matteo renzi giorgia meloni donald trump

“A TRUMP DELLA MELONI INTERESSA ZERO” – MATTEO RENZI INFIERISCE SULLE DIFFICOLTÀ DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA: “PER TRE MESI CI HANNO DETTO ‘ORA PERÒ CI PENSA A GIORGIA A BLOCCARE I DAZI’. NEANCHE È STATA RICEVUTA ALLA CASA BIANCA. LA RISPOSTA DELLA PREMIER NON È ALL'ALTEZZA PERCHÉ LEI NON È ALL'ALTEZZA DEL MOMENTO. DICE DI VOLER ESSERE IL PONTE CON TRUMP, NON HA CAPITO CHE LUI CONOSCE SOLO IL LINGUAGGIO DELLA FORZA” – “BERLUSCONI STAVA DALLA STESSA PARTE DI BUSH, MA CI TRATTAVA ALLA PARI. ORA NOTO UNA PERICOLOSA SUBALTERNITÀ, AGGRAVATA DALLA POSIZIONE DI SALVINI…”

RENZI, A TRUMP DELLA MELONI INTERESSA ZERO

matteo renzi al vinitaly 2025

(ANSA) - VERONA, APR 8 - "A Trump della Meloni interessa zero. Il racconto italiano per cui eravamo tutti in attesa della Meloni che bloccasse i dazi l'avete visto: per tre mesi ci hanno detto 'ora però ci pensa a Giorgia'. Neanche è stata ricevuta". Lo ha detto Matteo Renzi, incontrando i giornalisti al Vinitaly.

 

"Nei prossimi giorni ci sarà l'incontro - ha aggiunto - e io credo che ci sarà un accordo, o un compromesso comunque, tra Stati Uniti ed Europa, non può non esserci, quindi troveranno una via d'uscita. Per come conosco l'influencer Meloni, tenterà di dire 'è merito mio, l'ho fatto io l'accordo', ma chi conosce come funzionano queste robe sa che stanno già trattando in via sotterranea gli 'sherpa' dei vari uffici, per trovare un punto di accordo che ci sarà", ha concluso Renzi.

 

Renzi, Meloni può fare 4 cose contro i dazi, se si sveglia

GIORGIA MELONI - DONALD TRUMP

(ANSA) - "Se io oggi fossi al governo prenderei la palla al balzo per dire: sosteniamo la lotta alla burocrazia, diamo una mano sull'energia, aiuti di Stato con il credito d'imposta, e cambiamo i progetti del Pnrr, che sono le quattro cose che Giorgia Meloni può fare, se si sveglia". Lo ha detto Matteo Renzi, stamani al Vinitaly di Verona.

 

“La preoccupazione degli operatori è evidente - ha aggiunto - perché sono mesi ormai che nell'incertezza la gente non sa che fare. Quando esporti tanto, se hai incertezza con gli americani è un problema”, ha concluso Renzi.

 

DAZI: RENZI, CHI FA MALE AL VINO È GENTE COME SALVINI

matteo renzi al vinitaly 2025

(ANSA) - "Trump sta speculando sui risparmiatori, sta distruggendo finanziariamente il ceto medio, però i sovranisti stanno tutti zitti. Ho sentito Salvini che ha detto che i dazi sono un'opportunità, e lo ha detto senza venire al Vinitaly quindi era sobrio... sobrio, non si sa. Però io penso che chi fa male al vino è gente come Salvini". Lo ha detto Matteo Renzi, nel corso di un punto stampa nel corso della sua visita al Vinitaly di Verona.

 

MATTEO RENZI "MELONI INADEGUATA CON TRUMP PORTI AIUTI ALLE IMPRESE E VOTEREMO SÌ"

Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera per “la Stampa

 

MATTEO RENZI GIORGIA MELONI

Matteo Renzi è in viaggio nelle pianure lombarde. In 24 ore ha incontrato gli imprenditori bresciani, il sistema moda, l'associazione delle imprese meccaniche, oggi sarà a Vinitaly. Dice che Giorgia Meloni sta sbagliando tutto: «Lei dice di voler essere il ponte con Trump, non ha capito che lui conosce solo il linguaggio della forza».

 

[…]

 

La domanda su cosa farebbe al posto della premier è facile, ma obbligata. Cosa farebbe?

