funerali francesco rosi

VIDEO-FUNERAL - “PERCHÉ NON PIANGO? PERCHÉ FRANCO NON È MORTO, ME LO SENTO VICINO”. CON IL SALUTO DI LA CAPRIA, CENTINAIA DI PERSONE HANNO PARTECIPATO AI FUNERALI LAICI DI FRANCESCO ROSI, DA NAPOLITANO A TORNATORE, DA LINA WERTMULLER AL GIUDICE IMPOSIMATO

Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

 

Ultimo saluto al maestro del cinema Francesco Rosi

Foto Lapresse e Ansa

 

Francesca Pierleoni per l’Ansa

giorgio napolitano foto lapressegiorgio napolitano foto lapresse

 

C'era anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, seduto in prima fila accanto alla figlia di Rosi, Carolina, alla commemorazione del regista che si è svolta nella sala Deluxe della Casa del Cinema di Roma dove da stamattina è stata allestita la camera ardente.

 

Tantissimi i protagonisti della cultura e del cinema italiano venuti per l'ultimo saluto, tra amici, colleghi e ideali allievi. Tra gli altri, Raffaele La Capria, come Napolitano (che non è intervenuto) amico di Rosi fin dagli anni della scuola, Paolo Sorrentino, Ettore Scola, Giuseppe Tornatore, Furio Colombo, Marco Tullio Giordana, Franco Zeffirelli, Lina Wertmuller, Liliana Cavani, Michele Placido, Francesco Maselli, Giuliano Montaldo, Luca De Filippo e Roberto Andò.

 

camera ardente di francesco rosi foto ansacamera ardente di francesco rosi foto ansa

Molti anche i politici, come il presidente del Senato Pietro Grasso, il ministro della Cultura Dario Franceschini, il presidente della Regione Nicola Zingaretti, Ferdinando Imposimato (che lo avrebbe voluto senatore a vita), Antonio Bassolino e Francesco Rutelli. Forti emozioni e lacrime non trattenute hanno segnato la commemorazione aperta dall'intervento di Raffaele La Capria: "Mi sono chiesto perché non piango e ho capito - ha detto -. Per me Franco non è morto, me lo sento vicino. Poco prima che se ne andasse ci siamo scambiati una stretta di mano, un mezzo sorriso e un bacino".

la bara di francesco rosi foto ansala bara di francesco rosi foto ansala bara con coppola di francesco rosi foto ansala bara con coppola di francesco rosi foto ansa

 

Per lui Rosi era "un genio. Dopo De Sica e Rossellini ha inventato un nuovo tipo di cinema, è stato un indagatore spietato della società italiana ed ha raccontato con i suoi film una democrazia ammalata, molto simile a quella di oggi. Ma lui oltre ad essere un grande autore di cinema sociale era anche un poeta". Scola, dopo aver affettuosamente ironizzato sulle commemorazioni sempre più frequenti "per quelli della mia età", ha sottolineato che "in queste occasioni si tende a parlare di sé, ma con Franco non è così, perché aveva una personalità fortissima. Metteva la stessa puntigliosa serietà che aveva nei suoi film anche in ogni momento della sua vita".

 

lina wertmuller foto lapresselina wertmuller foto lapresse

Ma con lui "ci si divertiva moltissimo, era pieno di ironia". Il regista si augura che, come ha saputo fare Rosi, "altri autori italiani, e alcuni sono anche in questa sala, raccontino l'Italia per aiutarla a uscire da questa fase così confusa". Il fratello di Rosi, Massimo, ha sottolineato: "Noi, da napoletani, abbiamo combattuto una vita contro mandolini e pizza. Franco era un discendente diretto di Giambattista Vico e Benedetto Croce, due simulacri della ragione ma calati nei fatti e nella realtà. E di questi napoletani ce ne sono tanti, che combattono contro l'andazzo di una mancanza di serietà e di impegno civile".

 

michele placido  foto lapressemichele placido foto lapresse

Secondo Furio Colombo, che oltre ad essere grande amico di Rosi ha lavorato con lui in Il Caso Mattei, "Franco ci ha riscattato dall'umiliazione di pensarci perenni vittime della corruzione e del crimine. Nei suoi film c'è il coraggio di chi si oppone a far sì che il malaffare ci governi, ma anche il coraggio del regista che si è esposto personalmente nel raccontare quelle storie mentre accadevano".

paola gassman ugo pagliai foto lapressepaola gassman ugo pagliai foto lapresse

 

Si è rivolto direttamente a Rosi, poi, Giuseppe Tornatore, che gli è stato accanto fino agli ultimi istanti, insieme ai familiari e, fra gli altri, a Colombo, Marco Tullio Giordana (che durante il suo intervento si è interrotto per la troppa commozione), La Capria e Andò: "Tu sei sempre stato un cittadino combattente con l'arma della passione civile e del cinema - ha detto -. Ci mancherai moltissimo, con la tua intelligenza e il tuo rigore ma comunque andremo avanti, come dicevi sempre tu".

pietro grasso con la moglie foto lapressepietro grasso con la moglie foto lapresse

 

Per Andò Rosi è stato "un poeta e un civilizzatore". L'ultima ad intervenire è stata la figlia Carolina che ha letto un suo messaggio per il padre: "Sono così fiera di essere tua figlia, di essere almeno un po' una piccola parte di te. Io che per tutta la vita ti ho chiamato Franco, ora mi sento di chiamarti solo papà", ha concluso tra le lacrime. Rosi "è stato un grande regista, un grande uomo e un grande italiano" ha commentato alla fine della commemorazione Dario Franceschini, mentre Zingaretti ne ha sottolineato "la passione nel dialogo, fino all'ultimo, con i giovani".

ugo gregoretti francesco rutelli foto lapresseugo gregoretti francesco rutelli foto lapressemarco pontecorvo foto ansamarco pontecorvo foto ansamarisa laurito foto lapressemarisa laurito foto lapressenicola piovani foto lapressenicola piovani foto lapresseugo pagliai foto lapresseugo pagliai foto lapresse

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…