jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

 

DAGOREPORT

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John Kennedy fu il più infedele puttaniere del XX secolo, non soltanto per la sua lunga e tragica storia con Marilyn Monroe (che condivideva nel suo letto con il fratello Robert), ma perché trasformò la Casa Bianca in una gigantesca casa di appuntamenti mondani ed erotici. Tra le sue amanti, giusto per citarne alcune, ci sono Betty Grable, Sophia Loren, Jean Simmons, Lee Remick, Pamela Turnure, Mary Pinchot Meyer.

 

Sull’altra sponda del letto presidenziale, c’era una First Lady frustrata. Non tanto per le corna: “Sapevo che non lo trovavano un grande amante, e in effetti non lo era. Voleva la sveltina per poi tornare a parlare al telefono con qualche stupido politico. Dopo aver fatto sesso con me, si girava subito dall'altra parte per dormire. E io restavo lì a sentirlo russare, quasi in lacrime per non essere sta soddisfatta come donna”, confidò Jackie.

 

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Al bordello continuo di John Kennedy, per ripicca, Jackie rispose botta su botta, trombando non solo i due fratelli del marito (Robert e Ted), ma si fece una fama di ninfomane portandosi a letto Warren Beatty, Peter Lawford, Gregory Peck, Frank Sinatra, un riluttante Marlon Brando (“Aspettava che le chiedessi di andare a letto insieme, alla fine me lo ha chiesto lei”), imparò a fare bene i pompini grazie a William Holden (“Suo marito non insisteva a chiederlo, così le ho detto io come fare. All'inizio era riluttante, ma una volta preso il ritmo, non si fermava più”).

 

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Sotto il segno della mondana cattiveria di Truman Capote, la smodata vita sessuale di Jackie era attratta da principi e milionari, politici, scrittori, ballerini, insomma la crème della società internazionale.

 

Andava pazza per Andre Malraux e John P. Marquand, figlio di un premio Pulitzer Prize, col quale consumò in ascensore. Rimase delusa quando intrecciò una storiella con Paul Newman e scoprì che aveva lo stesso pene del marito morto assassinato a Dallas.

 

Invece, con lo scrittore Philip Roth, fu cilecca. Vanno a un party, flirtano, lei se lo porta a casa, ma non "concludono". È lo stesso Roth a riconoscere, nella sua prima autobiografia, che con Jackie vedova Kennedy non gli si è alzato: “Era come baciare un monumento nazionale”.

 

Ma tra i due ninfomani della Casa Bianca il sodalizio sessuale si ruppe definitivamente il 5 agosto 1962, quando le prime pagine dei giornali annunciarono la morte di Marylin Monroe. Per sfuggire a pettegolezzi e speculazioni sulla relazione clandestina tra il marito e l’attrice, già lievitati quando, nel maggio 1962, Marilyn Monroe indossò il suo famoso abito color carne per cinguettare le note di Happy Birthday Mr. President tra le mura del Madison Square Garden di New York.

 

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Incazzata come una biscia, l’8 agosto 1962, tre giorni dopo la morte di Marylin, Jackie raggiunse Ravello, sulla Costiera amalfitana, accolta come una regina dall’allupatissimo Gianni Agnelli.

 

E Ravello si trasformò in un’alcova rovente (“la vacanza più bella della sua vita”, come lei stessa amava ripetere) al punto che invece di due settimane Jackie la prolungò di altri sette giorni finché non piombarono agenti dei servizi segreti americani a prelevarla come un Almasri per riportarla a Washington dal marito cornuto e incazzato. Per ripicca ci fu anche una liason Marella Agnelli-John Kennedy (confidenza di informatissima socialite)

 

L’articolo che segue racconta bene come andò la vacanza erotica di Jackie a Ravello e dintorni.

 

 

JACKIE KENNEDY A RAVELLO: QUELLA LUNGA VACANZA E LA LOVE STORY CON GIANNI AGNELLI

Articolo di Emiliano Amato per quotidianocostiera.it – pubblicato l’8 agosto 2024

 

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Era l’8 agosto del 1962 quando la first lady d’America, Jacqueline Kennedy, scelse Ravello per le sue vacanze italiane. Giunse a bordo di un aereo privato all’aeroporto di Pontecagnano per poi raggiungere, in auto, la “Divina”.

 

Con la figlioletta Caroline, la sorella Lee Radziwill, il cognato e un seguito composto dalla bambinaia e dalla segretaria, era scortata dai mezzi della polizia e da due uomini del suo servizio di sicurezza.

 

Jacqueline arrivò in una raggiante Ravello, accolta dalla banda musicale e dalla folla festante, a soli quattro giorni dalla morte sospetta di Marilyn Monroe.

 

Soggiornò per tre settimane, fino al 31 di agosto, a Palazzo Episcopio, antica dimora di proprietà dei Duchi di Sangro, già residenza di Vittorio Emanuele III. Nelle sue sale, nel 1944 giurò il primo governo di Unità nazionale e il 5 giugno di quello stesso anno si registrò il passaggio luogotenenziale del regno al principe Umberto.

