
ARTSPIA – DILETTANTI ALLO SBARAGLIO: ISABELLE HUPPERT S'IMPROVVISA CURATORE E METTE IN SCENA A PARIGI UNA BELLA E PERSONALE MOSTRA DI ROBERT MAPPLETHORPE
Alessandra Mammì per Dago-art
Non solo artisti. Anche una star può scendere in campo come curatore.E a giudicare dai risultati di questo Mapplethorpe allestito in Parigi-Marais nella galleria di Thaddaus Ropac da Isabelle Huppert può aggiungere qualcosa, una lettura libera ed emozionale.
Non è facile dire qualcosa di nuovo su Robert Mapplethorpe. Strapparlo dalla potenza del chiaro/scuro dei suoi corpi e dei suoi fiori che diventano corpi o dei suoi volti profondi come paesaggi. Rimettere in movimento quelle immagini tutte che si sono impresse nella nostra mente come un'iconologia. Galleria classica e dunque eterna e immutabile.
Fu per questo che nel 2003 alla ricerca di uno sguardo che aprisse nuove strade sulla comprensione di Mapplethorpe, Ropac propose a un'artista come Cindy Sherman di allestire una sua mostra. E dopo Cindy arrivarono l'interpretazione di David Hockney, Bob Wilson e Sofia Coppola, ultima nel 2011.
Questa è la prima volta di una attrice. Di chi ha avuto su di sé lo sguardo degli altri, di chi è stato fotografato più che fotografare. Oggetto d'immagine piuttosto che creatore d'immagine. Musa di artisti, fotografi e cineasti
E allora ecco che le sessanta foto di Mapplethorpe, passano fra le sue mani come il filo di lana di un tricot per intrecciare un racconto intimo e personale.Con sensibilità e intelligenza la Huppert trova in lui, un narratore. Poggia le foto una accanto all'altra come pagine di un diario dove si alternano corpi e paesaggi.
Lo scorcio di un corridoio che rivela un quadro, una barca abbandonata in risacca, una bambina investita da un colpo di vento che somiglia tanto a una possibile Isabelle bambina. E a forzare il gioco di identificazione la Huppert appende in una sequenza il ritratto di Carol Overby del 1979 che le somiglia davvero tanto.
Di chi è questa storia? Di chi l'ha nel tempo fermata immagine dopo immagine, o di chi oggi la ricompone come pezzi di un gioco a incastro?
Forse è anche la nostra storia che riconosciamo in questo sospeso mondo di Mapplethorpe, pezzi dei nostri mondi interiori.
Scrive Isabelle “ho guardato ogni foto di Mapplethorpe come se leggessi un poema....ho scelto quelle in cui lui posa lo sguardo su un mondo imbevuto di dolcezza e di silenzio . Sono foto silenziose. Nel suo mondo tutto è legato. Lui brucia le frontiere confonde ciò che è immobile e ciò che è mobile. I suoi fiori sono vivi quasi umani, i suoi corpi sono congelati nella loro eterna bellezza … Robert Mapplethorpe, il fotografo poeta”