«I dazi sono una sciagura in sé e creano un enorme clima di incertezza per le imprese. Meloni deve immediatamente sbloccare il programma transizione 5.0 (incentivi finanziati con fondi Pnrr per aiutare in primis le imprese all'autoproduzione di energia, ndr). In un mondo normale manderebbe a casa il ministro Urso, ma siccome temo non sia possibile dovrebbe quantomeno costringerlo a risolvere il problema: nonostante gli interventi quei fondi sono gravati da un eccesso di burocrazia. Aggiungo: abbiamo fatto una legge che ha portato in Italia la residenza di diecimila milionari, ora perché non farne un'altra per permettere il rientro dei cervelli dagli Stati Uniti?».

 

DONALD TRUMP CON IL CARTELLONE DEI DAZI

In effetti è una ritorsione unilaterale fra quelle possibili, ma il ministro del Tesoro Giorgetti l'ha bocciata: costa cara.

«Ed ha sbagliato. In questo momento il rigore finanziario non è una priorità».

 

Il governo spagnolo ha annunciato ben 14 miliardi di aiuti, il nostro dice che c'è un problema di aiuti di Stato.

«Meloni andasse in Europa a spiegare che la priorità è un'altra».

 

Ammetterà che in questo momento la posizione della premier non è semplice.

giorgia meloni - meme by vukic

«La risposta della premier non è all'altezza perché lei non è all'altezza del momento. Non fa altro che lasciar trapelare di voler essere il ponte fra l'Unione e gli Stati Uniti, ma è solo un gioco di comunicazione: sta faticando per farsi ricevere alla Casa Bianca.

Trump conosce solo il linguaggio della forza».

 

Renzi, andiamo al dunque. Lei come si comporterebbe al posto suo?

«Dovrebbe recapitargli un messaggio chiaro: sono un tuo alleato, ma difendo anzitutto le imprese italiane. Berlusconi stava dalla stessa parte di Bush, ma ci trattava alla pari. Nel suo caso noto una pericolosa subalternità, aggravata dalla posizione di Salvini».

 

Ipotizziamo che Meloni si presenti in Parlamento con un pacchetto di misure a favore delle imprese che vada nella direzione che lei auspica. Lo voterebbe?

«Sono pronto a votarlo domattina».

 

silvio berlusconi george w bush

Veniamo all'opposizione. Che ne pensa della manifestazione di sabato scorso dei Cinque Stelle?

«Sia il centrosinistra che il centrodestra sulla politica estera sono radicalmente divisi. Da un lato Salvini che fa l'occhiolino a Elon Musk, dall'altra Conte cerca di assumere la guida del popolo della pace contro il Pd. Io la penso sempre allo stesso modo: se vuoi la pace servono politici capaci di fare diplomazia, non a riempire le piazze. Se avessimo scelto Tony Blair o Angela Merkel come mediatori in Ucraina la situazione sarebbe meglio di cosi».

 

[…]

 

GIORGIA MELONI DONALD TRUMP - IMMAGINE CREATA CON GROK

La sua rottura con Azione di Calenda le è costata cara. Eppure siete su posizioni pressoché sovrapponibili.

«Carlo Calenda è stato mio ambasciatore in Europa, l'ho voluto come ministro delle imprese, mi restano ancora incomprensibili le ragioni per le quali ha aperto una battaglia personale contro di noi. Ciò detto la differenza politica fra me e lui è una: non sono d'accordo quando dice che la Meloni è stata brava a livello internazionale. Non le avrei fatto difendere Trump dal palco di un mio congresso. Le cose che ha detto a favore di J.D. Vance contro l'Europa sono inaccettabili».

 

C'è un'altra cosa che vi divide in questo momento: l'atteggiamento verso i Cinque Stelle. Lei accetta l'alleanza, Calenda no.

CARLO CALENDA E MATTEO RENZI

«II centro da solo non va da nessuna parte. Fare politica è decidere, e io sono fiero di avere fatto nascere il governo Conte bis per evitare che venisse eletto un presidente della Repubblica da una maggioranza sovranista.

 

E rivendico la nomina a premier di Mario Draghi, di cui oggi ci sarebbe un gran bisogno. Le mie manovre parlamentari sono sempre state sempre tese a decidere e fare gli interessi degli italiani. L'irrilevanza è un lusso che in politica non si ci può permettere».

poster meloni calenda renzi

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