MCCREEVY CONTRO IL DECRETO ITALIANO SU OPA STRANIERE - BIFULCO, CHE CUCCAGNA - CITIGROUP, DIMISSIONI SULL'"AFFARE" ITALEASE - HOPA E LO "SLALOM" DEI CONTI - MEDIOBANCA, LA QUOTA E IL LAPSUS DI ARPE - LA TV SUL TELEFONINO FA RIDERE DAL PINO.

1 - CARLO PESENTI: NON ABBIAMO AZIONI GENERALI.
(ANSA)
- ''Non abbiamo azioni''. Cosi' il consigliere delegato di Italcementi, Carlo Pesenti, ha risposto a margine della presentazione del prodotto 'TX Active' a chi gli chiedeva se stesse acquistando titoli di Generali, in forte crescita in borsa negli ultimi giorni. ''E' una partecipazione storica di Mediobanca - ha commentato ancora -. Mediobanca ha giocato un ruolo importante in Generali e questo restera' nel futuro''.

2 - HOPA E LO "SLALOM" DEI CONTI
Fa. P. per "Plus 24" de "Il Sole 24 Ore"-
Per una plusvalenza in arrivo, c'è una minusvalenza (virtuale) che incombe. Il guadagno (sofferto) - dopo le svalutazioni del passato - sarà quello della cessione della quota in Fiat che dovrebbe far segnare, nel 2006, un +20 milioni di euro nel conto economico. Ma c'è un nodo più grande destinato a venire al pettine. Sono quei 333,5 milioni cui è valutata ancora la quota in Hopa. Non è cosa da poco, visto che la somma equivale al 15% del portafoglio partecipazioni. E come è noto quel valore andrà fortemente ridimensionato.

Di quanto è presto per dirlo e dipenderà in parte dalle modalità del riassetto Olimpia. Da Siena per ora nessun commento, ma gli analisti pensano che si farà di tutto per non "macchiare" il bilancio record del 2005. Quanto al 2006 ci si potrebbe orientare a ritenere la perdita di valore non duratura evitando così, una volta di più, effetti negativi sul conto economico. Potenza delle tecnicalità contabili.

3- MAGISTE: OK A FUSIONE PER INCORPORAZIONE IN MAGISTE REAL ESTATE.
(ASCA)
- Le assemblee dei soci di Magiste e Magiste Real estate hanno deliberato la fusione per incorporazione di Magiste SpA in Magiste Real Estate. Lo rende noto un comunicato aggiungendo che ''la fusione rientra nel piano di riorganizzazione societaria del gruppo Magiste''

4 - UN PREMIO DA RECORD
Ettore Livini per la Repubblica
- La ruota del lotto ha partorito una nuova vincita da record. Il numero estratto è 31,9, pari ai milioni di plusvalenze che Rosario Bifulco, ex ad del gruppo, ha trasformato ufficialmente in soldi contanti lo scorso venerdì, vendendo a termine (l'operazione verrà chiusa all'approvazione del bilancio di Lottomatica) parte delle opzioni che si era visto assegnare nel suo piano d´incentivazione 2003-2005. È il nuovo record italiano di stock option. Una cifra lontana anni luce dalle performance stellari dei dirigenti made in Usa (Steve Jobs, numero uno di Apple, sta per mettersi in tasca 800 milioni di "premi azionari") ma che almeno su questo fronte ci mette all´avanguardia in Europa. Si tratta, ben inteso, di soldi meritati visto che nel biennio in esame, sotto la gestione Bifulco, i titoli Lottomatica hanno raddoppiato il loro valore. Per il bravo e fortunato supermanager, tra l'altro, la manna non è finita. Il numero ritardatario sulla sua personalissima ruota questa volta è il 6, pari agli ulteriori guadagni potenziali legati alle 276mila opzioni che si ritrova ancora in tasca.

5 - CITIGROUP, DIMISSIONI SULL'"AFFARE" ITALEASE.
Fa. P. per "Il Sole 24 Ore"
- Cosa si è celato dietro il vorticoso quanto inaspettato rialzo di Banca Italease, salita del 20% da 23,4 a 28,4 euro in un tourbillon di scambi tra il 18 e il 23 gennaio scorso? La rivelazione di conti più brillanti delle attese? O una qualsivoglia notizia positiva sul titolo? Niente di tutto ciò, se non caso mai la vendita di una quota della società di leasing, detenuta da Bpu a 22,05 euro, avvenuta solo tre giorni prima. Più banalmente, la risposta plausibile è in un report di Citigroup che caldeggiava l'acquisto con un target di prezzo a 39 euro.

Un lavoro di valutazione assai accurato firmato da Roberto Casoni, uno degli analisti più apprezzati a Piazza Affari e a capo della ricerca del broker Usa. Peccato che non tornino i tempi. Già perché lo studio "caldo" porta la data appunto del 23 gennaio, esattamente in coda allo strepitoso scossone in avanti del titolo. Evidentemente qualcuno sapeva con congruo anticipo e aveva già provveduto. E quel qualcuno, secondo fonti della stessa banca Usa, dovrebbe essere Enrico Clavenna il capo delle vendite di Citigroup, che ha lasciato guarda caso da qualche giorno l'istituto.



Quanto a Casoni, si è dimesso di recente con un altro collega. Solo coincidenze? Non sembra. Appare invece, secondo fonti vicine a Citigroup, più un'opera di pulizia da parte della banca. Meglio tardi che mai, ma quanti spifferi in quelle muraglie cinesi.

