L'ALITALIA MUORE, L'ITALIA TIRA LE CUOIA E VELTRONI SALOTTEGGIA A NEW YORK
CON LA SEXY BETANCOURT (LA VELINA 'BEAUTY-FARC') SCODELLA IL SUO ROMANZETTO
IL KENNEDY ALL'AMATRICIANA SE LA RIDE DEL FLOP DI 'VOLANINNO' (SODALE DI D'ALEMA)
CON LA SEXY BETANCOURT (LA VELINA 'BEAUTY-FARC') SCODELLA IL SUO ROMANZETTO
IL KENNEDY ALL'AMATRICIANA SE LA RIDE DEL FLOP DI 'VOLANINNO' (SODALE DI D'ALEMA)
1 - WALTER TITANIC/1
Carlo Rossella per "Il Foglio" - Central Park W. Il capitalismo è appena crollato. Gran festa glitterata a casa Monda per Walter Veltroni e il suo "The discovery of dawn". Due Kennedy girls, Ingrid Betancourt, James Ivory, Salman Rushdie. No Sarah Palin. Chianti molto, molto rosso. Omar Pamuk è tifoso del Fenerbahce, non del Galatasaray. Tutti stanno per Obama, tranne la padrona di casa.
2 - WALTER TITANIC/2
Maurizio Molinari per "La Stampa"
Prima in libreria su Broadway Avenue con Kathleen Kennedy e Ingrid Betancourt, poi a cena lungo Central Park West con Salman Rushdie, Orhan Pamuk, Merrill Block e tanti altri ancora: per una giornata Walter Veltroni ha tenuto banco nell'Upper West Side di Manhattan fra scrittori, volti di spicco della galassia liberal e newyorkesi qualunque.
Alle 19 l'appuntamento è al secondo piano della libreria Barnes & Nobles. Sono circa un centinaio i newyorkesi venuti ad ascoltare il «former Mayor of Rome» nelle vesti di scrittore per il lancio di «The Discovery of Dawn», edizione americana del suo «La scoperta dell'alba». A presentarlo è Kathleen Kennedy Townsend, figlia maggiore di Bob, come un «uomo che comprende i dolori e le difficoltà della vita» oltre ad aver «trasformato la politica in Italia».
Veltroni le risponde con un omaggio al padre assassinato 40 anni fa a Los Angeles: «Senza Robert Kennedy non sarei me stesso». Non a caso nel libro è nascosta la citazione di Shakespeare che Robert lesse nel 1964 ricordando il fratello John assassinato a Dallas. «Se c'è un significato politico del mio libro, è l'odio assoluto nei confronti del terrorismo» aggiunge il leader del Pd mentre in prima fila è seduta Ingrid Betancourt, reduce da oltre sei anni di prigionia nelle mani della guerriglia colombiana.
Con il pubblico in fila per farsi autografare il libro, Veltroni subisce domande a raffica dai lettori come neanche un'ora più tardi avviene da parte di scrittori e registi nel salotto di Antonio Monda, il docente di cinema della New York University, descritto dalla «Book Review» del «New York Times» come «il luogo da frequentare» in città.
Il parterre è quello delle grandi occasioni, ma l'ambiente è molto informale. Cena in piedi con menu misto di pasta italiana e delicatezze giamaicane di Jacquie, moglie di Monda. Oltre a Pamuk, Rushdie e al giovane Stefan Merrill Block vi sono Patrick McGrath, Paula Fox, James Ivory, Cathleen Schine, Gay Talese, Amy H. Homes come anche Victor Navasky, direttore di «Nation», e Paul Berman, autore di «Terror and Liberalism». A spiccare fra tutti, qui come era avvenuto in libreria, è ancora la figlia di Bob Kennedy.
