DE BENEDETTI: MAI VISTA UNA CRISI COSÌ - SE LA BORSA NON VESTE PRADA - CROFF: NO BPM - IL PETROLIO AUMENTA, LO STATO INCASSA - SOCIETE GENERALE RIVELA MAXI FRODE - BOLLORÉ: NON ENTRO IN "LE MONDE".
1 - CROFF: NON SONO INTERESSATO A PRESIDENZA DELLA BPM.
(Ansa) - 'Non sono interessato alla presidenza della Bpm o a qualche posto in cda, porto avanti questa iniziativa per spirito di servizio e per arrivare a una revisione della governance che ora permette all'1,7% dei soci (in particolare i soci-dipendenti, ndr) di decidere sulle scelte strategiche di maggiore importanza'. Cosi' Davide Croff, ex numero uno di Bnl spiega l'obiettivo della neonata associazione di azionisti dell'istituto milanese, 'Bpm 360 gradi', di cui e' presidente e che nasce per iniziativa del fondo Amber Capital, socio della banca dal 2001 con oltre il 2% del capitale.
'Con Mazzotta siamo in ottimi rapporti' ha aggiunto Croff, secondo cui l'associazione non nasce 'contro i dirigenti, la banca, i sindacati o le popolari, ma e' solo attraverso un'azione dall'interno che si puo' arrivare a un'azione efficace che permetta a tutti gli stakeholder di avere una presenza negli organi della banca' e che permetta di 'superare l'impasse strategica' in cui si trova la Bpm.
2 - CHE MANNA PER IL GOVERNO IL CAROGREGGIO.
Anna Maria Angelone per "Panorama" in edicola domani - Aiuti insperati Tra il 2002 e il 2007 l'aumento del prezzo del petrolio ha fruttato alle casse dello Stato 11,7 miliardi di euro in più grazie al maggiore gettito fiscale. In base ai calcoli del centro studi Sintesi per "Panorama", 6,4 miliardi di euro in più sono arrivati dai balzelli sulla benzina, 4,8 miliardi di euro da quelli sul gasolio e 501 milioni dal gasolio da riscaldamento. Rispetto al 2001, quando i prezzi dei carburanti erano più bassi degli attuali, oggi lo Stato guadagna (tramite iva e accisa) 8,4 centesimi in più su ogni litro di benzina, 9,5 su ogni litro di gasolio auto e 6,7 su ogni litro di gasolio da riscaldamento.
3 - I BENETTON CREDONO SOPRATTUTTO IN SE STESSI.
Da "Il Sole 24 Ore" - Dopo Atlantia, che ha richiesto un maxi investimento di 450 milioni di euro, ora i Benetton puntano il mirino verso Benetton e Autogrill. In poco più di un mese la famiglia di Ponzano Veneto ha investito 55 milioni sui due storici business. Portando così complessivamente a quasi 500 milioni i denari puntati negli ultimi sei mesi sulla galassia di proprietà.
Evidentemente, con i chiari di luna di Borsa di queste ultime settimane, la famiglia è convinta che non esiste business più sicuro di quello da sempre in portafoglio.Tanto che dall'11 dicembre 2007 ad oggi Schematren-taquattro, il veicolo attraverso il quale Treviso tiene le redini di Autogrill, ha messo sul piatto circa 46 milioni per assicurarsi complessivamente 4,13 milioni di titoli della compagnia di ristorazione retail, pari all'1,6% del capitale.
4 - DE BENEDETTI: MAI VISTA UNA CRISI COSI', FATE CASSA.
