FACCI: LA AMURRI S'È OFFESA? IO PARAFRASAVO LUTTAZZI - ITALO CUCCI E LA SATIRA DA "SPECCHIO" A "EMME" - MARGE SIMPSON MUORE? DAGO, È UNA BUFALA - LO SGOMENTO DI PIZZI - OGGI IN ALITALIA SONO TUTTI GENTILI.
Riceviamo e pubblichiamo:
Lettera 1
Egregio D'Agostino, in seguito all'annunciata querela di Sandra Amurri nei miei confronti voglio precisare che la battuta in questione, quella che la Amurri ritiene le abbia creato un danno addirittura meritevole di risarcimento, è solo la parafrasi di una battuta di Luttazzi. Io ho scritto d'aver inviato una replica «per venire incontro alle capacità mentali della Amurri», Luttazzi scrisse «questo tg va in onda in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacità mentali». Siccome la battuta è comparsa solo su Dagospia, voglio precisarlo. Se la signora non l'ha gradita, che dire, mi spiace. Per il resto non posso che confermare quanto ho già scritto. Non mi è chiaro peraltro perchè la signora continui a citare le buone opinioni su di lei di Colombo e Padellaro (invero stringate) quando è sotto la loro direzione che ella ha perso il contratto per cui è venuta fuori questa querelle. Filippo Facci
Lettera 2
Caro Dago, Pietrangelo Buttafuoco, che peraltro ammiro, nel commentare il nuovo corso di "M", l'inserto satirico dell'"Unità", fa un riferimento allo "Specchio", il settimanale diretto da Giorgio Nelson Page (caporedattore Pierfrancesco Pingitore, prime firme il Barone Enrico De Boccard, Gianfranco Finaldi, Fulvio Stinchelli, Dino Sanzò, Gianni Franceschi, Lianella Carrel, Fiora Gandolfi, Giose Rimanelli, Anton Giulio Bragaglia, Giò Stajano; io avevo un angoletto da collaboratore, verso la fine dei Cinquanta) che mi sembra fuori luogo. Forse sono io che ho capito male l'accostamento alla pornosatira dell'"Unità"; forse Buttafuoco dimentica le coraggiose inchieste di quel settimanale soppresso perché - come il predecessore "Cronache Italiane" - infastidiva il regime. La satira politica era feroce, ma documentata: le querele, allora, fioccavano e si pagavano.
A destra. "Pornografiche" - secondo la sinistra - erano le idee. Allora come oggi. Se non ti apri la terza narice, sei fottuto. Se ripubblicassero, oggi, il "Candido" di Guareschi, "Il Borghese" di Leo Longanesi e "Lo Specchio" i giovani lettori capirebbero che la supremazia intellettuale della sinistra è una bufala e scoprirebbero quante penne rosse si sono ispirate a quei giornali, a quei giornalisti, a quella cultura che personalmente ho condiviso da "anarchico di destra" e che la destra, oggi, non è in grado di riportare in vita. Sta di fatto che, con piena cognizione di causa, mi sento di dire che il trionfo postumo del settimanale di G.N.P è rappresentato da Dagospia, "Lo Specchio" degli anni Duemila. Italo Cucci
Lettera 3
Sono il solo a cui la prosa di Adriano Sofri appare caotica e arruffata?
Lo Svizzero
Lettera 4
Guardate che la storia della morte di Marge Simpson è una bufala che manco ad Aversa le fanno così grosse: andatevi a leggere il sito Giornalettissimo per i dettagli.
Esiste un bel proverbio americano che recita: chek, chek again and don't trust anybody! Fatene tesoro prima di fare copia incolla delle notizie.
Vale
Lettera 5
Caro Dago, confesso che mi tuffo sempre con entusiasmo e gusto dell'orrido nei reportage di Pizzi.
Ho sempre pensato che fosse un retaggio ovvio, che anche l'antica Roma fosse popolata dalle matrone volgari, sbracciate e spudorate di oggi, accompagnate dagli stessi uomini sfatti e cortigianeschi, ma in toga.
(Chiarisco che qua a Milano non è che manchino i mostri, ma Roma batte tutto il mondo, sarà perché fa più caldo e hanno più terrazzi.)
