DAGO TRACCIA IL SOLCO, IL "SOLE" LO RISCALDA - COME ANTICIPATO: TIM BRASIL A TELEFONICA IN CAMBIO DELL'USCITA DA TELCO E DEL 50% DETENUTO DAGLI SPAGNOLI IN 'VIVO' (LA JOINT CON PORTUGAL TELECOM).

Marigia Mangano per "Il Sole 24 Ore"

L'andamento del gruppo e le strategie. Di questi due temi si discuterà domani a Madrid, quando Telefonica riunirà il board. Un appuntamento chiave, nel corso del quale probabilmente si parlerà anche dell'investimento in Telecom Italia. Il presidente Cesar Alierta, del resto, dovrà dare conto al cda del giro di incontri istituzionali fatto in Italia ai primi di settembre, un tour a cui ha poi fatto seguito, a stretto giro, una dichiarazione secca del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: Telecom «deve restare italiana ». Ma soprattutto, riferiscono ambienti finanziari, è probabile che domani a Madrid si cominci ad affrontare il tema del «futuro» della partecipazione detenuto dagli spagnoli in Telco (43,2%), specie dopo le indiscrezioni che danno per imminenti riassetti azionari e mosse sulla rete.

Sull'onda di questi ragionamenti sale la tensione in Borsa su Telecom Italia e la speculazione continua a sostenere le quotazioni del titolo che in una seduta di vendite è riuscito ieri a chiudere in terreno positivo: le azioni hanno segnato un rialzo dello 0,18% a un prezzo di riferimento di 1,092 euro. Sul mercato, del resto, è convinzione diffusa che al di là delle future mosse che saranno decise dal management di Telecom Italia, il divorzio con Telefonica è solo questione di tempo.

È noto, in proposito, che gli spagnoli non guardino con favore a una eventuale diluizione della loro quota in Telecom, a seguito di un aumento di capitale funzionale a fare spazio ad altri soci.



Tanto più che, come trapela da ambienti finanziari, il tanto atteso scorporo della rete in una newco il cui controllo resterà a Telecom, ma che sarà aperta a nuovi soci, sebbene sia una ipotesi concreta su cui si sta riflettendo, è un dossier che non raccoglie il favore degli spagnoli. Malumori che poi Alierta potrebbe far valere in Telco, dato che i patti societari prevedono un diritto di veto e in caso di stallo, la scissione del 10% di Telecom Italia. In uno scenario di questo tipo, ovviamente, la convivenza con gli spagnoli sarebbe insostenibile.

Ecco perché il mercato comincia a scommettere che la partita Telecom-Telefonica alla fine si chiuderà con uno scambio, una sorta di baratto: Telecom italia cederà Tim Brasil agli spagnoli in cambio dell'uscita da Telco e probabilmente della quota del 50% detenuta da Telefonica in Vivo (la joint venture con Portugal Telecom). Con il risultato finale che l'alleanza industriale sigillata in Telco dovrà essere poi riscritta. La situazione, ad ogni modo, è in piena evoluzione. E le prime risposte concrete arriveranno solo giovedì, quando è stato convocato il consiglio di amministrazione di Telecom Italia.

Bernabè potrebbe in quell'occasione presentare le proposte sui prossimi passi del gruppo tlc. Secondo indiscrezioni, che il management ha definito «solo ipotesi giornalistiche», i temi su cui si starebbe lavorando sarebbero la cessione delle torri di trasmissione della telefonia mobile e - ma con tempi molto più lunghi - la creazione di una società ad hoc per la rete.

Sullo sfondo, l'ingresso di nuovi soci in Telecom Italia, in particolare la Libyan Arab Foreign Investment Company (Lafico). Ma sembra più probabile, secondo alcune fonti, che ad effettuare l'investimento possa essere «Libyan post, telecommunication & information technology» a cui fa capo il controllo di tutta la rete telefonica fissa e mobile, guidata dal primo figlio di Gheddafi, Mohammed. Quest'ultima in agosto ha acquistato il 15% circa delle azioni di Retelit e nello stesso mese ha firmato un accordo con le società cinesi Huawei e Zte per avviare una rete di fibre ottiche a Tripoli.


Dagospia 23 Settembre 2008