(Agi) - "Non ho mai visto una crisi cosi'. Le altre erano tutte localizzate geograficamente (come la 'Tequila crisis') o riguardavano singole entita' (quella di Ltcm). Questa e' una crisi che riguarda tutto il sistema bancario e finanziario". L'imprenditore Carlo De Benedetti e' a Davos per partecipare a un tavolo di dialogo Ue-Israele a margine dei lavori del World Economic Forum e commenta cosi' la turbolenza dei mercati seguita alla crisi dei 'subprime' Usa. "Le banche sono il sistema linfatico dell'economia e non sono quindi arginabili con riduzioni di tassi che spaventano piu' che incoraggiare", afferma con una frecciata alla riduzione a sorpresa della Fed che "non si capisce perche'abbia agito cosi".
Sara' comunque, spiega il finanziere italiano "una crisi lunga, una crisi di sistema". E gli investitori dovranno per questo organizzarsi. "Io farei cassa in questo momento - consiglia suggerendo di mantenersi liquidi - al massimo investirei in buoni del Tesoro, come Bund tedeschi o Treasury Usa. Preferirei comunque i titoli in euro operando nell'eurozona. Il prossimo passo, prevede De Benedetti, sara' sicuramente la crisi dellf carte di credito per le quali non e'escluso un default soprattutto in Usa dove il credito al consumo e' di propozioni enormi.
5 - BCE, BINI SMAGHI: SORPRENDE PROPOSTA NORME CHE MINANO INDIPENDENZA.
(Adnkronos) - "A volte puo' sembrare che le banche centrali siano ossessionate dalla questione dell'indipendenza che dovrebbe sembrare ormai acquisita eppure e' sorprendente quanto spesso ancora, dieci anni dopo l'avvio dell'unione monetaria, vengono proposte norme a livello nazionale che minano in qualche modo l'indipendenza delle banche centrali e in particolare dal punto di vista dell'indipendenza funzionale, istituzionale, personale e finanziaria". A sostenerlo e' l'esponente del Comitato esecutivo della Banca centrale europea Lorenzo Bini Smaghi intervenuto al convegno 'La Bce: un nuovo attore sulla scena internazionale' all'universita' Cattolica di Milano.
Nel corso del suo intervento Bini Smaghi ha ricordato che "nonostante le discussioni che si sono svolte in varie sedi in parallelo al dibattito istituzionale e le posizioni prese da accademici, commentatori, esponenti politici, tutti i documenti ufficiali predisposti in questi anni, dalla Convenzione al Trattato di Lisbona, hanno sempre chiaramente ribadito la volonta' politica di dotare la Bce e le banche centrali nazionali di una forte indipendenza". A questo proposito Bini Smaghi ha ricordato come il Trattato di Lisbona rafforzi la posizione della Bce in vari modi riconoscendogli lo stato di istituzione dell'Unione "alla pari con il Consiglio, la Commissione e il Parlamento, anche se con uno status giuridico proprio".
6 - SE LA BORSA NON VESTE PRADA.
Massimo Mucchetti per il "Corriere della Sera Magazine" - Prada si quoterà in Borsa entro la prima metà del 2008 nonostante le attuali difficoltà dei titoli del lusso e della moda. Lo scrive il "Wall Street Journal". C'è da crederci? La volta precedente Miuccia Prada e Patrizio Bertelli persero il treno perché pretendevano un prezzo da boom quando il boom si stava esaurendo. Rimasero coi debiti sulle spalle, frutto avvelenato di un'espansione troppo coraggiosa. Anche stavolta l'opera¬zione viaggia sul filo del rasoio per l'involuzione dell'economia.
Se le nubi sui consumi non si diraderanno e le Borse continueranno a vedere nero, il collocamento dipenderà molto dalla capacità della proprietà di trovare un compromesso accettabile tra le sue esigenze e quelle dell'azienda. Nel 2006 i debiti gravano ancora per oltre mezzo miliardo sul gruppo e per una cifra non trascurabile anche sulle persone.
L'azienda Prada avrebbe bisogno di un aumento di capitale, i proprietari di vendere titoli.
