
“L’AZZURRO È UN GRANDE ORGOGLIO, PROVERÒ A TRASMETTERE AI RAGAZZI IL SENSO DI IDENTITÀ E DI APPARTENENZA” – QUEL VISIONARIO DI SILVIO BALDINI, NEO CT DELL’UNDER 21, DOVRA’ CREARE LA NAZIONALE DEL FUTURO – L’OBIETTIVO E’ ANCHE LA QUALIFICAZIONE ALLE OLIMPIADI DI LOS ANGELES 2028 - GRAVINA: “UNA PERSONA DI VALORE E DI VALORI” – I CALCI A MIMMO DI CARLO E LE 67 BESTEMMIE CHE PROVOCARONO L’INDIGNATA RICHIESTA DI DIMISSIONI DA PARTE DI PIPPO BAUDO – DOPO LA PROMOZIONE IN B CON IL PESCARA SE LA PRESE CON I DIRIGENTI DEL CALCIO ITALIANO IN CUI “VANNO AVANTI I LESTOFANTI” (E ORA CHE VA AVANTI LUI, CHE DICE?) - VIDEO
Mr Baldini non lo conoscono in tanti e pochi sanno chi sono i lestofanti. Ma questo video ci da la possibilità di recuperare sul personaggio in oggetto e di scoprire la ragione del male nel calcio: gli imbroglioni.
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— Alessandro Izzillo (@twizzillo) June 8, 2025
«Sono felice ed emozionato - ha detto Baldini - ringrazio il presidente Gravina per la fiducia, mi sento gratificato dal fatto che si sia incuriosito del mio percorso e abbia pensato a me per questo ruolo. L’azzurro è un grande orgoglio, proverò a trasmettere ai ragazzi il senso di identità e di appartenenza. Dal punto di vista tecnico sono convinto che si possa fare molto bene, ma l’unico modo che conosco per ottenere i risultati è il lavoro».
Il tecnico toscano, Panchina d’Oro di Serie C 2023, dopo la promozione in B con il Palermo nel 2021-2022, si è ripetuto a giugno con il Pescara e vanta una lunga esperienza in panchina: partito dalla seconda categoria (Bagnone), è arrivato fino alla A (Catania, Empoli, Lecce e Parma).
Esordio il 5 settembre, a La Spezia contro il Montenegro, nella prima gara del Girone E (ci sono anche Armenia, Macedonia, Polonia e Svezia) delle qualificazioni all’Europeo di giugno 2027 in Albania. Insieme a lui, nel ruolo di vice, torna nel club Italia Andrea Barzagli. Soddisfatto il presidente Figc Gravina: «Una persona di valore e di valori, Baldini ha qualità umane e conoscenze tecniche per far fare un importante salto di qualità agli azzurrini».
BALDINI
Cristiano Gatti per il Corriere dello Sport
È come quando nella Chiesa incistata e abbruttita dalle meschine lotte di potere, dai miserabili traffici delle reliquie e delle superstizioni, saltava fuori un Lutero, o un Erasmo, o prima ancora un Francesco d’Assisi.
L’ho sparata alta e torno subito rasoterra, ma serve per paragonare in modo chiaro quanto succede nel santuario della massima istituzione calcistica italiana, la Federazione: sulla panchina dell’Under 21, la Nazionale del domani, ci finisce un eretico patentato.
silvio baldini calci a mimmo di carlo
È quel tipo che quando allenava l’Empoli, nel 2001, totalizzò in 90’ minuti un rosario di 67 bestemmie (attenuante generica: è pur sempre toscano, dalle sue parti la bestemmia è un intercalare da perpetue), e comunque non provò nemmeno ad arrampicarsi sugli specchi: «Sinceramente non ricordo, ma se è successo e la squalifica è sacrosanta». Almeno quella. Amen. Sempre lui, questo tipo fuori dagli schemi e saltuariamente fuori di sé, dopo un Catania-Parma (lui sulla panchina del Catania) chiuse la discussione con il collega Di Carlo prendendolo a calci nel sedere.