6 - MCCREEVY: FORSE PROBLEMI DAL DECRETO ITALIANO SU OPA STRANIERE.
(ANSA)
- Un'eventuale intervento di legge sulla normativa per le opa straniere, con l'introduzione del principio di reciprocita', ''potrebbe rappresentare un problema nel caso in cui venisse realizzata''. Lo ha dichiarato oggi a Bruxelles il portavoce del commissario Ue al Mercato Interno, Charlie McCreevy, spiegando che ''per il momento non vogliamo commentare questa eventuale legge italiana, di cui abbiamo sentito parlare. Ma monitoreremo la situazione''.

7 - PARMALAT: BONDI, CARIPARMA MOLTO COINVOLTA IN GIRO FATTURE.
(ANSA)
- CariParma ''e' una banca decisamente molto coinvolta nel giroriba'', cioe' il giro di ricevute e fatture presunte false o gonfiate secondo l' inchiesta messo in piedi dal gruppo che distribuiva il latte attraverso varie concessionarie le quali anche, a loro volta, emettevano fatturazioni. Cosi' sono stati ricostruiti dall' attuale ad Enrico Bondi i rapporti del gruppo con la banca nel corso della sua deposizione come testimone al processo in corso a Milano per aggiotaggio. Bondi ha inoltre ricordato: ''Mi sembra sia uno dei doveri di sorveglianza della banca di verificare lo stato del cliente, se cioe' gli affidamenti siano stati fatti in modo coerente''. Di conseguenza il comitato di controllo dell' istituto presieduto da Silingardi e composto da Sciume' e Baracchini, tutte persone che avevano lavorato nella Banca, avrebbe a suo giudizio dovuto essere a conoscenza della situazione.

8 - MEDIOBANCA, LA QUOTA E IL LAPSUS DI ARPE.
A. Ol. per "Il Sole 24 Ore"
- «Siamo nel capitale a garanzia dell'autonomia di Mediobanca». «Confermiamo la nostra politica e la continuità assoluta di questa politica». «In quest'ottica abbiamo dato la nostra disponibilità al management di Mediobanca» per la discesa congiunta di Capitalia e UniCredit nel capitale dell'istituto. In occasione della presentazione dei risultati 2005, l'amministratore delegato di Capitalia, Matteo Arpe, non si è sottratto alla consueta sfilza di domande sulla storica partecipazione nella banca d'affari milanese.

Ma - lapsus o amnesia? - ha fatto riferimento alla disponibilità a ridurre la quota al «7%». In realtà gli accordi firmati nel 2003, all'uscita di Vincenzo Maranghi dalla scena di Piazzetta Cuccia, prevedevano nero su bianco che i due maggiori azionisti bancari, UniCredit e Capitalia, sarebbero scesi «gradualmente a una percentuale non superiore al 6%» ciascuna, dismettendo la parte in eccesso «a favore di altre banche prescelte tra quelle che possano efficacemente concorrere allo sviluppo di Mediobanca e che non conducano attività che possano determinare conflitti d'interesse».
Che si parli del 6% piuttosto che del 7% non è comunque tema di attualità. «A oggi non vedo ipotesi, come nell'ultimo anno e mezzo, che comportino la nostra discesa», ha osservato Arpe. Di fiato l'unica trattativa, quella con Commerzbank, si è arenata quando le quotazioni viaggiavano intorno a 11 euro contro i 17,7 di oggi.

9 - LA TV SUL TELEFONINO FA RIDERE DAL PINO
(ASCA)
- L'a.d. di Wind Paolo Dal Pino non crede alla convergenza tra cellulari e tv. ''Non credo ai telefonini come strumenti d'intrattenimento per il tempo libero'' afferma in una intervista al Corriere della Sera, aggiungendo che il cellulare non sara' un terminale tv, piuttosto ''un assistente digitale che risponde ai bisogni di tutti i giorni''. Dal Pino presentera' il piano industriale di Wind ad aprile e nell'intervista afferma che ''Wind e' una societa' con forti potenzialita' e ci sono ampi margini di miglioramento''. Il management sta lavorando sul miglioramento delle operazioni di rete e information technology, ''puntiamo anche a una maggiore efficienza nella gestione dei clienti, nel marketing, nei tempi di lancio dei servizi e nel controllo dei costi''.

Sul capitolo Umts, Dal Pino rileva che ''paradossalmente il fatto di essere ultimi e' oggi un vantaggio. Ad esempio realizzare la rete umts ci costa la meta' rispetto a un anno fa''. Dal Pino poi riconosce che in questo momento le societa' di tlc siano ovunque penalizzate. In Italia in particolare il mercato delle tlc e' capital intensive e ormai saturo con una penetrazione del mobile oltre il 110% della popolazione. Sarebbe forse utile che tutti gli operatori avviino una riflessione congiunta sul futuro del sistema e sulle condizioni della sua tenuta''. Sulle responsabilita' degli operatori, Dal Pino rileva ad esempio che le societa' hanno speso 2,5 miliardi di euro per le licenze umts e 2-3 miliardi per la rete. ''Anziche' valorizzare quegli investimenti vediamo un fiorire di iniziative che li deprimono'' come le politiche di vendite sussidiate di telefonini e campagne commerciali che ''definire aggressive e' ancora poco''. Infine sull'offerta di sempre piu' servizi multimediali sul cellulare, l'a.d. di Wind afferma che certamente c'e' una nicchia di pubblico interessata a vedere la tv sul telefonino. ''Ma e' una nicchia. Persino servizi molto popolari come sms e mms non valgono piu' del 10% del mercato''.


Dagospia 28 Febbraio 2006