Tra questi c'è anche Intesa Sanpaolo, che ha un 4,73% pagato 100 milioni in base a una valutazione globale del gruppo Prada, debito compreso, di 2,8 miliardi. Nel 2006 Prada ottenne un margine operativo lordo di 233 milioni, come Hugo Boss, il gioiello di Valentino Fashion Group. Oggi il valore dell'impresa tedesca (capitalizzazione di Borsa più il piccolo debito) non arriva a 2,5 miliardi, meno di 10 volte il margine, che l'anno scorso è aumentato. Anche Prada, assai forte nel settore remunerativo degli accessori, sta facendo bene. Ma con un maggior debito sulle spalle non sarà agevole strappare prezzi migliori per le azioni. Specialmente se i soci vorranno tutto per sé.
7 - A DAVOS TUTTI DA SOROS PER STRAPPARGLI UN CONSIGLIO.
Da "Panorama" in edicola domani - L'altalena delle borse si riverbera sul World economic forum di Davos. Protagonista dell'incontro è il Blackberry: economisti come Nouriel Roubini e banchieri giunti in Svizzera da tutto il mondo non staccano gli occhi un attimo dagli indici di borsa. E fanno a gara per partecipare al pranzo in onore di George Soros per strappargli una previsione su quanto sta accadendo all'economia mondiale.
8 - L'OTTIMISMO DI SHIRO SULLE NEVI DI DAVOS.
L.Te. per "Il Sole 24 Ore" - A James Schiro, chief executive officer del gruppo assicurativo Zurich Financial Services tocca andare controcorrente in quel di Davos. Nel World Economic Forum della cittadina grigionese quest'anno molti economisti e top manager made in Usa sono preoccupati, critici e persino autocritici per la crisi innescata dall'immobiliare a rischio e per il contagio nelle Borse.
Sarà perché guida un gruppo svizzero, sarà per sua personale convinzione, fatto sta che l'americano Schiro si è distanziato dal coro. «Recessione o rallentamento Usa che sia, l'economia globale reggerà.La caduta del-le Borse? Fa male, ma crea anche buone occasioni d'acquisto, è chiaro », ha affermato il ceo di Zurich, aggiungendo che il suo gruppo ha un'esposizione non eccessiva su subprime e dintorni. Tempra da combattente, ispirazione non conformista. Speriamo abbia ragione lui, americano ottimista e controcorrente.
9 - SOCIETE GENERALE RIVELA MAXI FRODE E ANNUNCIA AUMENTO CAPITALE DA 5,5 MLD EURO.
(Adnkronos) - Il titolo Societe Generale, la seconda banca francese per capitalizzazione di mercato, e' stato sospeso dalle contrattazioni sulla borsa di Parigi dopo aver annunciato un aumento di capitale da 5,5 miliardi di euro per coprire il 'buco' da 4,9 miliardi di euro causato da uno dei suoi trader. Ieri il titolo aveva chiuso gli scambi in calo del 4,1% a 79,08 euro pari al livello piu' basso dal maggio 2005. Dall'inizio dell'anno il titolo e' gia' sceso del 20%.
Societe Generale ha inoltre aggiunto che contabilizzera' 2,05 miliardi di euro in svalutazioni legate al segmento del subprime. La compagnia nel 2007 registrera' tuttavia utili tra i 600 e gli 800 milioni di euro e distribuira' un dividendo del 45%. La banca ha rivelato come il presidente Daniel Bouton abbia presentato le sue dimissioni davanti al cda che sono state pero' respinte.
10 - BBVA: NON SIAMO INTERESSATI A RILEVARE SOCGEN.
(Agi/Reuters) - Bbva non e' interessata a rilevare la banca francese Societe' Generale che ha appena denunciato una frode che le causera' perdite per 4,9 miliardi di euro. Lo ha detto il presidente dell'istituto spagnolo, Francisco Gonzales, nel corso della presentazione dei risultati trimestrali. "L'unica cosa che ci interessa e' andare avanti con il nostro lavoro - ha detto Gonzales -. Sarebbe troppo presto per cambiare la nostra politica a causa di un evento come questo. Non faremmo mai un'operazione opportunistica per trarre vantaggio da una situazione come questa". Gonzales si e' detto sorpreso della saga che vede protagonista Societe' Generale e ha detto che Bbva puo' trarne insegnamento.