Ma ora, leggendo che perfino Pizzi - lo Storico che tutto ha visto - è testimone sgomento,
me sto a preoccupa' pure io.
Heidi
Lettera 6
Caro D'Agostino, Natalino Russo, assegna la responsabilità della "caduta" di Alitalia alla CGIL. Cazzate, naturalmente. La CGIL aveva approvato il piano di CAI e non ha firmato gli accordi nella parte riguardante i piloti perché il loro sindacato maggiormente rappresentativo non è la CGIL. Forse la CGIL può essere criticata per non aver approvato il piano Air France, ma in questo caso ha assunto una posizione di principio, non ha voluto creare un precedente esautorando un sindacato più rappresentativo. Quanto all'Air France, la CGIL ci ha messo del suo, ma l'artefice del fallimento è stato Berlusconi, ricordate?
Disse: Ci sarà una cordata Italiana della quale faranno parte anche i miei figli (col ciufolo! I figli, che fessi non sono, se ne sono guardati bene). Natalino, quando c'è di mezzo Berlusconi, disconnette la memoria. Le responsabilità della situazione attuale di Alitalia sono da addebitarsi, negli ultimi dieci anni, alla Lega e a Forza Italia. Le ragioni sarebbero lunghe da scrivere, ma sono cose che si sanno. Vi ricordo solo questi nomi: Bonomi (Lega), Formigoni (Presidente della Regione Lombardia e ultrà di Malpensa), Cimoli (nominato dalla destra e, dopo aver fatto disastri, cacciato dal Governo Prodi che è stato anche costretto a dargli una buonuscita di 6 milioni di euro).
Porca miseria, Dago, a furia di rintuzzare gli attacchi di alcuni (solo alcuni) destrorsi che scrivono sul tuo sito raccontando palle, non riesco mai a scrivere qualcosa di piacevole.
Franco Due
Lettera 7
Caro Dago, viaggio spesso per lavoro, e ho avuto modo di provare parecchie aerolinee.
Fino ad oggi Alitalia era insuperata per l'arroganza, spocchiosita', scortesia e maleducazione del suo personale di terra e di volo.
Ho avuto modo di volare con loro dopo il commissariamento (venerdi scorso e ieri), e sono stati due voli eccezionali.
Puntualita', cortesia, gentilezza e sorrisi, come mai se ne sono visti sugli aerei tricolori.
Mi sorge un dubbio: c'e' bisogno che Alitalia fallisca ogni settimana per volarci come Dio comanda ?
Massimo
Lettera 8
D'Ambrosio ribadisce anche che la vedova Pinelli ha perfettamente ragione ad essere certa che il marito non si è suicidato «perché non ne aveva alcun motivo, dal momento che era del tutto estraneo agli attentati attribuiti agli anarchici».
Allora?
Che significa che la vedova ha ragione?
Se non si è suicidato chi lo ha suicidato?
Insomma, l'anarchico Pinelli è stato buttato giù dalla finestra o s'è buttato giù "sua sponte"?
Smettiamola però con questa tragedia greca, Zeus non c'entra manco per niente.
Celestino Ferraro
Lettera 9
Silicone o botox che sia, la povera Lilly Gruber-formato "8 ½" aveva ieri sera un faccione più spaventoso di quello di Ferrara. Gli occhi sono pressoché scomparsi sotto due zigomi enormi, mentre le labbra sembrano sul punto di esplodere da un momento all'altro. Urgono rapidi ritocchi per non impressionare i bambini: siamo pur sempre in fascia protetta....
Pedro Pablo
Lettera 10
Caro Dagospia, leggendo l'articolo di Dragoni che hai pubblicato viene da chiedersi: perchè il piano caldeggiato dal governo (a favore dei furbetti di Cai) manda a casa un sacco di dipendenti Alitalia e salva invece i dipendenti Air One? Perché lo Stato preferisce tutelare i dipendenti privati al posto di quelli pubblici? Resta complicato capire per quale motivo tutta l'operazione, che al contribuente costa un bel po' di soldi, si fonda sul salvataggio privilegiato di Air One, che abbiamo visto macinare debiti come chicchi di caffè, e non dell'azienda pubblica, che paghiamo tutti da anni. A pensarci bene si sente profumo d'Intesa.