 

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Nelle tre settimane italiane la Kennedy era coccolata dalla governante di Villa Episcopio, la signora Flora Mansi e dalle figlie Margherita e Maria.

 

A Ravello Jacqueline ricevette la cittadinanza onoraria dall’allora sindaco Lorenzo Mansi e le fu dedicato uno spettacolo di balli folkloristici, tenuto da piccoli e giovani figuranti ravellesi in piazza Vescovado. In quella occasione anche i graziosi John John e Caroline indossarono gli abiti tipici da “Tarantella”. Lo spettacolo fu curato dal maestro Mario Schiavo che compose una Ninna Nanna per la piccola Caroline.

 

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Pur “imprigionata” da rigide misure di sicurezza, amava forte il contatto con la gente e spesso chiedeva alle figlie dei vicini di casa, Anna e Viviana Mansi, di poter giocare con John John e Caroline.

 

Durante il giorno preferiva recarsi al mare a Conca dei Marini, presso la residenza dei D’Urso, famiglia legata all’avvocato Agnelli da un’amicizia di vecchia data. Fu proprio in quella circostanza che avvenne il primo incontro tra il capitano dell’industria italiana e la first lady d’America.

 

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Spesso si vedeva l’avvocato accompagnare Jacqueline in giro per la Costa d’Amalfi. Durante le loro uscite i due vennero spesso immortalati assieme; lui nelle sue impeccabili mise marinare, e lei con lo charme che faceva tendenza negli anni della Dolce Vita.

 

Aveva trentatré anni Jackie, ed era bellissima. Ogni mattina prendeva posto su una Fiat 600 decappottabile messa a sua disposizione dalla Fiat, e si recava ad Amalfi per praticare lo sci nautico, sport che prediligeva. A bordo del mitico “Veliero Blu” ormeggiato alle banchine del molo pennello, o mentre era seduta al tavolo del bar San Domingo, in Piazza Vescovado, per un after dinner era sempre con lui Gianni Agnelli.

 

La notizia di quella assidua frequentazione fece subito il giro del mondo e la stampa americana vi cucì intorno la trama di una love story, versando fiumi d’inchiostro sulle pagine di cronaca rosa. Gli ingredienti per lo scoop c’erano tutti: il fascino di entrambi i protagonisti, la bellezza dello scenario che li ospitava, il sapore mondano e spensierato dell’estate ravellese di quegli anni, gli sguardi e i sorrisi reciproci rubati dall’obbiettivo indiscreto di qualche fotografo, autorizzati a “scattare” soltanto con i tavoli dei bar sgombri da bicchieri.

 

jacqueline kennedy con la sorella principessa lee radzwill a ravello nel 1962

L’avvocato pernottava spesse volte a Villa Episcopio, dove aveva persino una stanza tutta per sé. E non appena la notizia giunse all’altro capo del mondo, il giornalista americano Edward Klein fu il primo a dare l’annuncio che tra Agnelli e la Kennedy era sbocciata una love story. I due finirono così nel mirino dei paparazzi che scattarono una foto dietro l’altra, mentre si scatenavano le fantasie dei cronisti.

 

In un tale clima il presidente degli Stati Uniti John Kennedy, non poté rimanere a lungo all’oscuro dei fatti, malgrado le preoccupazioni legate al duro braccio di ferro con l’Urss, per via delle basi missilistiche a Cuba. Il presidente si era mostrato tanto risoluto nel gestire quella crisi da far temere un conflitto.

 

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E quando questa storia superò il limite della sua pazienza, ordinò alla moglie di rientrare a casa: “More Caroline, less Gianni” (“Più Caroline, meno Gianni”), recitava il laconico ma eloquente messaggio inviato a Jackie. Così si concluse il primo viaggio italiano della first lady e con esso anche una tra le love story che hanno maggiormente appassionato i curiosi di tutto il mondo.

 

Per anni questa storia rimase puro pettegolezzo, fino a quando lo scrittore americano Gore Vidal (il primo dei tre mariti della mamma di Vidal si era risposato con la mamma della first lady d’America) nel 2005, in procinto di lasciare definitivamente Ravello, confidò che ci fu realmente qualcosa più di un flirt tra Gianni Agnelli e Jacqueline Kennedy.

 

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Mentre la First Lady, rientrata in America, dopo poco più di un anno vide suo marito morire e non tornò mai più a Ravello, l’Avvocato ha continuato ad essere ospite fisso della perla della Costiera per tutta la sua vita. L’ultima visita risale al 2001, quando giunse da Amalfi, tappa di una minicrociera a bordo del panfilo rimorchiatore “F-100”, successore dell’altrettanto celebre “Veliero Blu”, con la moglie Marella ed un giovanissimo John Elkann.

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