11 - BOLLORE': NESSUNA INTENZIONE DI ENTRARE IN "LE MONDE".
(Apcom) - L'uomo d'affari Vincent Bolloré, il cui gruppo è sempre più impegnato sul fronte dei media, parlando oggi ha escluso di aver intenzione di entrare nel capitale del giornale Le Monde. Bollorè ha infatti aggiunto di "non aver alcuna intenzione a diventare socio di minoranza con chi che sia".
Precisando la sua posizione, Bollorè ha detto che secondo la sua strategia mentre è del tutto possibile "stringere accordi industriali con terze parti" il gruppo non è interessato a "assumere partecipazioni finaziari". Il gruppo Bollorè e il gruppo Le Monde sono già coinvolti in un'impresa comune avendo creato il quotidiano gratuito matinPlus, controllato al 70% da Bollorè e al 30% da Le Monde.
12 - BAIDU IL CINESE E LA RETE GIAPPONESE.
R.Fi. per "Il Sole 24 Ore" - Ai più, l'idea che un motore di ricerca cinese tenti la conquista della grande Rete giapponese potrebbe sembrare un fatto come altri. Se non altro perché può immaginarsi una certa «assonanza » di lingua. Nulla di più sbagliato. In primis il mandarino, la parlata ufficiale di Beijng, nonostante gli ideogrammi, è quanto di più distante possa esserci dal Nihongo di Tokyo. Un altro mondo con cui il «search engine» Baidù sarà costretto a confrontarsi Ma non basta. La web company del paese del Drago dovrà fare in conti anche con due temibili concorrenti: Yahoo Japan e Google Japan . Un compito difficile, tanto che diversi analisti sono scettici sulle possibilità di Baidu di diventare il terzo motore di ricerca del Sol Levante. L'unica possibilità? L'alleanza con una grande telecom nipponica.
Dagospia 24 Gennaio 2008
(Ansa) - 'Non sono interessato alla presidenza della Bpm o a qualche posto in cda, porto avanti questa iniziativa per spirito di servizio e per arrivare a una revisione della governance che ora permette all'1,7% dei soci (in particolare i soci-dipendenti, ndr) di decidere sulle scelte strategiche di maggiore importanza'. Cosi' Davide Croff, ex numero uno di Bnl spiega l'obiettivo della neonata associazione di azionisti dell'istituto milanese, 'Bpm 360 gradi', di cui e' presidente e che nasce per iniziativa del fondo Amber Capital, socio della banca dal 2001 con oltre il 2% del capitale.
'Con Mazzotta siamo in ottimi rapporti' ha aggiunto Croff, secondo cui l'associazione non nasce 'contro i dirigenti, la banca, i sindacati o le popolari, ma e' solo attraverso un'azione dall'interno che si puo' arrivare a un'azione efficace che permetta a tutti gli stakeholder di avere una presenza negli organi della banca' e che permetta di 'superare l'impasse strategica' in cui si trova la Bpm.
2 - CHE MANNA PER IL GOVERNO IL CAROGREGGIO.
Anna Maria Angelone per "Panorama" in edicola domani - Aiuti insperati Tra il 2002 e il 2007 l'aumento del prezzo del petrolio ha fruttato alle casse dello Stato 11,7 miliardi di euro in più grazie al maggiore gettito fiscale. In base ai calcoli del centro studi Sintesi per "Panorama", 6,4 miliardi di euro in più sono arrivati dai balzelli sulla benzina, 4,8 miliardi di euro da quelli sul gasolio e 501 milioni dal gasolio da riscaldamento. Rispetto al 2001, quando i prezzi dei carburanti erano più bassi degli attuali, oggi lo Stato guadagna (tramite iva e accisa) 8,4 centesimi in più su ogni litro di benzina, 9,5 su ogni litro di gasolio auto e 6,7 su ogni litro di gasolio da riscaldamento.