Santino Delle More
Dagospia 23 Settembre 2008
Lettera 1
Egregio D'Agostino, in seguito all'annunciata querela di Sandra Amurri nei miei confronti voglio precisare che la battuta in questione, quella che la Amurri ritiene le abbia creato un danno addirittura meritevole di risarcimento, è solo la parafrasi di una battuta di Luttazzi. Io ho scritto d'aver inviato una replica «per venire incontro alle capacità mentali della Amurri», Luttazzi scrisse «questo tg va in onda in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacità mentali». Siccome la battuta è comparsa solo su Dagospia, voglio precisarlo. Se la signora non l'ha gradita, che dire, mi spiace. Per il resto non posso che confermare quanto ho già scritto. Non mi è chiaro peraltro perchè la signora continui a citare le buone opinioni su di lei di Colombo e Padellaro (invero stringate) quando è sotto la loro direzione che ella ha perso il contratto per cui è venuta fuori questa querelle. Filippo Facci
Lettera 2
Caro Dago, Pietrangelo Buttafuoco, che peraltro ammiro, nel commentare il nuovo corso di "M", l'inserto satirico dell'"Unità", fa un riferimento allo "Specchio", il settimanale diretto da Giorgio Nelson Page (caporedattore Pierfrancesco Pingitore, prime firme il Barone Enrico De Boccard, Gianfranco Finaldi, Fulvio Stinchelli, Dino Sanzò, Gianni Franceschi, Lianella Carrel, Fiora Gandolfi, Giose Rimanelli, Anton Giulio Bragaglia, Giò Stajano; io avevo un angoletto da collaboratore, verso la fine dei Cinquanta) che mi sembra fuori luogo. Forse sono io che ho capito male l'accostamento alla pornosatira dell'"Unità"; forse Buttafuoco dimentica le coraggiose inchieste di quel settimanale soppresso perché - come il predecessore "Cronache Italiane" - infastidiva il regime. La satira politica era feroce, ma documentata: le querele, allora, fioccavano e si pagavano.
A destra. "Pornografiche" - secondo la sinistra - erano le idee. Allora come oggi. Se non ti apri la terza narice, sei fottuto. Se ripubblicassero, oggi, il "Candido" di Guareschi, "Il Borghese" di Leo Longanesi e "Lo Specchio" i giovani lettori capirebbero che la supremazia intellettuale della sinistra è una bufala e scoprirebbero quante penne rosse si sono ispirate a quei giornali, a quei giornalisti, a quella cultura che personalmente ho condiviso da "anarchico di destra" e che la destra, oggi, non è in grado di riportare in vita. Sta di fatto che, con piena cognizione di causa, mi sento di dire che il trionfo postumo del settimanale di G.N.P è rappresentato da Dagospia, "Lo Specchio" degli anni Duemila. Italo Cucci
Lettera 3
Sono il solo a cui la prosa di Adriano Sofri appare caotica e arruffata?
Lo Svizzero
Lettera 4
Guardate che la storia della morte di Marge Simpson è una bufala che manco ad Aversa le fanno così grosse: andatevi a leggere il sito Giornalettissimo per i dettagli.
Esiste un bel proverbio americano che recita: chek, chek again and don't trust anybody! Fatene tesoro prima di fare copia incolla delle notizie.
Vale
Lettera 5
Caro Dago, confesso che mi tuffo sempre con entusiasmo e gusto dell'orrido nei reportage di Pizzi.
Ho sempre pensato che fosse un retaggio ovvio, che anche l'antica Roma fosse popolata dalle matrone volgari, sbracciate e spudorate di oggi, accompagnate dagli stessi uomini sfatti e cortigianeschi, ma in toga.
(Chiarisco che qua a Milano non è che manchino i mostri, ma Roma batte tutto il mondo, sarà perché fa più caldo e hanno più terrazzi.)
Ma ora, leggendo che perfino Pizzi - lo Storico che tutto ha visto - è testimone sgomento,
me sto a preoccupa' pure io.
