donald trump dazi vini

IL MONDO PAGHERA’ DAZIO - IL 2 APRILE INIZIA LA GUERRA COMMERCIALE DICHIARATA DA TRUMP DI CUI GLI ESITI SONO IMPREVEDIBILI - FITCH STIMA, PER IL 2025, UN RALLENTAMENTO DELLA CRESCITA MONDIALE DI MEZZO PUNTO PER UN 2,4% - CANADA E MESSICO RISCHIANO GRAVI CONTRAZIONI E ANCHE L’UNIONE EUROPEA POTREBBE ESSERE MESSA A DURA PROVA – PERSINO GLI USA NON SONO IMMUNI: JP MORGAN HA ALZATO LE PROBABILITÀ DI RECESSIONE AL 40% E ABBASSATO LE PREVISIONI DI CRESCITA DI 0,3 PUNTI ALL’1,6% PER IL 2025 - I DAZI GIÀ INTRODOTTI CANCELLERANNO OLTRE 300MILA POSTI DI LAVORO E ANCHE TRUMP HA PARLATO DI “FASE DI AGGIUSTAMENTO”

Estratto dell’articolo di Luca Veronese,Marco Valsania per il “Sole 24 Ore”

 

donald trump dazi vino

La data è segnata da tempo sul calendario di governi, imprese e mercati. Ci siamo, il 2 aprile è arrivato: il giorno dei dazi annunciato da Donald Trump come una «liberazione per gli Stati Uniti» segnerà l’inizio dell’era Trump del commercio globale. E porterà, sembra inevitabile, a una guerra negli scambi internazionali che ricorda gli Anni Trenta del secolo scorso, la drammatica fase tra la Grande Depressione e il secondo conflitto mondiale quando il protezionismo era la regola, senza regole.

 

DONALD TRUMP URSULA VON DER LEYEN

[…] «Il mondo ci ha sfruttato per 40 anni, non deve più succedere», ripete Trump. Dati alla mano, dazi e barriere al commercio stanno tornando con Trump a livelli mai visti, appunto, nell’ultimo secolo. Dovrebbero culminare con le «tariffe reciproche» di mercoledì contro tutti i Paesi partner. Ma da fine gennaio è stata già annunciata una girandola di provvedimenti: a tutto campo sull’auto (25%) e su acciaio e alluminio (ancora il 25%), contro l’import da Canada e Messico (sempre il 25%) oltre che contro l’avversario più temuto, la Cina (il 20% in più rispetto a misure in vigore). In preparazione ci sono poi offensive dal rame al legname, dai semiconduttori ai prodotti farmaceutici.

 

donald trump - i dazi e la guerra commerciale

I dazi si sommano l’uno con l’altro e la combinazione finale è imprevedibile. […] Il protezionismo ha accelerato tra le economie del G20 almeno dal 2016, con gli Usa in testa: stando alla Tax Foundation, la tariffa media Usa sui beni è ormai salita all’8,4%, ai livelli del 1946, rispetto all’1,5% di otto anni fa. […]

 

Wilbur Ross, veterano finanziere, segretario al Commercio nella prima amministrazione Trump, spiega a Il Sole-24 Ore che con le tariffe «Trump insegue molteplici e doverosi obiettivi: sicurezza nazionale, perché vede il potenziamento di industrie di base domestiche come essenziale; posti di lavoro che tornano nel Paese; entrate per il governo. E i dazi sono parte di un progetto articolato che comprende tagli delle tasse e deregulation».

 

I DAZI DI DONALD TRUMP - MEME

Un progetto che Trump «può realizzare rapidamente - sottolinea - perché è assai più forte rispetto al suo primo mandato: controlla il partito repubblicano e del Congresso e ha un’amministrazione unita, soprattutto sul commercio». Per Ross, oltretutto, con i dazi gli altri Paesi ora «sanno che cosa devono fare» e il risultato potrà essere in definitiva un generale calo delle tariffe.

 

L’esperienza fa temere ben altro. La grande legge protezionista americana, lo Smoot-Hawley Act del 1930, portò i dazi da un già alto 40% al 60%, scatenando rappresaglie internazionali che finirono per paralizzare il commercio globale e affondare l’economia, tanto che lo stesso Senato Usa, sul suo sito web, definisce quell’atto «catastrofico». Oggi i dazi sono a livelli molto inferiori e l’economia si è sviluppata sui servizi, più difficili da colpire con dazi.

Ma l’impatto di una guerra commerciale fa paura: Fitch stima un rallentamento della crescita mondiale quest’anno di mezzo punto al 2,4%. Canada e Messico rischiano gravi contrazioni e anche i timidi risvegli dell’Unione europea potrebbero essere messi a dura prova.

 

BILANCIA COMMERCIALE USA - UE

Ma gli Usa non sono immuni. JP Morgan ha alzato le probabilità di recessione al 40% e abbassato le previsioni di crescita di 0,3 punti all’1,6% per il 2025. […] Per la Tax Foundation i dazi già introdotti cancelleranno oltre 300mila posti di lavoro. Anche Trump ha parlato di «fase di aggiustamento» e il segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha ammesso: «Non ci sono garanzie che non entreremo in recessione».

 

I DAZI DI DONALD TRUMP - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

Le tariffe sull’auto sono un esempio di conseguenze indesiderate: possono innescare rincari dei veicoli del 12% entro maggio […] una volta esaurite le scorte dei concessionari. Trump per tutta risposta ha avvisato i marchi dell’automotive: se aumenteranno i prezzi saranno puniti. Ma non si ricrede. Alan Wolff del Peterson Institute sottolinea che, se dazi selettivi sono strumenti tradizionali, il problema è che «la nuova amministrazione Usa non riconosce vincoli internazionali sulle tariffe che impone» e «l’impatto economico dei dazi dipenderà da misura delle barriere e modalità delle rappresaglie».

 

DONALD TRUMP - DAZI COMMERCIALI

[…] I dazi di Trump hanno oggi una componente ideologica, vengono dalla necessità di alimentare il consenso Maga sulla grandezza dell’America contro il mondo. Più difficile trovare nelle tariffe vere risposte per l’economia Usa. Creano posti di lavoro nella manifattura? «I dazi agiscono da sussidi per la produzione, non per l’occupazione», sottolinea Bown. Sono però di certo una tassa sui consumi, aumentano i prezzi per famiglie e imprese, riducendo a conti fatti gli impieghi. Servono alla sicurezza nazionale? Non è chiaro quale sicurezza migliori con rincari e minor scelta nelle auto.

 

DONALD TRUMP - DAZI COMMERCIALI

Garantiscono entrate al governo permettendo di ridurre le tasse? Se i dazi sono efficaci, le entrate svaniscono. E sulla carta persino dazi sull’intero import ad un improponibile 50% coprirebbero al più il 40% del gettito fiscale Usa […].

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?