3 - I BENETTON CREDONO SOPRATTUTTO IN SE STESSI.
Da "Il Sole 24 Ore" - Dopo Atlantia, che ha richiesto un maxi investimento di 450 milioni di euro, ora i Benetton puntano il mirino verso Benetton e Autogrill. In poco più di un mese la famiglia di Ponzano Veneto ha investito 55 milioni sui due storici business. Portando così complessivamente a quasi 500 milioni i denari puntati negli ultimi sei mesi sulla galassia di proprietà.
Evidentemente, con i chiari di luna di Borsa di queste ultime settimane, la famiglia è convinta che non esiste business più sicuro di quello da sempre in portafoglio.Tanto che dall'11 dicembre 2007 ad oggi Schematren-taquattro, il veicolo attraverso il quale Treviso tiene le redini di Autogrill, ha messo sul piatto circa 46 milioni per assicurarsi complessivamente 4,13 milioni di titoli della compagnia di ristorazione retail, pari all'1,6% del capitale.
4 - DE BENEDETTI: MAI VISTA UNA CRISI COSI', FATE CASSA.
(Agi) - "Non ho mai visto una crisi cosi'. Le altre erano tutte localizzate geograficamente (come la 'Tequila crisis') o riguardavano singole entita' (quella di Ltcm). Questa e' una crisi che riguarda tutto il sistema bancario e finanziario". L'imprenditore Carlo De Benedetti e' a Davos per partecipare a un tavolo di dialogo Ue-Israele a margine dei lavori del World Economic Forum e commenta cosi' la turbolenza dei mercati seguita alla crisi dei 'subprime' Usa. "Le banche sono il sistema linfatico dell'economia e non sono quindi arginabili con riduzioni di tassi che spaventano piu' che incoraggiare", afferma con una frecciata alla riduzione a sorpresa della Fed che "non si capisce perche'abbia agito cosi".
Sara' comunque, spiega il finanziere italiano "una crisi lunga, una crisi di sistema". E gli investitori dovranno per questo organizzarsi. "Io farei cassa in questo momento - consiglia suggerendo di mantenersi liquidi - al massimo investirei in buoni del Tesoro, come Bund tedeschi o Treasury Usa. Preferirei comunque i titoli in euro operando nell'eurozona. Il prossimo passo, prevede De Benedetti, sara' sicuramente la crisi dellf carte di credito per le quali non e'escluso un default soprattutto in Usa dove il credito al consumo e' di propozioni enormi.
5 - BCE, BINI SMAGHI: SORPRENDE PROPOSTA NORME CHE MINANO INDIPENDENZA.
(Adnkronos) - "A volte puo' sembrare che le banche centrali siano ossessionate dalla questione dell'indipendenza che dovrebbe sembrare ormai acquisita eppure e' sorprendente quanto spesso ancora, dieci anni dopo l'avvio dell'unione monetaria, vengono proposte norme a livello nazionale che minano in qualche modo l'indipendenza delle banche centrali e in particolare dal punto di vista dell'indipendenza funzionale, istituzionale, personale e finanziaria". A sostenerlo e' l'esponente del Comitato esecutivo della Banca centrale europea Lorenzo Bini Smaghi intervenuto al convegno 'La Bce: un nuovo attore sulla scena internazionale' all'universita' Cattolica di Milano.
