Ne va della sua sopravvivenza. Per “soggettività” s’intende la tracotanza egoica dell’ultras, la barbarie integralista, il rilancio illimitato del suo scimmiottamento mediatico, quando convoca il calciatore sotto la curva (testimoni oculari raccontano di De Rossi e compagni che tornano dalla gogna, la sera di quel Roma-Fiorentina, ricoperti di sputi), ma anche quando rivendica l’esclusività della passione, il primato dell’etica o l’imprimatur del “vero tifoso giallorosso”. Autorizzato da un delirio collettivo che ha come primo comandamento “La Roma (ma si potrebbe dire l’Atalanta, il Verona, il Milan o l’Inter, ecc.) è cosa nostra” e come secondo “Tutti gli altri sono abusivi e infedeli”.

STRISCIONE CONTRO PALLOTTASTRISCIONE CONTRO PALLOTTA

 

Ci voleva il marziano da Boston. Il crociato spinto dalla visione in cui dio e dollaro marciano fraternamente insieme. A dissentire con il frac della bella parola addosso sono capaci tutti, ma dissentire non basta, bisognava non capire. Pallotta arriva da marziano a Roma e, prima ancora di dissentire, non capisce.

 

Quei tifosi che insultano, processano, tirano fuori dalla pancia striscioni minacciosi, prima ancora che esecrabili sono incomprensibili. Non c’è posto per loro. Non c’è stadio che può ospitarli. Soprattutto, non li può ospitare il suo. Prima di James, un altro marziano, un altro straniero, Rudi Garcia, aveva sfidato la bestia al suo arrivo: “Chi insulta i giocatori della Roma è un tifoso della Lazio”. Lo affrontarono a brutto muso. E lui non capiva.

STADIO OLIMPICO - STRISCIONI CONTRO LA MAMMA DI CIRO ESPOSITOSTADIO OLIMPICO - STRISCIONI CONTRO LA MAMMA DI CIRO ESPOSITO

 

Non si tratta più nemmeno di dichiarare da che parte stai. La mistica ultras è un prezzo che il calcio non può più pagare, pena la sua estinzione. L’utopia romanticheggiante che stabiliva l’equazione tra pallone e sacro, calcio e fede, è definitivamente fallita. I migliori di loro lo sanno. Sono usciti dalla riserva e si sono mischiati nel grande mucchio anonimo dove si può essere tifosi senza che questo sia la soluzione del tuo problema esistenziale.

 

Quello ultras è oggi un fenomeno fuori controllo, intossicato da troppe infiltrazioni e troppe manipolazioni. Prima ancora di stabilire che opinione abbiamo della mamma di Ciro, la domanda elementare è: perché farlo sapere al mondo mentre ventidue ragazzi si litigano una palla? In nome di cosa trasformare uno stadio in un tribunale?

STADIO OLIMPICO - STRISCIONI CONTRO LA MAMMA DI CIRO ESPOSITOSTADIO OLIMPICO - STRISCIONI CONTRO LA MAMMA DI CIRO ESPOSITO

 

“Vai a casa scemo!”, è l’ultimo boato contro James Pallotta. Ma, se lo “scemo” va a casa, chi sarà il genio (facoltoso) disposto a caricarsi sulle spalle un club sequestrato dall’umore scambiato per amore della minoranza rumorosa e ora anche offesa dei suoi tifosi?

 

2 - PALLOTTA: “MI SBARAZZERÒ DEI TIFOSI VIOLENTI”

Matteo Pinci per “la Repubblica”

 

Insulti e minacce non l’hanno spaventato. James Pallotta nella sua lotta contro i «fucking idiots» della curva non lascia, raddoppia. Attraversando virtualmente l’oceano per avvicinarsi a Roma — e alla Roma — per una resa dei conti su Twitter: 84 minuti di domande e risposte, quasi un corpo a corpo dopo gli accesissimi scontri a distanza con gli autori degli striscioni contro la madre di Ciro Esposito.

striscione contro i napoletanistriscione contro i napoletani

 

A cui ha nuovamente sbattuto in faccia le porte della sua Roma, infilandosi nella frattura scomposta tra due anime del tifo, per isolare gli ultrà: «Voglio provare a cambiare la cultura e sbarazzarmi di quelle persone che non agiscono come sostenitori della Roma ma spingono i propri interessi personali ».

 

Così si presenta, e se il primo tweet è una bordata, gli altri non lo fanno rimpiangere: «Mi batterò solo per i veri sostenitori, che sono la maggioranza. I veri tifosi non fanno commenti razzisti. Non creano situazioni violente. Non tirano merda sui giocatori. Non creano situazioni che poi pagano tutti gli altri.

striscione all'olimpico contro i napoletani striscione all'olimpico contro i napoletani

 

Negli ultimi mesi alcuni tifosi hanno convocato i giocatori sotto la curva chiamandoli indegni. Serve tolleranza zero verso certi atti». Dal proprio ufficio di Boston è il presidente romanista in persona a scegliere tra le domande e a scrivere le risposte. Lo insultano e lui li retwitta: «Devo aspettarmi di leggere la stessa cosa domani a Trigoria?», chiede ironico pensando agli striscioni minacciosi delle ultime ore. «Ma mia madre mi dice anche di peggio».