Con Veltroni il dialogo è intenso, ad ampio raggio. Si parte dall'Africa. «Mia figlia sta facendo una tesi sul ruolo della Cina in Africa - esordisce lei - che desta timori perché i cinesi vanno, sfruttano molto peggio di noi occidentali e poi lasciano indietro problemi più grandi di prima». Veltroni assicura di aver visto i segni della presenza cinese durante il soggiorno in Guinea Conakry e Costa d'Avorio e da lì il passo è breve per dire che «potremmo andare assieme in Africa». «Sarebbe un viaggio interessante» aggiunge la Kennedy, prima di passare a parlare di Obama.
«Se vince Barack cambia tutto, anche in Europa» sostiene Veltroni, ma la Kennedy è prudente sul risultato, teme gli sgambetti di Hillary al candidato democratico e rilancia sull'Italia, chiedendogli: «Come ha fatto a liberarsi dell'estrema sinistra?». La veloce ricostruzione della nascita del Pd attira l'attenzione anche di Paula Fox, Paul Berman e del giovane Block. Un po' tutti vogliono sapere «quando cadrà Berlusconi?» ma Veltroni, fedele alla veste di autore, non si sbilancia in previsioni preferendo parlare dell'Election Day. A serata finita la Kennedy trae le conclusioni: «Sono uomini come Veltroni che possono cambiare l'Europa, Barack deve vincere anche per loro».
3 - WALTER TITANIC/3
Giorgio C. Morelli per Il Giornale
Poteva risparmiare tempo e soldi nel presentare il suo romanzo «La scoperta dell'alba», tradotto in inglese, «The discovery of dawn», in qualche libreria di Vicenza o di Pescara. Avrebbe avuto più successo di pubblico e di copie vendute. Veltroni ha scelto invece la prestigiosa libreria di Barnes&Nobel nell'elegante Upper westside di Manhattan con risultati modesti: la piccola sala era piena, ma c'erano appena un centinaio di persone, quasi tutti italiani.
Al massimo, i lettori americani presenti erano una dozzina, incuriositi dal fatto che a presentare il libro c'era una Kennedy famosa: Kathleen, figlia del senatore Bob ammazzato nel '68. La quale ha un triste primato, come amano ricordare i repubblicani: è l'unica Kennedy ad aver perso un'elezione in 60 anni: due anni fa, nelle votazioni per diventare governatrice del Maryland.
Pubblico newyorchese quasi tutto italiano per «The discovery of the dawn», e per di più con una ventina di giornalisti italiani e ben tre troupe della Rai: Tg1, Tg2 e Tg3, pronti per l'intervista di rito dopo le fatiche veltroniane con la lingua inglese che non conosce e non parla, tanto che c'e' stato bisogno di un'interprete per far conoscere il pensiero del leader del Pd ai pochi americani presenti.
Nessun giornalista newyorchese e nessuna tv americana era presente. In compenso, Veltroni ha avuto una graditissima sorpresa: la presenza di Ingrid Betancourt, molto elegante e con un volto radioso (nonostante i sei anni di prigionia). La vendita dei libri autografati ad personam dall'ex sindaco di Roma è stata molto modesta: sicuramente un record negativo per la libreria più famosa e frequentata di Manhattan. Appena 25 copie vendute. Il direttore della libreria aveva più volte sollecitato i presenti dicendo che erano a disposizione solo poche copie del romanzo in inglese di Veltroni.
Purtroppo per il leader del Pd, alla fine dell'incontro-presentazione con i lettori americani, ben 26 libri sono rimasti invenduti: una pila di volumi ben visibili che il direttore della libreria ha celermente spostato di qualche metro, mentre erano accese le telecamere della Rai. Se vogliamo fare un paragone con la Clinton, in questa libreria di Manhattan la senatrice democratica ha acconsentito tre anni fa di autografare soltanto mille copie del suo ultimo libro ed è uscita con il braccio indolenzito.
Va riconosciuto al leader del Pd di essersi rifiutato di rispondere a domande sulla politica italiana e su Berlusconi. «Sono qui per parlare del mio libro e basta», ha ripetuto più volte Veltroni, che ha appena comprato un piccolo ed elegante appartamento a Manhattan. Forse invece che in Africa si ritirerà un giorno a New York.
Dagospia 19 Settembre 2008