Nel corso del suo intervento Bini Smaghi ha ricordato che "nonostante le discussioni che si sono svolte in varie sedi in parallelo al dibattito istituzionale e le posizioni prese da accademici, commentatori, esponenti politici, tutti i documenti ufficiali predisposti in questi anni, dalla Convenzione al Trattato di Lisbona, hanno sempre chiaramente ribadito la volonta' politica di dotare la Bce e le banche centrali nazionali di una forte indipendenza". A questo proposito Bini Smaghi ha ricordato come il Trattato di Lisbona rafforzi la posizione della Bce in vari modi riconoscendogli lo stato di istituzione dell'Unione "alla pari con il Consiglio, la Commissione e il Parlamento, anche se con uno status giuridico proprio".
6 - SE LA BORSA NON VESTE PRADA.
Massimo Mucchetti per il "Corriere della Sera Magazine" - Prada si quoterà in Borsa entro la prima metà del 2008 nonostante le attuali difficoltà dei titoli del lusso e della moda. Lo scrive il "Wall Street Journal". C'è da crederci? La volta precedente Miuccia Prada e Patrizio Bertelli persero il treno perché pretendevano un prezzo da boom quando il boom si stava esaurendo. Rimasero coi debiti sulle spalle, frutto avvelenato di un'espansione troppo coraggiosa. Anche stavolta l'opera¬zione viaggia sul filo del rasoio per l'involuzione dell'economia.
Se le nubi sui consumi non si diraderanno e le Borse continueranno a vedere nero, il collocamento dipenderà molto dalla capacità della proprietà di trovare un compromesso accettabile tra le sue esigenze e quelle dell'azienda. Nel 2006 i debiti gravano ancora per oltre mezzo miliardo sul gruppo e per una cifra non trascurabile anche sulle persone.
L'azienda Prada avrebbe bisogno di un aumento di capitale, i proprietari di vendere titoli.
Tra questi c'è anche Intesa Sanpaolo, che ha un 4,73% pagato 100 milioni in base a una valutazione globale del gruppo Prada, debito compreso, di 2,8 miliardi. Nel 2006 Prada ottenne un margine operativo lordo di 233 milioni, come Hugo Boss, il gioiello di Valentino Fashion Group. Oggi il valore dell'impresa tedesca (capitalizzazione di Borsa più il piccolo debito) non arriva a 2,5 miliardi, meno di 10 volte il margine, che l'anno scorso è aumentato. Anche Prada, assai forte nel settore remunerativo degli accessori, sta facendo bene. Ma con un maggior debito sulle spalle non sarà agevole strappare prezzi migliori per le azioni. Specialmente se i soci vorranno tutto per sé.
7 - A DAVOS TUTTI DA SOROS PER STRAPPARGLI UN CONSIGLIO.
Da "Panorama" in edicola domani - L'altalena delle borse si riverbera sul World economic forum di Davos. Protagonista dell'incontro è il Blackberry: economisti come Nouriel Roubini e banchieri giunti in Svizzera da tutto il mondo non staccano gli occhi un attimo dagli indici di borsa. E fanno a gara per partecipare al pranzo in onore di George Soros per strappargli una previsione su quanto sta accadendo all'economia mondiale.
8 - L'OTTIMISMO DI SHIRO SULLE NEVI DI DAVOS.
L.Te. per "Il Sole 24 Ore" - A James Schiro, chief executive officer del gruppo assicurativo Zurich Financial Services tocca andare controcorrente in quel di Davos. Nel World Economic Forum della cittadina grigionese quest'anno molti economisti e top manager made in Usa sono preoccupati, critici e persino autocritici per la crisi innescata dall'immobiliare a rischio e per il contagio nelle Borse.
Sarà perché guida un gruppo svizzero, sarà per sua personale convinzione, fatto sta che l'americano Schiro si è distanziato dal coro. «Recessione o rallentamento Usa che sia, l'economia globale reggerà.La caduta del-le Borse? Fa male, ma crea anche buone occasioni d'acquisto, è chiaro », ha affermato il ceo di Zurich, aggiungendo che il suo gruppo ha un'esposizione non eccessiva su subprime e dintorni. Tempra da combattente, ispirazione non conformista. Speriamo abbia ragione lui, americano ottimista e controcorrente.