Heidi
Lettera 6
Caro D'Agostino, Natalino Russo, assegna la responsabilità della "caduta" di Alitalia alla CGIL. Cazzate, naturalmente. La CGIL aveva approvato il piano di CAI e non ha firmato gli accordi nella parte riguardante i piloti perché il loro sindacato maggiormente rappresentativo non è la CGIL. Forse la CGIL può essere criticata per non aver approvato il piano Air France, ma in questo caso ha assunto una posizione di principio, non ha voluto creare un precedente esautorando un sindacato più rappresentativo. Quanto all'Air France, la CGIL ci ha messo del suo, ma l'artefice del fallimento è stato Berlusconi, ricordate?
Disse: Ci sarà una cordata Italiana della quale faranno parte anche i miei figli (col ciufolo! I figli, che fessi non sono, se ne sono guardati bene). Natalino, quando c'è di mezzo Berlusconi, disconnette la memoria. Le responsabilità della situazione attuale di Alitalia sono da addebitarsi, negli ultimi dieci anni, alla Lega e a Forza Italia. Le ragioni sarebbero lunghe da scrivere, ma sono cose che si sanno. Vi ricordo solo questi nomi: Bonomi (Lega), Formigoni (Presidente della Regione Lombardia e ultrà di Malpensa), Cimoli (nominato dalla destra e, dopo aver fatto disastri, cacciato dal Governo Prodi che è stato anche costretto a dargli una buonuscita di 6 milioni di euro).
Porca miseria, Dago, a furia di rintuzzare gli attacchi di alcuni (solo alcuni) destrorsi che scrivono sul tuo sito raccontando palle, non riesco mai a scrivere qualcosa di piacevole.
Franco Due
Lettera 7
Caro Dago, viaggio spesso per lavoro, e ho avuto modo di provare parecchie aerolinee.
Fino ad oggi Alitalia era insuperata per l'arroganza, spocchiosita', scortesia e maleducazione del suo personale di terra e di volo.
Ho avuto modo di volare con loro dopo il commissariamento (venerdi scorso e ieri), e sono stati due voli eccezionali.
Puntualita', cortesia, gentilezza e sorrisi, come mai se ne sono visti sugli aerei tricolori.
Mi sorge un dubbio: c'e' bisogno che Alitalia fallisca ogni settimana per volarci come Dio comanda ?
Massimo
Lettera 8
D'Ambrosio ribadisce anche che la vedova Pinelli ha perfettamente ragione ad essere certa che il marito non si è suicidato «perché non ne aveva alcun motivo, dal momento che era del tutto estraneo agli attentati attribuiti agli anarchici».
Allora?
Che significa che la vedova ha ragione?
Se non si è suicidato chi lo ha suicidato?
Insomma, l'anarchico Pinelli è stato buttato giù dalla finestra o s'è buttato giù "sua sponte"?
Smettiamola però con questa tragedia greca, Zeus non c'entra manco per niente.
Celestino Ferraro
Lettera 9
Silicone o botox che sia, la povera Lilly Gruber-formato "8 ½" aveva ieri sera un faccione più spaventoso di quello di Ferrara. Gli occhi sono pressoché scomparsi sotto due zigomi enormi, mentre le labbra sembrano sul punto di esplodere da un momento all'altro. Urgono rapidi ritocchi per non impressionare i bambini: siamo pur sempre in fascia protetta....
Pedro Pablo
Lettera 10
Caro Dagospia, leggendo l'articolo di Dragoni che hai pubblicato viene da chiedersi: perchè il piano caldeggiato dal governo (a favore dei furbetti di Cai) manda a casa un sacco di dipendenti Alitalia e salva invece i dipendenti Air One? Perché lo Stato preferisce tutelare i dipendenti privati al posto di quelli pubblici? Resta complicato capire per quale motivo tutta l'operazione, che al contribuente costa un bel po' di soldi, si fonda sul salvataggio privilegiato di Air One, che abbiamo visto macinare debiti come chicchi di caffè, e non dell'azienda pubblica, che paghiamo tutti da anni. A pensarci bene si sente profumo d'Intesa.
Santino Delle More
Dagospia 23 Settembre 2008