C'È UN NUOVO COLOSSO USA MOLTO "HOT" SUL MERCATO DEGLI ACQUISTI A WALL STREET: TIME INC. (134 PERIODICI, 350 MILIONI DI COPIE) - LE STIME DI MERCATO SONO FRA I 7 E I 10 MILIARDI DI DOLLARI - NEL GRUPPO ORMAI LA PARTE DEL LEONE LA FA LA DIVISIONE CAVO.

Mario Platero per il Sole 24 Ore

C'è un nuovo simbolo americano molto "hot" sul mercato degli acquisti a Wall Street: Time Inc., un gioiellino che, oltre all'omonimo settimanale include secondo l'ultimo conteggio di ieri altri 134 titoli, da People, a Fortune a Sports Illustrated, tutti numero uno nel loro settore specifico. Ufficialmente Time Warner, che controlla Time Inc. non conferma le ipotesi di cessione dei periodici. E sappiamo che il vecchio vate della finanza americana, Warren Buffett, ha chiamato Dick Parsons, l'amministratore delegato di Time Warner per suggerirgli di non privarsi di un "assett" così prezioso.

Prezioso davvero: complessivamente si stima una vendita di 350 milioni di copie, il controllo di un quarto del mercato pubblicitario dei periodici in America, un fatturato di circa 5 miliardi di dollari all'anno e un flusso di visitatori di 19 milioni di persone al mese. La divisione periodici potrebbe essere resa più efficiente di quello che è, ma si procede con difficoltà sia per problemi sindacali che di tradizione, tanto più che il gruppo nel suo insieme, guidato da Ann Moore, macina profitti, ha liquidità molto buona e controlla marchi storici di grande valore. Risultato: i più interessati all'acquisto sono i fondi di private equity, che cercano proprio tipologie simili, invece di gruppi concorrenziali nel settore impegnati a loro volta in operazioni di riorganizzazione strategica.

E al «Sole 24 Ore» risulta che un po' tutti siano pronti sulla linea di partenza. Risulta anche che vi sia stato qualche approccio diretto e che per ora vi siano differenze sul prezzo. Le stime di mercato sono fra i 7 e i 10 miliardi di dollari. E Time Warner,che ha oggi una capitalizzazione di circa 80 miliardi di dollari e un giro d'affari di circa 44 miliardi di dollari punta alla richiesta più elevata, «altrimenti non se ne parla».



Parsons sa bene che assicurarsi un cespite patrimoniale come il gruppo Time Inc. diventa per i private equity una questione di orgoglio e preferisce incoraggiare un'asta. Alcuni dei fondi, ad esempio Carlyle, hanno già organizzato anche la squadra per condurre l'operazione: Norman Peralstine, ex giornalista, ex direttore di Time ed ex capo del gruppo Time Inc, ha lasciato il giornalismo ed è passato al private equity, appunto a Carlyle, con l'incarico preciso, dicono i bene informati, di coordinare l'operazione Time Inc.

Ma quel che più colpisce è la rapidità con cui è cambiato il contesto strategico per un gruppo integrato che opera nel settore del Media & Entertainment come Time Warner. Fino a dieci anni fa, il nome stesso doveva essere il simbolo di una copertura a tutto campo del settore, dai periodici a Hollywood. Ma nel gruppo ormai la parte del leone su un fatturato di 44 miliardi di dollari la fa la divisione cavo.

La conclusione dei vertici è chiara: pur essendo il gruppo periodici in ottime condizioni di salute, costituisce anche un immobilizzo di capitale che potrebbe essere destinato ad investimenti con ben altre probabilità di crescita rispetto a quelle dei periodici, soprattutto per il mercato americano. Solo questione di tempo, dunque? Forse. Intanto, per stimolare l'interesse, Time Inc. ha già venduto lo scorso gennaio 18 riviste di sport o molto mirate, come Baby Talks al gruppo svedese Bonnier.



Dagospia 25 Aprile 2007