ROMETTA TRAGICA - LETTERA APERTA DI PIPPO MARRA A SENSI: O SI CAMBIA SISTEMA O IL SISTEMA CI CAMBIA I CONNOTATI.

Lettera di Giuseppe Marra a Franco Sensi


Caro Presidente,
la nostra antica amicizia non può impedirmi di dare forma solenne, pubblica e privata, alla richiesta che, nelle mie vesti di consigliere della Roma calcio, intendo avanzare per l'immediata convocazione di una riunione straordinaria del nostro Consiglio di Amministrazione per esaminare insieme tutte le possibili iniziative, ordinarie e straordinarie, da studiare e adottare per quanto sta avvenendo nel Campionato. Ciò che accade non riguarda ormai solo la Roma e i danni di immagine e finanziari che colpiscono una società quotata in borsa e dunque migliaia di suoi azionisti, ma riguarda l'intero mondo del calcio, asse centrale dello sport italiano.

Non intendo entrare in dispute su questa o quella vicenda specifica che hanno contribuito alla crisi del Sistema Calcio, né indicare responsabilità di questo o quel soggetto o organo, perché la mia esperienza m'impedisce di essere tanto ingenuo da partecipare a uno di quei dibattiti da avventori del Bar Italia al termine dei quali si celebrano verità dogmatiche di buona fede degli arbitri e per sostenerle s'invocano prove inconfutabili circa la loro eventuale sudditanza psicologica, nel migliore dei casi, o la loro malafede, nel peggiore.

Queste prove invocate non esistono, esistono però degli errori, che ripetuti sino ad essere consuetudini, urlano più di qualsiasi prova, nonostante i sapienti silenziatori di questa o quella trasmissione tv, di questo o quel giornale. Esperto quanto e più di me, tu sai, caro Presidente, che il sistema degli amici degli amici non lascia prove, ma si sostiene su adesioni automatiche piuttosto che su patti scellerati e scritti con questa o quella lobby. Così come sai che i Signori del Sistema sanno come apprezzare certi comportamenti neppure richiesti, a prescindere da qualsiasi stretta di mano e da qualsiasi prova, troppo rischiosa e tutto sommato ingenua per chi fa dei favori, ma anche per chi li riceve.

Quello che dico lo pensano non solo i tifosi o i dirigenti delle squadre danneggiate, ma un numero crescente e oramai insostenibile di cittadini che seguono con passione questo sport che, essendo il più bello di tutti, merita di essere da tutti tutelato, dalle autorità istituzionali e di governo come da quelle locali.

Il Calcio deve diventare una Casa di Vetro se la si vuole salvare. Ora non lo è, perché le pareti di questa Casa sono appannate da interessati vaniloqui.
Non intendo entrare nel coro dei soffiatori che fingono di non vedere ciò che è visibile a tutti, tranne alle aquile furbe e opportunamente non vedenti. Mi ha spinto a questa iniziativa, caro Presidente, non solo la passione e le responsabilità per le sorti della mia squadra, bersaglio settimanale di occhiuta rapina, ma anche il timore dei danni che certi ripetuti comportamenti recano alla credibilità del Sistema Calcio e che possono avere ricadute inquietanti non solo sul piano economico per le squadre colpite, ma anche per la stessa sicurezza pubblica.

E' inevitabile infatti che a forme di violenza psichica possano seguire forme di violenza fisica. Nessuno può ignorare, né le autorità pubbliche né i dirigenti del Sistema Calcio, che l'unica drammatica insurrezione nel nostro Paese si scatena nella tranquilla Caserta, città presidiata da sempre da reparti militari, in seguito a un misfatto calcistico che esaspera gli animi fino a farli esplodere.

Non penso di dover aggiungere altre parole per spiegare questa mia iniziativa.
Quelle dette bastano e avanzano per chi vuole intendere. Tuttavia intendo rendere pubblica questa lettera e sottoporla alla attenzione di chi si deve sentire coinvolto in questa crisi in modo che, in un domani da scongiurare, non possa invocare il "non sapevo" o il "non credevo". Invierò questa mia ai ministri e sottosegretari interessati (Urbani, Pisanu, Pescante), ai presidenti delle competenti Commissioni della Camera e del Senato, ai presidenti della Regione Lazio e della Provincia (Storace e Moffa), al Sindaco (Veltroni), ai presidenti del Coni, della Figc e della Lega (Petrucci, Carraro e Galliani) e, last but not least, ai designatori arbitrali (Bergamo e Pairetto).

Caro Presidente, spero che proprio da Roma e non solo per la Roma possa partireun'operazione trasparenza, prima che eventi gravi possano mordere la cos cienzadi tutti, anche la nostra, per aver ignorato o finto di ignorare comportamenti che tutti percepivano. Un calcio pulito è nell'interesse di tutti. Un calcio sporco, o che così appare ai suoi appassionati che si sentono traditi, danneggia tutti, persino quelli che ne sono momentaneamente favoriti.



Con l'affetto e la stima di sempre
Tuo G.P. Marra






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Egregio Cavaliere del Lavoro
Dottor Francesco Sensi
Presidente AS Roma Calcio S.p.A. 
ROMA