siena, the rise of painting 1300-1350 - national gallery

SIENA DI GRAZIA – LA NATIONAL GALLERY DI LONDRA DEDICA UNA MOSTRA MONUMENTALE ALL’INCREDIBILE STAGIONE PITTORICA VISSUTA NEI PRIMI CINQUANT’ANNI DEL TRECENTO, NELLA CITTÀ SENESE (DOVE LAVORAVANO DUCCIO, I FRATELLI LORENZETTI, SIMONE MARTINI) – ANTONIO RIELLO:  “LA MOSTRA E’ MOLTO VISITATA E APPREZZATA. SICURAMENTE PER LA NOTEVOLISSIMA QUALITA’ DELLE OPERE, MA FORSE ANCHE PERCHE’ - IN MODALITA’ SUBLIMINALE - QUESTI NOSTRI TEMPI SEMBRANO PER MOLTI AVERE STRANAMENTE PARECCHIE AFFINITA’ CON L’OSCURO MEDIOEVO. COME DIRE? CI SI SENTE UN POCHINO A CASA…” - VIDEO

 

Antonio Riello per Dagospia

ANTONIO RIELLO

 

Siena. Siamo nei cinquant’anni che precedono la Peste Nera (che devastera’ la citta’ toscana nel 1348). Anni importanti per i destini della Storia dell’Arte Europea.

 

I pittori senesi (Duccio, i fratelli Piero e Ambrogio Lorenzetti, Simone Martini) contendono il primato a Firenze dove i formidabili avversari sono Cimabue e Giotto di Bondone.

 

La National Gallery di Londra, in stretta collaborazione con il Metropolitan Museum di New York, ha deciso di dedicare uno spazio importante a questa irripetibile stagione. I curatori sono Laura Llewellyn, Caroline Campbell, Stephan Wolohojian e Joanna Cannon.

 

La mostra e’ molto visitata e apprezzata. Sicuramente per la notevolissima qualita’ delle opere che provengono da istituzioni di tutto il Mondo (anche dagli Uffizi e dai Musei Vaticani). Ma forse anche perche’ - in modalita’ subliminale - questi nostri tempi sembrano per molti avere stranamente parecchie affinita’ con l’oscuro Medioevo. Come dire? Ci si sente un pochino a casa.

siena, the rise of painting 1300 1350 national gallery

 

La prima sala e’ destinata al Maestro di Citta’ di Castello e soprattutto a Duccio di Buoninsegna (1278-1319). Il suo stile e’ considerato il frutto di una innovativa contaminazione tra la “maniera bizantina” e le influenze gotiche tipiche del Nord Europa.

 

Duccio fa una ri-lettura - piena di pathos e non piu’ formalmente stereotipata - della Vergine e del Bambin Gesu’. Ovvero inizia un percorso (in un contesto medievale comunque sempre riccamente fogliadorato) di “verismo psicologico”.

 

Cerca di rendere la rappresentazione divina in forme umane: un’umanita’ ragionevolmente credibile, con un’aria talvolta persino confidenziale.

 

Siena era in quei tempi una citta’ consacrata in modo particolare alla Madonna. Infatti comunemente si credeva che la battaglia di Montaperti (1260), vinta inaspettatamente dai combattenti senesi contro soverchianti truppe fiorentine, fosse stata opera di un miracolo mariano.

 

duccio tentazione di cristo nel tempio siena, the rise of painting 1300 1350 national gallery

La cosiddetta “Maesta’” - una imponente pala d’Altare da lui dipinta per cattedrale di Siena tra il 1308 e il 1311 - ritrae proprio la Vergine assisa su una specie di trono.

 

La Maesta’ diventa uno standard riconosciuto della pittura tardomedievale, qualcosa che influenzera’ a lungo la pittura italiana.

 

Sono state riunite alcune parti dell’opera (quelle della predella) che nel corso dei secoli sono state smembrate e che sono finite in diversi musei.

 

Il nobile intento della National Gallery e’ di rimettere assieme in questa mostra - per la prima volta - opere frammentate che la Storia ha disperso. La stessa operazione avviene con un suo trittico: “La Vergine con il Bambino, San Domenico, Santa Aurea, Profeti e Patriarchi” (1312).

 

gesu nel tempio siena, the rise of painting 1300 1350 national gallery

La sala successiva ci porta a Simone Martini (1284-1344) che sviluppa e raffina l’esperienza di Duccio. Simone e’ l’artista senese che ha piu’ successo fuori Siena: lavora infatti ad Assisi e a Napoli e, in un secondo tempo, anche ad Avignone (dove si era trasferito il Papa con la sua corte).

 

Produce un’Arte Gotica ingentilita e di sapore italico. Il suo “Arcangelo Gabriele” (1330), in mostra, rappresenta un esempio altissimo della sua capacita’, mentre “Le nozze mistiche di santa Caterina” (1340) e’ probabilmente prodotta da un allievo di bottega.

 

Il pezzo forte e’ senz’atro il “Polittico Orsini” realizzato ad Avignone per il Cardinale Orsini. Pare che il Cardinale in questione avesse un interesse morboso per le torture associate al tema evangelico della Passione.

 

L’artista realizza un elaborato racconto visivo della Passione di Cristo le cui varie tavole sono state, anche in questo caso, finalmente ri-messe assieme dopo una lunga secolare separazione.

 

siena, the rise of painting 1300 1350 national gallery

La National Gallery ci fa conoscere le opere anche di una serie di scultori, tra cui spiccano, Bartolo di Fredi, Gano di Fazio, Giovanni di Agostino, e soprattutto Tino di Camaino (1280-1337). Sono presenti inoltre svariati manufatti religiosi (soprattutto ex voto) di grande pregio (argento, oro, avorio, pietre dure).

 

Uno spazio interessantissimo e’ dedicato ai tessuti che compaiono nei dipinti senesi, con relative tipologie e provenienza.

 

I curatori approfondiscono le relazioni commerciali di Siena (che si trova lungo una importante via di pellegrinaggio, la Via Francigena) con l’Oriente. Sete e broccati provenivano da tutto il bacino del Mediterraneo e, attraverso mercanti senesi operanti a Tabriz, esisteva un collegamento diretto anche con la “Via della Seta”.

 

ambrogio lorenzetti storie della vita di san nicola siena, the rise of painting 1300 1350 national gallery

Pietro Lorenzetti (1280-1348) e’ il fratello maggiore di Ambrogio (1285-1348). Pietro debutta da giovane con un affresco sulla facciata dell’Ospedale della Scala.

 

Qui e’ esposto il suo luminoso polittico (1320) realizzato per la chiesa di Santa Maria della Pieve ad Arezzo: un tripudio di oro e colore che suona sofisticato e primitivo allo stesso tempo.

 

Di Pietro, proveniente dal Museo Diocesano di Cortona, c’e’ anche un bellissimo crocifisso (1315-1320) che quasi si pone a meta’ tra scultura e pittura.

 

Ambrogio (universalmente noto per il grande ciclo “Allegoria del Buon e del Cattivo Governo” al Palazzo Pubblico di Siena) ha una vena narrativa molto personale.

 

Il Ghiberti stesso ne tesse le lodi. Si possono ammirare alcune sue sinopie degli affreschi dell’Abbazia di San Galgano, una potente “Annunciazione” (1344) e una graziosa “Madonna del Latte” (1325). 

 

Presente pure un curioso ciclo di tavole legato ad una carestia alimentare e dedicato a San Nicola. Ambrogio l’ha dipinto per un ricco committente fiorentino. Vi compare un diavolo malvagio e grigio che sembra proprio un esattore delle tasse.

 

crocifisso di pietro lorenzetti siena, the rise of painting 1300 1350 national gallery

La Peste presto si portera’ via Pietro e Ambrogio. In pochi anni il timone dell’Arte passera’ - definitivamente - nelle salde mani dell’odiata Firenze.

 

SIENA: The Rise of Painting 1300-1350

NATIONAL GALLERY

Trafalgar Square, Londra WC2N 5DN

Fino al 22 Giugno

madonna del latte di ambrogio lorenzetti siena, the rise of painting 1300 1350 national gallery

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…