A motori raffreddati seguirono scuse contrite, squalifica di cinque giornate e multa dalla società, benchè la storia resti segnata dalla indignata richiesta delle dimissioni da parte di Pippo Baudo (?). Questo e altro. E’ il tipo che nel 2020, dopo la semifinale di playoff Serie C tra la sua Carrarese e il Bari, impedì a un fotografo di inquadrare i suoi giocatori battuti e abbattuti. Seguirono schiamazzi della casta al grido attentato contro il diritto di cronaca, censura pubblica, bega in tribunale, con il condimento finale del risarcimento di mille euro, più le spese legali.
Questo comunque non scalfì di un graffio il radicalismo del tipo originale. Nello scorso marzo, niente lo ferma dall’andarsene nel pieno di un’intervista perchè infastidito dalle domande del giornalista (gesto aspramente criticato dall’Ussi, associazione stampa sportiva, il che da un certo punto di vista può essere preso anche come una medaglia). Non è questione di fare il carino caruccio quando le cose vanno bene e ingrugnirsi quando le cose girano male. Questo è un tipo davvero strano, è così sempre, controvento o a favore di vento. Persino nell’intervista dopo la promozione in B del Pescara, un mese fa, manda le sue ineffabili dediche: «Un grazie ai sapientoni che invitavano il presidente a disfarsi di me perché sono una testa di».
A seguire, una sua spassionata opinione che riletta oggi vale come manifesto azzurro: «Se l’Italia ha perso 3-0 contro la Norvegia il problema non è Spalletti, il problema è che creano una generazione di persone che non sa più cos’è la bandiera italiana, cosa vuol dire indossare la maglia azzurra. La Nazionale vera è quella dell’82. Quelli sono stati eroi. Quello era il calcio, quelle erano persone. Se i nostri dirigenti non capiscono queste cose, andranno sempre avanti i lestofanti».
FILOSOFIA. Delle due l’una: o lui è un lestofante, oppure i dirigenti stanno cominciando a capire, perchè improvvisamente va avanti lui, Silvio Baldini. Di fatto realizza un sogno: maneggiare i giovani, quando si è ancora in tempo, tatuaggio più, tatuaggio meno. Ed è qui che la nomina abbaglia come una fucilata in chiesa: a insegnare una filosofia, prima ancora che uno schema di gioco, è l’educatore raccontato dall’anedottica delle sclerate fuorigiri. Farisei e piccolo borghesi saltano già sulla sedia: ma come, che modello diamo ai nostri ragazzi ancora nel pieno della loro formazione.
E allora è il momento di dirlo: finalmente, un eretico. Uno che non ha mai accettato un compromesso sporco o una mezza misura, uno che a un certo punto si è messo ad allenare la squadra della sua città, la Carrarese, senza pretendere un soldo, per il solo gusto ideale di farlo, come un dovere e un piacere morale.
Uno che non si è mai vergognato di raccontare negli spogliatoi la sua lotteria della vita, questa vincita di una figlia particolare, con un cromosoma in meno, un meno compensato da un infinito più di amore e di tenerezza, nella convinzione imperturbabile e sublime d’avere per sempre la possibilità di affrontare tutto, le vittorie e le sconfitte, senza farne mai un dramma, perchè quanto conta davvero sta a casa, in attesa del suo ritorno.
Sì, non è detto che i ragazzini dell’Under 21 imparino a fare densità e ad allungare il campo, ma una cosa si può dire con certezza: portando su quella panchina un uomo in tutto e per tutto, che non conosce l’ipocrisia e l’opportunismo, che è come appare, che parla come mangia, che pensa come parla, insomma un uomo che non ha bisogno di doppie letture e sottotitoli, sicuramente quei ragazzini impareranno che un altro modo è possibile.
Nessuno può dire se Baldini sarà per loro l’allenatore ideale, ma senza ombra di dubbio hanno trovato un maestro, come usava nell’antichità sotto i portici di Atene. Il che, a certe età, a certi livelli, in certi ambienti, è la più vera e la più affascinante delle eresie.