 

striscione all'olimpico a favore di daniele de santisstriscione all'olimpico a favore di daniele de santis

Nonostante la squalifica della curva sud domenica contro l’Atalanta una parte di tifoseria vorrebbe comunque contestare Mr President: il primo giorno utile per il rinnovo degli abbonamenti s’è chiuso con poche centinaia di tessere vendute, e dopo gli inviti di alcuni ultrà a disertare lo stadio sono comparse altri insulti contro di lui.

 

Qualcuno gli rinfaccerà anche di aver definito la Juventus «un esempio», altri le promesse sullo stadio. Promesse come quella sul futuro di Garcia: «Resterà, non è in discussione». Più oscuro il futuro dei medici di Trigoria («Alcuni infortuni sono stati colpa nostra») cui potrebbero aggiungersi supervisori statunitensi. E anche i dirigenti saranno affiancati da manager Usa: «Abbiamo fatto degli errori — ammette Pallotta — ma da questi abbiamo imparato». Ad esempio, a non tollerare più gli eccessi degli ultrà.

striscione all'olimpico a favore di daniele de santis e contri i napoletanistriscione all'olimpico a favore di daniele de santis e contri i napoletani

 

 

3. LOTITO: "TOLLERANZA ZERO CONTRO GLI ULTRÀ? IO LO SOSTENGO DA DIECI ANNI..."

Da “gazzetta.it”

 

“Le parole di Pallotta? Lotito dice questo da dieci anni: Pallotta sta seguendo quello che dice Lotito. Non è Pallotta che ha ragione, è lo sport che ha ragione". Dal convegno "Vivere lo stadio, una passione a rischio?", arriva la replica del presidente della Lazio a quello della Roma. "Sono stato il primo che da dieci anni combatte questo fenomeno - ancora Lotito, accolto sul palco da diversi fischi -. Confondiamo i delinquenti con i tifosi, le famiglie che vanno allo stadio.

PALLOTTA E SABATINIPALLOTTA E SABATINI

 

Poi c'è una sparuta minoranza che utilizza il calcio come una cassa di risonanza. Se voi invitate qualcuno a casa vostra e vi rompe tutto, lo cacciate via? Abbiamo tollerato comportamenti che non hanno nulla a che fare con lo sport. Bisogna fare un fronte comune tra tutte le persone per bene e andare a individuare questi soggetti trattando questa gente con il codice penale".

 

ALLENATORI — Fischi per Lotito, applausi per Stefano Pioli e Rudi Garcia (per la Roma presente anche il d.g. Mauro Baldissoni), seduti uno accanto all'altro, sia in platea che sul palco. Entrambi affrontano il tema dei tifosi allo stadio: "Dobbiamo decidere dove vogliamo arrivare, c'è il limite della legalità che non va superato - dice Pioli -.

TOTTI E JAMES PALLOTTA TOTTI E JAMES PALLOTTA

 

Tutte le componenti devono contribuire: i genitori facendo capire che il calcio è solamente gioia, gli addetti ai lavori cercando di non andare sopra le righe, le società mettendo a disposizione le strutture adeguate, le istituzioni cercando di far rispettare le regole. Essere tifoso significa avere fede, avere passione: noi stiamo vivendo un momento importante e positivo, era bello domenica essere sul pullman e vedere tante famiglie contente andando allo stadio, ma i tifosi devono fare questo sia nel bene che nel male".

 

pallotta foto mezzelani gmt pallotta foto mezzelani gmt

STRANIERO — Appelli arrivano anche da chi sta vivendo un momento meno positivo rispetto a Pioli e alla Lazio. "Quando siamo in partita a volte non ci accorgiamo delle cose che possono succedere, tanto che a volte dopo lo veniamo a scoprire dalla stampa - ammette Rudi Garcia -. Io sono straniero, non ho lezioni da dare a nessuno: mi auguro che in futuro i genitori non si facciano la domanda se portare o meno i figli allo stadio. Il calcio è una formidabile scuola di vita: non c'è religione e colore della pelle, conta soltanto il giocatore.

 

La società deve prendere esempio dallo sport: se amo una squadra, la sostengo in tutti i momenti, soprattutto nelle difficoltà. Sono stato sorpreso di veder registrati in Italia i biglietti con nome, cognome, data e luogo di nascita: mi chiedo a cosa serva se poi questa gente non viene beccata se fa casino". Finisce con una stretta di mano tra Pioli e Garcia: dal derby all'università a quello sul campo. Appuntamento al 24 maggio.

 

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