9 - SOCIETE GENERALE RIVELA MAXI FRODE E ANNUNCIA AUMENTO CAPITALE DA 5,5 MLD EURO.
(Adnkronos) - Il titolo Societe Generale, la seconda banca francese per capitalizzazione di mercato, e' stato sospeso dalle contrattazioni sulla borsa di Parigi dopo aver annunciato un aumento di capitale da 5,5 miliardi di euro per coprire il 'buco' da 4,9 miliardi di euro causato da uno dei suoi trader. Ieri il titolo aveva chiuso gli scambi in calo del 4,1% a 79,08 euro pari al livello piu' basso dal maggio 2005. Dall'inizio dell'anno il titolo e' gia' sceso del 20%.
Societe Generale ha inoltre aggiunto che contabilizzera' 2,05 miliardi di euro in svalutazioni legate al segmento del subprime. La compagnia nel 2007 registrera' tuttavia utili tra i 600 e gli 800 milioni di euro e distribuira' un dividendo del 45%. La banca ha rivelato come il presidente Daniel Bouton abbia presentato le sue dimissioni davanti al cda che sono state pero' respinte.
10 - BBVA: NON SIAMO INTERESSATI A RILEVARE SOCGEN.
(Agi/Reuters) - Bbva non e' interessata a rilevare la banca francese Societe' Generale che ha appena denunciato una frode che le causera' perdite per 4,9 miliardi di euro. Lo ha detto il presidente dell'istituto spagnolo, Francisco Gonzales, nel corso della presentazione dei risultati trimestrali. "L'unica cosa che ci interessa e' andare avanti con il nostro lavoro - ha detto Gonzales -. Sarebbe troppo presto per cambiare la nostra politica a causa di un evento come questo. Non faremmo mai un'operazione opportunistica per trarre vantaggio da una situazione come questa". Gonzales si e' detto sorpreso della saga che vede protagonista Societe' Generale e ha detto che Bbva puo' trarne insegnamento.
11 - BOLLORE': NESSUNA INTENZIONE DI ENTRARE IN "LE MONDE".
(Apcom) - L'uomo d'affari Vincent Bolloré, il cui gruppo è sempre più impegnato sul fronte dei media, parlando oggi ha escluso di aver intenzione di entrare nel capitale del giornale Le Monde. Bollorè ha infatti aggiunto di "non aver alcuna intenzione a diventare socio di minoranza con chi che sia".
Precisando la sua posizione, Bollorè ha detto che secondo la sua strategia mentre è del tutto possibile "stringere accordi industriali con terze parti" il gruppo non è interessato a "assumere partecipazioni finaziari". Il gruppo Bollorè e il gruppo Le Monde sono già coinvolti in un'impresa comune avendo creato il quotidiano gratuito matinPlus, controllato al 70% da Bollorè e al 30% da Le Monde.
12 - BAIDU IL CINESE E LA RETE GIAPPONESE.
R.Fi. per "Il Sole 24 Ore" - Ai più, l'idea che un motore di ricerca cinese tenti la conquista della grande Rete giapponese potrebbe sembrare un fatto come altri. Se non altro perché può immaginarsi una certa «assonanza » di lingua. Nulla di più sbagliato. In primis il mandarino, la parlata ufficiale di Beijng, nonostante gli ideogrammi, è quanto di più distante possa esserci dal Nihongo di Tokyo. Un altro mondo con cui il «search engine» Baidù sarà costretto a confrontarsi Ma non basta. La web company del paese del Drago dovrà fare in conti anche con due temibili concorrenti: Yahoo Japan e Google Japan . Un compito difficile, tanto che diversi analisti sono scettici sulle possibilità di Baidu di diventare il terzo motore di ricerca del Sol Levante. L'unica possibilità? L'alleanza con una grande telecom nipponica.
Dagospia 24 Gennaio 2008