cosulich cattelan

“SEI STATO IL RONALDO DELL’ARTE PER TORINO” - SARAH COSULICH, OGGI DIRETTRICE DE 'LA QUADRIENNALE' DI ROMA E GIA’ AL TIMONE DI 'ARTISSIMA' ESALTA MAURIZIO CATTELAN (CHE LA INTERVISTA) -"OGGI ALL’ARTE MANCA LA SEMPLICITÀ, L’UMANITÀ, LA LEGGEREZZA… CHE POI SONO LE COSE SERIE. OGGI E’ TUTTO MOLTO COSTRUITO, NON C’È PIÙ UN SENSO DI APPARTENENZA A UNA SCENA MA SOLO A UNA SCENOGRAFIA"

Da www.artissima.art

 

Maurizio Cattelan: In una parola, come definiresti la tua direzione di Artissima?

sarah cosulich

Sarah Cosulich: …issima

 

MC: Il mondo delle fiere è sempre stato un mistero per me, un’equazione irrisolvibile, anche i lavori più interessanti rischiano di diventare bidimensionali. Forse sono io che ci vado per le ragioni sbagliate?

SC: Forse l’idea di fiera è basata su un equivoco. Il collezionista ci va per comprare, anche se il luogo migliore per apprezzare il lavoro di un artista è in galleria. Il pubblico per guardare, anche se il posto migliore per vedere l’arte è il museo. L’addetto ai lavori per scoprire, anche se fatica a vedere le opere nell’allestimento così fitto e non sempre funzionale. C’è chi la vede come luogo di “networking” professionale e chi come contesto mondano in cui farsi vedere.

 

I politici, a loro volta, cercano i numeri di visitatori e le uscite stampa, anche se poi sono le vendite a determinare il successo di una fiera. Perché la qualità cresce solo con la soddisfazione dei suoi protagonisti – i galleristi – e per attrarne sempre di migliori bisogna far in modo che il loro investimento sia ripagato. Poi a catena tutti gli altri saranno felici. Forse la bidimensionalità di cui parli tu è la dimensione del compromesso. La fiera è un sistema complesso, eterogeneo che interseca obiettivi molto diversi, ma in questo concerto di ambizioni differenti rappresenta comunque il miglior compromesso possibile.

shit and die la mostra curata da maurizio cattelan 11

 

MC: Cosa pensi che manchi al mondo dell’arte?

SC: La semplicità, l’umanità, la leggerezza… che poi sono le cose serie. Oggi mi sembra tutto molto costruito, non c’è più un senso di appartenenza a una scena ma solo a una scenografia.

MC: E a quello delle fiere?

SC: Manca la soluzione a un problema fondamentale: la differenziazione tra le gallerie che fanno principalmente mercato e quelle che fanno anche ricerca, per dare maggiori opportunità agli artisti giovani, o a quelli di valore ma ancora poco conosciuti.

MC: Cosa deve fare una galleria per attirare la tua attenzione?

SC: La fiera è un ingorgo di stimoli visivi. Uno stand interessante deve rendere per un attimo invisibile tutto ciò che sta attorno.

shit and die la mostra curata da maurizio cattelan 8

MC: Dove sono oggi i bravi artisti?

SC: Molti sono nascosti dal tempo di sedimentazione che spesso (crudelmente) l’arte necessità per riconoscerne la qualità.

 

MC: Dove ti senti più a casa, a dirigere Artissima o la Quadriennale?

SC: Quando dirigi una fiera vedi la parte più faticosa ed esigente dei tuoi interlocutori, galleristi, collezionisti, istituzioni. Il direttore di fiera rincorre necessariamente la soddisfazione degli altri. Da curatore, invece, vedi la parte più positiva ed elevata delle persone. Diventi qualcuno a cui gli altri offrono qualcosa invece di chiedere soltanto. Fa una grande differenza a livello umano. E poi sono anche felice di essere tornata a beneficiare dell’energia del contatto con gli artisti che in fiera manca.

cattelan “shit and die” dal blog tumblr di shit and die 10 602597

MC: Mi hai chiamato, insieme a Marta Papini e Myriam Ben Salah, a curare l’edizione di One Torino 2014: incoscienza o coraggio? Lo rifaresti?

SC: Certo. Avete portato alla fiera e alla città un’attenzione unica, oltre ad aver introdotto un modello di mostra – quello dell’interazione tra l’arte contemporanea e la storia di Torino – che successivamente è stata imitata da diverse istituzioni cittadine. Vista con gli occhi di oggi, sei stato tu il Ronaldo dell’arte per Torino.

