JP MORGAN E INTESA (MICCICHÈ) ERANO AL CORRENTE DEI MORATTI "GONFIATI"?
CHI "AMA" L'ALITALIA - LA CUCCAGNA FS DI MORETTI: MENO CANI, PIÙ PASSEGGERI
QUELL'ULTIMATUM DI VITO RIGGIO CHE FA FELICE "VOLANINNO" & AIR-BERLUSCONI

1 - QUELL'ULTIMATUM DI VITO RIGGIO CHE FA FELICE "VOLANINNO" & BERLUSCONI
Quando il gioco si fa duro i nervi saltano e si sparano cazzate.
È quanto è successo ieri a due protagonisti della vicenda Alitalia che hanno sciolto la lingua senza freni. Il primo è Fabio Berti, segretario dei piloti dell'Anpac, che con la sua dichiarazione sullo stress dei piloti ha creato il panico offrendo il fianco a critiche spietate. Berti è sicuramente sotto stress perché saltella dai piazzali di Fiumicino agli studi televisivi dove lo intervistano da una settimana come portavoce dell'ala dura del cielo.

È giovane e non ha la compostezza di Massimo Notaro, il massiccio comandante dell'Unione Piloti che ieri sera con voce tonante ha retto un duro confronto con Gad Lerner e gli economisti nella trasmissione "l'Infedele" dove la parola "fallimento" era particolarmente gradita.

Ma c'è un altro personaggio che per il ruolo istituzionale ha peccato gravemente di zelo con eccessi verbali chiaramente suggeriti da chi vuole riportare nel grembo di Cai gli ultimi aneliti di Alitalia. È Vito Riggio, il presidente dell'Enac. È nato 61 anni fa a Barrafranca in provincia di Enna e dopo un inizio accademico all'università di Palermo negli anni caldi delle rivolte studentesche, si è buttato in politica nella Dc insieme ai due amici del cuore, Sergio D'Antoni e Luigi Coccilovo.

Come ha scritto anni fa Sergio Rizzo, il giornalista del "Corriere della Sera" che ha fatto fortuna con il libro "La Casta" e sogna la "marcia dei 40mila" per salvare Alitalia, Vito Riggio e gli altri due erano chiamati "fratelli Bandiera" per analogia con le sorelle Bandiera di Renzo Arbore.

Poi il segaligno presidente di Enac ha preso la sua strada; è diventato parlamentare della Dc e nel governo Ciampi è stato anche sottosegretario alla Protezione Civile dove si è avvalso della febbrile consulenza di Pietro Lunardi, l'ex-ministro dei buchi esperto di gallerie.

Ieri durante la conferenza stampa del povero Fantozzi che attraversa momenti di autentica angoscia, il siciliano di Barrafranca ha lanciato l'ultimatum dell'Enac, con la minaccia di ritirare entro due o tre giorni la licenza. In genere l'eccesso di zelo nasconde un disagio interiore, ma non è il caso di Riggio che con la sua sortita ha portato acqua al mulino del tandem Berlusconi-Colaninno e ha spiazzato gli stessi consiglieri dell'Ente per l'Aviazione Civile che lo accusano di parlare a titolo personale.

Sembra infatti che non tutti la pensino come lui e come scrive oggi "Finanza&Mercati", Franco Pronzato, un manager ex-consulente di Bersani, vuole chiedergli conto di questo ultimatum dal sapore terroristico.
In questo momento comunque Riggio non deve rendere conto ai suoi consiglieri. Per lui vale soltanto un perfetto allineamento con Palazzo Chigi che lo ha nominato al vertice dell'Enac nonostante le infelici battute che fece nel '94 quando attaccò Berlusconi dicendo che l'Italia si era svegliata nella Seconda Repubblica con un partito-azienda.

2 - CHI "AMA" L'ALITALIA
"Chi sono questi?", così dicono che abbia esclamato il povero Fantozzi quando ha ieri mattina gli è piovuta sul tavolo l'offerta della società svizzera AMA per l'acquisto di 30 aeromobili Md 82 e Atr 72.
Al Commissario è bastata una telefonata alla filiale di Lugano del suo studio, per sapere qualcosa di più su questa società svizzera di cui nessun giornale oggi (salvo brevi cenni del "Sole 24 Ore") si è preso cura di scrivere.

AMA (Asset Management Advisor) è una piccola società di consulenza che ha sede nel Comune Paradiso sul lago di Lugano, ed è nata nel 2006 per investimenti di clienti privati che vogliono mettere i quattrini nel leasing aeronautico e navale. La società ticinese opera anche in Italia con CapitalServices e CapitalLease ed è guidata da Francesco Guarnieri, un personaggio conosciuto soltanto dalle parti di Gallarate.

Nel luglio scorso AMA ha chiuso al Salone Aeronautico di Farnborough un'operazione da 150 milioni di dollari per l'acquisto di superjet prodotti da Alenia. Le notizie raccolte nel Canton Ticino dicono che finora nel settore aeronautico la società ha stipulato contratti pari a circa 250 milioni di dollari, ma per quanto riguarda l'offerta sul tavolo di Fantozzi il mistero è fitto e tutto fa pensare che gli italo-svizzeri di Paradiso stiano facendo da intermediari per conto di una compagnia straniera.

3 - LA CUCCAGNA DI MORETTI: MENO CANI, PIÙ PASSEGGERI
Mauro Moretti gongola e ha molte ragioni per farlo.
La prima in ordine assoluto è la scoperta dei "sabotatori" che nei mesi scorsi hanno distribuito le zecche sui treni. Dopo intense ricerche nelle quali tutto il management delle Ferrovie (compreso il presidente Cipolletta e il portavoce Fabretti) è stato impegnato a trovare le cause dell'indegno fenomeno, è saltato fuori che ad infestare i passeggeri fino al punto di ricoverarne qualcuno per i morsi fetenti, sono i cani.



Dietro lo sguardo severo e il piglio decisionista, Moretti è un uomo dal cuore largo che quando ritorna nella sua Rimini apprezza la natura e sfoggia sentimenti animalisti. D'ora in avanti però i cani di taglia medio-grande che superano i 6 kg di peso, potranno viaggiare soltanto se il loro padrone avrà in mano un certificato che ne attesti la pulizia. In caso diverso non si sa se i cani verranno buttati fuori dai finestrini, comunque scatterà una multa di 100 euro ed è quindi immaginabile che d'ora in avanti questi animali in carrozza non si vedranno più.

Oltre a questa vittoria Moretti gongola perché la crisi di Alitalia sta riempiendo oltremisura i treni e accelera i tempi dell'Alta Velocità. Adesso il Governo non ha più motivi per frenare i lavori sulla rete e nel palazzo-obitorio delle Ferrovie si aspettano atti significativi. In pratica si tratta di mettere da parte le obiezioni tecniche e ambientaliste per accelerare al massimo la costruzione delle nuove tratte e arrivare all'Expo del 2015 con le carte in regola.

Gli uscieri del palazzo-obitorio giurano di aver sentito Moretti esclamare ad alta voce: "volevano farci fare la fine dell'Alitalia. Adesso finalmente capiranno dove si andava a parare con Cimoli e Catania se non fossi arrivato io!".
Anche gli uscieri esagerano.

4 - VALORI ALLA BATTAGLIA PER L'ACEA
Mancano poche settimane alla conclusione dell'accordo che consentirà alla società Suez Gaz de France di prendere il controllo di Acea, la società guidata dall'Etrusco onnipresente, Fabiano Fabiani.
Di questa operazione hanno parlato a lungo il sindaco post-fascista Alemanno e il presidente di Acea nel loro incontro alle cisnettiadi di Cortina d'Ampezzo, e qualcuno ha pensato che tra i due fosse nato un amore improvviso. Oh, dio, Fabiani è uno squalo della politica e di piroette ne ha fatte tante; l'ultima l'ha fatta con WalterEgo Veltroni, lo scrittore più amato dalla Betancourt e dalla nipote di Kennedy, ma non gli è andata bene, e adesso si trova in grandi difficoltà.

Non a caso per la successione al vertice di Acea si parla con insistenza della candidatura di Giancarlo Elia Valori, il manager pluridecorato che considera Fabiani con la stessa simpatia che i tifosi della Roma hanno nei confronti di quelli della Lazio.

Negli ultimi giorni si è affacciato però un nome nuovo per il vertice di Acea: Giuseppe Potestìo, un manager 67enne molto stimato che dopo aver guidato la Divisione Produzione di Enel e Electrabell Italia del Gruppo Suez, dall'aprile 2006 è presidente di Tirreno Power. Questa società entra tra le protagoniste dell'accordo di ottobre che il Comune di Roma dovrà fare con i francesi per il controllo di Acea perché - come ha scritto giovedì scorso "Finanza&Mercati" - il 15% di TirrenoPower sarà cedudo a Suez Gaz de France.

C'è un piccolo particolare che comunque non va trascurato: ogni volta che si chiamano in causa i francesi Valori c'è con la rete delle sue amicizie che passano dalle Generali, incrociano Mediobanca e arrivano all'Eliseo.
E per privatizzare l'Acea gli amici di An e di Forza Italia lo considerano l'uomo giusto.

5 - JP MORGAN E QUELLI DI BANCAINTESA COME MICCICHÈ ERANO AL CORRENTE DEI MORATTI "GONFIATI"?
Sono semplicemente clamorose le conclusioni cui sono arrivati i periti della Procura di Milano sulla quotazione in Borsa di Saras, la società della famiglia Moratti che nel maggio di due anni fa è entrata a Piazza Affari.
Le rivelazioni sulla perizia condotta dal consulente tecnico, Marco Honegger, indicano che quella quotazione è stata gonfiata e che il titolo non poteva essere quotato a 6 euro. Il giorno dopo la quotazione migliaia di azionisti e tifosi dell'Inter si sono accorti subito che qualcosa non funzionava perché le azioni cominciarono a precipitare e anche oggi, nonostante il boom del petrolio, il popolo bue soffre paurosamente.

L'aspetto più clamoroso dell'inchiesta che appare oggi su "Repubblica" riguarda comunque le email che nel 2006 si scambiarono i banchieri protagonisti della quotazione Saras, in prima fila Federico Imbert e Emilio Saracho di JP Morgan che scrive testualmente: "devi essere al corrente del fatto che abbiamo ottenuto 1,6 miliardi di euro da entrambi i fratelli (Moratti) ma uno dei due deve ripagare 500 milioni di debiti, e così quella parte non la vedremo per lungo tempo".

In poche parole la perizia dice che banchieri di JP Morgan e quelli di BancaIntesa come Miccichè, erano forse al corrente che la quotazione del titolo a 6 euro fosse gonfiata per venire incontro al fabbisogno dei Moratti e dell'Inter.
Il popolo bue degli azionisti non lo sapeva, e ancora piange.


Dagospia 23 Settembre 2008