lara trump donald

TRUMP CE LA FA PER IL ROTTO DELLA CUFFIA - IL SENATO AMERICANO HA APPROVATO PER 51 VOTI CONTRO 49 L'APERTURA DEL DIBATTITO SULLA LEGGE DI SPESA, CON DUE REPUBBLICANI CHE SI SONO UNITI AI DEMOCRATICI NELL'OPPOSIZIONE ALLA PROPOSTA E SONO STATI TRAVOLTI DALLA FURIA DEL TYCOON. UNO DEI DUE, THOM TILLIS, HA ANNUNCIATO CHE NON SI RIPRESENTERA’ (ANCHE PERCHÉ TRUMP, PER VENDICARSI, HA DETTO CHE AVREBBE SOSTENUTO QUALUNQUE CANDIDATO CONTRO DI LUI) – PER IL SEGGIO DELLA NORTH CAROLINA, AL POSTO DI TILLIS POTREBBE CANDIDARSI LA NUORA DI TRUMP, LARA (CHE E’ STATA NOMINATA CO-PRESIDENTE DEL COMITATO NAZIONALE REPUBBLICANO E ORA CONDUCE UNA TRASMISSIONE A FOX NEWS)

LARA TRUMP PENSA ALLA CANDIDATURA, DOPO L'USCITA DEL DISSIDENTE

DONALD TRUMP JD VANCE

 (ANSA) - WASHINGTON, 29 GIU - Nel Senato americano potrebbe esserci presto un componente della famiglia Trump. Si tratta di Lara, la nuora del presidente, che starebbe seriamente pensando di candidarsi per il seggio della North Carolina dopo l'annuncio del senatore Thom Tillis che non si ripresenterà.

 

Lo riferisce Nnb news citando fonti vicine alla famiglia. La moglie di Eric è stata una delle più attive durante la campagna di Trump e il presidente l'ha premiata nominandola co-presidente del comitato nazionale repubblicano. Dopo la vittoria el suocero, è andata a lavorare a Fox News, dove conduce un programma nel fine settimana.

 

Thom Tillis

TRUMP SUPERA A FATICA IL PRIMO OSTACOLO AL SENATO

 (di Benedetta Guerrera) (ANSA) - WASHINGTON, 29 GIU - Il 'big, beautiful bill' di Donald Trump ha fatto un altro piccolo passo verso l'approvazione definitiva ma per il rotto della cuffia. Nella nottata di sabato, infatti, dopo un'inconsueta maratona di quasi otto ore a Capitol Hill il Senato americano ha approvato per 51 voti contro 49 l'apertura del dibattito sulla legge di spesa, con due repubblicani che si sono uniti ai democratici nell'opposizione alla proposta e sono stati travolti dalla furia del tycoon.

 

Rick Scott

Per tutta la giornata la leadership della Camera alta e Trump, che aveva deciso di restare a Washington proprio per continuare a premere sui repubblicani indecisi, avevano cercato in tutti i modi di avere i numeri necessari a far avanzare la legge, convocando al Congresso di sabato perfino il vice presidente Jd Vance per sfruttare il suo voto decisivo in caso di parità. Alla fine non è stato necessario ma la strada della mega manovra è tutt'altro che in discesa e il risultato del voto per approvarla, rimandarla alla Camera e quindi sulla scrivania del presidente entro il 4 luglio, cioè prima della pausa per la festa dell'indipendenza come chiesto da lui, non è affatto scontato.

 

Paul Rand Donal Trump

The Donald, comunque, ha salutato il risultato come "una grande vittoria" ed ha attaccato i dissidenti Rand Paul, con il quale poche ore prima aveva giocato a golf nella speranza forse di convincerlo, e Thom Tillis. "Rand Paul ha votato di nuovo 'no' stasera? Cosa c'è che non va in questo tizio?", ha attaccato il tycoon in un post su Truth elogiando, invece, "il fantastico lavoro dei senatori Rick Scott, Mike Lee, Ron Johnson e Cynthia Lummis".

 

"Loro, insieme a tutti gli altri patrioti repubblicani che hanno votato a favore della proposta di legge, sono persone che amano veramente il nostro Paese". Trump è stato molto duro anche con l'altro dissidente, Tillis, minacciandolo di sostenere un candidato avversario alle primarie per le elezioni del prossimo anno. Un avvertimento che ha avuto un effetto sul senatore che poche ore il voto ha annunciato che non si ricandiderà.

lara trump lgbt for trump event

 

"Non è stata una decisione difficile. Come molti miei colleghi hanno notato nell'ultimo anno, non sono stato esattamente entusiasta all'idea candidarmi per un altro mandato", ha dichiarato Tillis, che ha detto di volersi dedicare di più alla famiglia. I punti sui quali il Grand old party è spaccato sono l'aumento del tetto del debito pubblico e l'impatto della manovra sull'assicurazione sanitaria Medicaid, il programma su cui fanno affidamento milioni di americani anziani, disabili e con un reddito basso.

 

Paul Rand

Per ottenere, infatti, i 3,8 trilioni di dollari di agevolazioni fiscali promessi da Trump, Medicaid subirebbe gravissimi tagli che metterebbero a rischio la copertura dei servizi medici soprattutto nelle aree rurali degli Stati Uniti, dove i repubblicani hanno una forte base elettorale. Il voto finale è atteso nei prossimi giorni. La legge ha bisogno di una maggioranza semplice per essere approvata al Senato e con i repubblicani che detengono 53 seggi su 100, più il voto di Vance, il partito può permettersi solo tre defezioni. Se approvata, la misura ritornerà alla Camera e anche in questo caso il Grand old party può perdere solo una manciata di voti.

lara donald melania trump

 

I deputati repubblicani che lo hanno votato nella sua prima versione sono ora preoccupati per le modifiche che sono state apportate al Senato per placare gli oppositori. In un promemoria inviato ai senatori, la Casa Bianca ha dato il suo via libera alle ultime revisioni della legge e ha avvertito che la mancata approvazione sarebbe un "tradimento definitivo". In tutto questo, i democratici cercano di guadagnare tempo annunciando che prolungheranno il processo di votazione in segno di protesta.

lara ed eric trump

 

Il leader della minoranza al Senato, Chuck Schumer, ha insistito sul fatto che i repubblicani leggano in aule le quasi 1.000 pagine di testo prima che il Senato possa iniziare il dibattito e potenzialmente procedere al voto finale. "Se i repubblicani - ha attaccato - non diranno al popolo americano cosa contiene questo disegno di legge, allora i democratici costringeranno quest'aula a leggerlo dall'inizio alla fine".

donald e lara trumplara trump - convention repubblicana a milwaukee lara e eric trump madison square garden

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?