 

MC: Cosa hai pensato quando ti abbiamo detto che il titolo sarebbe stato SHIT AND DIE?

SC: Che questa città aveva bisogno di uno scossone e che sarebbe stato tutto molto divertente. E lo è stato.

SARAH COSULICH

MC: La mia opera preferita in mostra era quella senza autore, la forca di Torino. La tua?

SC: Era anche la mia preferita perché era un’operazione curatoriale perfetta oltre ad un fantastico lavoro di Maurizio Cattelan. Come a metà dell’800 nella piazza di Torino in cui avvenivano le esecuzioni, anche nella sala del palazzo in cui visse Cavour avete mantenuto la forca al centro, ridandole una dimensione fisica e tragica fortissima. Se ci pensi conteneva diversi temi che caratterizzano il tuo lavoro di artista: la morte, la sua inafferrabilità, il senso di impotenza, di fuga, di fallimento esistenziale. Magari senza ironia da commedia dell’arte ma in ogni caso uno spettacolo capovolto.

cattelan

E poi mi sono piaciute le stanze delle donne, dalla liberazione femminista, alla libertà del corpo, all’esempio di Carol Rama, figura fondamentale in una città come Torino in cui le grandi donne sono sempre state in secondo piano rispetto ai tanti “Mollino” della cultura o della storia.

 

MC: C’è stato un momento in cui avresti voluto fermarci?

SC: Mai. Forse mi sono spaventata un po’ quando, in una fase di budget incerto, mi hai proposto di risparmiare sull’illuminazione lasciando le opere al buio e consegnando ai visitatori una candela all’ingresso.

MC: Torino è cambiata nel frattempo? Cosa ci siamo persi?

shit and die maurizio cattelan, maria papini and myriam ben salah

SC: Torino negli ultimi anni ha perso un po’ di carattere, energia e imprevedibilità. È una città piena di persone fantastiche, di creatività e cervelli esplosivi che però rimangono nascosti o sottovalutati. Come se ci fosse un’insicurezza di base che porta coloro che a Torino potrebbero fare la differenza a imitare modelli già esistenti invece di investire nelle idee o nella sperimentazione che per tanti anni ha caratterizzato questa città. L’effetto è purtroppo molto provinciale. Però rispetto a prima, ora che vivo Torino privatamente e non più professionalmente, ho la possibilità di godere solo dei suoi lati migliori.

 

MC: Non ho mai visto organizzare con la stessa efficienza e rapidità una seduta spiritica come quando ero a Torino. Ti è mai successo?

SC: Non è un’esperienza torinese a cui purtroppo ho mai preso parte. Efficienza e rapidità le collego invece all’organizzazione di sedute di gossip da parte della socialità cittadina, una sorta di definizione di sé attraverso la critica agli altri e il pettegolezzo. Ai tempi del sensitivo Gustavo Rolle molti personaggi dell’alta società cercavano se stessi nei suoi poteri soprannaturali, attraverso il magico, l’inafferrabile. Magari anche oggi le sedute spiritiche potrebbero rappresentare un’attività più costruttiva.

cattelan shit and die

MC: Se potessi parlare con i morti, chi intervisteresti?

SC: Intervisterei coloro che sono morti senza riuscire a raccontare una verità. Che è morta con loro. Sono affascinata dalle storie impossibili perché non più narrabili, dalle trame che hanno abitato il mondo lasciando energie invisibili.

 

MC: E cosa ti direbbero?

SC: Di non diventare mai cinica, nonostante tutto.

MC: In cosa credi?

SC: Nell’amore.

MC: Che cos’è Torino per te?

SC: Terra di battaglie, di conquiste e di grandi soddisfazioni. Un’impagabile avventura professionale, umana ed emotiva. Le ultime due continuano ancora. Torino è la mia casa.

MC: Qual è l’ultimo taboo?

sarah cosulich e dagosarah cosulich alla-biennale-di-istanbul-2015sarah cosulich canarutto1 1024x683shit and die la mostra curata da maurizio cattelan 10sarah cosulich con maurizio vetrugno, artista e curatore di opium den 3valentina carrasco, roberto pisoni e sarah cosulichanna coliva e sarah cosulichsarah cosulich alla-biennale-di-istanbul-2015SARA COSULICH E THOMAS BAYRLEshit and die la mostra curata da maurizio cattelan 7shit and die la mostra curata da maurizio cattelan 5shit and die la mostra curata da maurizio cattelan 2shit and die la mostra curata da maurizio cattelan 15

SC: L’idealismo.

 

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER?